Studenti tedeschi, polacchi, inglesi e italiani a Cassino
C’è un solo sistema per far sì che i ragazzi accettino di prendersi carico del passato storico, di conservarne la memoria con l’impegno a evitare gli errori del passato. Renderli protagonisti. Fare in modo che conoscano le vicende del passato, non per restare fermi lì, ma proiettati verso il futuro da costruire, mostrando loro fiducia che sapranno fare meglio dei loro padri e nonni.
E’ questa la formula giusta che la Fondazione Monte Cassino, “Monte Cassino Stiftung”, nata proprio con lo scopo di conservare la memoria storica dei fatti avvenuti intorno al 1944, quando eserciti di 32 nazioni si scontrarono nelle battaglie di Cassino non lasciando altro dietro di sé che distruzione e morte. Il Presidente, il tedesco ormai più che ottantenne Richard Hartinger, è figlio di un soldato con il suo stesso nome, morto nella battaglia di Cassino, che riposa nel Cimitero Militare Tedesco. Di qui il desiderio e l’esigenza di mantenere con ordine e decoro i cimiteri militari nel cassinate per onorare i caduti, e far conoscere ai giovani gli orrori della guerra, di ogni guerra, per non commetterli mai più. Dunque, per diffondere le conoscenze storiche e sensibilizzare le coscienze giovanili, la Fondazione, nata nel 2005, volendo affidare il testimone a persone nuove per età e per slanci ideali, da alcuni anni organizza gite scolastiche multinazionali a Cassino.
Anche quest’anno, grazie all’instancabile Michele Di Lonardo, responsabile della Fondazione per l’Italia, in questi giorni, un bel numero di ragazzi tedeschi, polacchi e britannici, accompagnati dai loro docenti, sono a Cassino, dove si sono incontrati con una rappresentanza degli studenti dell’Istituto Tecnico “Medaglia d’Oro Città di Cassino”, con i quali hanno vissuto vari momenti significativi insieme. Hanno ascoltato testimonianze di sopravvissuti (ormai ridotti ad un numero esiguo e molto avanti nell’età), partecipato a dibattiti, visitato i sacrari militari della zona, dove sono impegnati attivamente anche in piccoli lavori di manutenzione per onorare quei soldati, più o meno della loro età, che vi sono sepolti: quello polacco a Montecassino, quello tedesco nella frazione di Caira, quello inglese a Cassino, ma anche quello italiano a Montelungo. Anche qualche visita turistica, ovviamente, è prevista nei giorni della permanenza a Cassino di questi giovani stranieri. Un momento immancabile è la Commemorazione al Monumento ai Caduti a Cassino, presso quel Muro del Martirologio, che porta la lunghissima lista dei nomi dei cittadini morti per la guerra.
Stamani, 29 settembre, alla presenza delle autorità civili e militari italiane e straniere e del Presidente della Fondazione, si è tenuta tale Commemorazione che, oltre ai necessari discorsi ufficiali, alla benedizione data da P. Carlos, viceparroco di S. Bartolomeo Apostolo, allo scambio di doni e alla deposizione di una corona di alloro al Monumento, è stata poi, in un certo senso, affidata a loro. E gli studenti sono stati i protagonisti, con tutta la convinzione, creatività, freschezza della loro età. Davanti alla stele che ricorda i caduti, hanno cantato, suonato, recitato poesie e letto riflessioni, sempre sul tema della Pace. Uno spettacolo davvero sorprendente e commovente, un vero Inno alla Pace e ad un mondo unito e fraterno. Sentendoli parlare e cantare, sembra così semplice e naturale trovare l’accordo! Perché poi la realtà degli adulti e dei governanti risulta invece tanto complicata e inestricabile? Le loro giovani voci, davanti al Monumento ai Caduti risuonavano serene e amiche, condivisibili e comprensibili, anche se le lingue erano diverse e ogni tanto occorreva il traduttore. Anche allora, 72 anni fa, nel cassinate risuonavano tanti idiomi e accenti diversi, ma facevano solo paura. Oggi i giovani hanno dato ancora una volta un esempio agli adulti di essere molto più veri e seri, positivi e capaci di costruire la pace!
Verso la fine delle loro esibizioni, hanno distribuito a tutti dei palloncini azzurri con una bianca colomba disegnata e tutti insieme li hanno lasciati volare in alto, in un cielo azzurro azzurro che sembrava accogliere e approvare quella loro volontà di speranza e di vita. Così quando hanno ascoltato la canzone alla Pace del cantautore cassinate Donato Rivieccio, erano un cuor solo. Poi, tutti uniti, inglesi, tedeschi, polacchi e italiani, hanno cantato “We are the world” “Noi siamo il mondo”. E le loro bandiere, un tempo opposte e nemiche, nelle loro mani erano vicine, distese e amiche, a tratti mosse dal vento quasi in un fremito di gioia.
Adriana Letta