Cassino si stringe solidale e commossa alle comunità colpite dal sisma
31 agosto, ore 20,00 parrocchia di S. Antonio, nel cuore della città di Cassino. Una chiesa piena, volti seri e commossi, sia quelli dei fedeli di tutte le parrocchie della città intervenuti numerosi, sia quelli del Sindaco e degli Amministratori comunali, sia quelli di molti commercianti cassinati, presenti perché l’ “Associazione Commercio Cassino Imprese per il territorio” era tra i promotori dell’evento; il Coro parrocchiale ad animare la liturgia, gli Scout, numerosi ministranti, canti, incenso… Tutto segnalava un evento straordinario, solenne e toccante. Era la Messa in suffragio per le vittime del terremoto del reatino di una settimana fa. Davanti all’altare, il Cero pasquale e a terra, un tricolore, che segnava immediatamente l’unione, nel dolore, di Cassino con tutta l’Italia.
Il parroco, Don Benedetto Minchella, presiede la celebrazione eucaristica, incensa l’altare e nella monizione introduttiva ricorda che il motivo che riunisce così numerose persone è la volontà di pregare per l’anima di coloro che nel sisma hanno perso la vita ma anche per coloro – familiari, amici, conoscenti – che sono sopravvissuti, perché il Signore li aiuti a ritrovare la pace e la forza per superare il momento presente, tanto difficile e traumatico, e doni loro la consolazione del cuore. Sono persone che non conosciamo e non conosceremo mai, ha affermato, ma che in forza della nostra fede, sentiamo come vicini e fratelli.
Dopo le letture, c’è stato un momento molto intenso e significativo: è stata portata all’altare dagli Scout una grande croce di legno, che simbolicamente è stata adagiata a terra sopra il tricolore, davanti al Cero Pasquale, a ricordare simbolicamente la Resurrezione e che la morte non è l’ultima parola. Prima il celebrante e poi via via tutti i presenti, si sono recati in fila ad accendere un cero e a deporlo sulla croce, che alla fine di questo rito, lungo per l’elevato numero di presone, appariva come fatta di fiammelle, segno eloquente di speranza, di luce e di vita, nonostante tutto.
Nell’omelia Don Benedetto, oltre che rifarsi alle parole del vescovo di Rieti al funerale delle vittime nel giorno precedente, ha voluto leggere una testimonianza particolarmente toccante (https://www.diocesisora.it/pdigitale/quelle-case-amatrice-le-viste-tutte/ ), scritta col cuore e in forma letteraria da un’insegnante di Cassino, la prof.ssa Antonella, che gliel’ha affidata volendo rimanere in ombra, e che lo scorso anno ha insegnato proprio presso il Liceo Scientifico di Amatrice. Parole bellissime e commoventi, che hanno stabilito un rapporto tra i cassinati, che ebbero la città rasa al suolo dalla guerra, e gli amatriciani che sono in mezzo alle macerie a motivo del terremoto, ed hanno fatto appello al gran cuore dei cassinati.
Al termine della celebrazione, la giornalista Elena Pittiglio ha dato lettura del messaggio di vicinanza del prefetto di Frosinone, Emilia Zarrilli, impedita a partecipare da impegni istituzionali, e di una riflessione scritta dalla prof.ssa A. Maria Frangione per l’associazione dei commercianti, rappresentata da Maurizio Coletta. Cassino, che sa bene che cosa significa perdere la propria città con tutti i suoi punti di riferimento, ha partecipato solidale e commossa.
Adriana Letta