Cammino di Canneto, un incontro con tutti i sindaci

Il 31 ottobre al Palazzo Ducale di Atina

Un incontro del vescovo Gerardo Antonazzo con i sindaci e gli onorevoli del territorio diocesano, in occasione del  2° Convegno sul progetto culturale: ”Il Cammino di Canneto”. L’evento si terrà lunedì, 31 ottobre alle ore 15.30, ad Atina nel Palazzo Ducale. Mons. Antonazzo ha sempre caldamente espresso il desiderio di  voler conoscere a fondo le popolazioni e l’intera Diocesi, con i  problemi, le attese, le speranze, la sua ricca cultura e tradizione. E così, ecco un’altra occasione costruttiva di dialogo, di riflessione, di confronto, di condivisione e di crescita, per continuare ad individuare, insieme, sinergia, intesa e collaborazione.

Il programma prevede: alle ore 15.30 il saluto del sindaco di Atina Silvio Mancini; quindi l’introduzione al Convegno del Vescovo. Seguirà la relazione di Federico Massimo Ceschin, Vice Presidente dell’Associazione Europea delle Vie Francigene, esperto di sviluppo turistico sostenibile e degli Itinerari culturali, che tratterà Le prospettive del Progetto Culturale “Il Cammino di Canneto”. Sono quindi previsti gli interventi dei presenti. Al Convegno farà da cornice la mostra fotografica “Sulle strade della fede. Il Pellegrinaggio a Canneto agli inizi del ‘900”, a cura di Romeo Fraioli, con una serie di trenta foto, scatti di Paolo De Camillis e Luciano Morpurgo, che raccontano il pellegrinaggio a Canneto agli inizi del 900. Coordinatore dell’intero progetto è mons. Domenico Simeone, che sta curando tale importante iniziativa. Al termine del Convegno i sindaci consegneranno al vescovo Gerardo un’ istanza, che sarà fatta pervenire al presidente della Regione Lazio, Zingaretti, caldeggiando l’approvazione del progetto culturale e sociale “Il Cammino di Canneto”.

Il Progetto rappresenta la Storia, la Tradizione, la Cultura, la Fede. A consegnarci “Il Cammino di Canneto”, da secoli, persone di ogni età, ceto sociale, cultura, che intraprendono quel cammino a piedi che li porta al Santuario di Canneto. Non è un’invenzione moderna, non è la riscoperta di una tradizione, ma il vissuto ininterrotto di un cammino che ha sfidato i secoli, percorso da un susseguirsi di generazioni, con l’unico scopo di raggiungere il “luogo” per vivere la bellezza di un’esperienza, l’incontro con la Stella del Monte Meta, la Vergine Bruna, S. Maria di Canneto. Le Compagnie salgono sull’ermo Canneto, sgranate in lunghe processioni, attraverso antichi tratturi scavati sulla roccia e sui balzi a strapiombo, già conosciuti dal pellegrinaggio pre-cristiano.

Il Cammino prende il nome dal Santuario della Madonna di Canneto, che sorge nel cuore del parco Nazionale d’Abruzzo, a m. 1020 s.l.m., alle falde del sottogruppo montano del Meta, dove sgorgano freschissime le acque del Melfa, nell’amena e pittoresca valle omonima, facente parte del Comune di Settefrati (FR). Il toponimo di Canneto deriva probabilmente dalla presenza in loco di canne, oggi del tutto scomparse. Una chiostra di monti e di faggete, dominate sullo sfondo dal gruppo della Camosciara, fa da splendida cornice all’antico e nuovo tempio. Il Progetto “Il Cammino di Canneto” coinvolge il territorio di quattro regioni Lazio, Campania, Molise, Abruzzo, legate dal culto della Madonna Bruna del Santuario di Canneto da tradizione antichissima e che dai  centri di queste quattro regioni fa affluire centinaia di migliaia di pellegrini che, a piedi, in prevalenza nei giorni della Festa, dal 18 al 22 agosto di ogni anno, si recano in questo Santuario posto a mille metri di altezza per manifestare la propria devozione.

Per “Il Cammino di Canneto” s’intende non semplicemente l’insieme dei percorsi per raggiungere il Santuario quanto l’intera area legata non solo al territorio geografico, ma anche alla cultura, alle tradizioni, agli stili di vita, alle esperienze religiose come risposta alla necessità di tutela, di valorizzazione nella sua specifica peculiarità storica, culturale, ambientale, economica, spirituale. Di conseguenza, s’intende un sistema territoriale che recupera, valorizza e promuove, attraverso una strategia coordinata e integrata, il patrimonio religioso, storico, artistico, culturale, paesaggistico. Sempre nel rispetto dell’ambiente. Numerosi i vantaggi offerti da questo Progetto: la rete ecclesiale territoriale entrerebbe in rapporto con altre reti (ecologico-ambientali, sistemi turistici locali, istituzioni) rispondendo così anche a esigenze complementari della fruizione culturale, turistica e del tempo libero; il Progetto potrebbe essere un fattore innovativo anche nella prospettiva del recupero e riuso del patrimonio ecclesiale, artistico ma anche immobiliare, mettendo in relazione soggetti locali diversi ed insieme interessati a dare un volto nuovo al turismo non vendendo un marchio ma producendo cultura e soprattutto “itinerari di senso”; è un’opportunità per le realtà più piccole, per le quali è faticoso e problematico trovare forze e risorse per avviare progetti autonomi; offre la possibilità di contribuire allo sviluppo economico e sociale sostenibile del territorio attraverso la generazione di un’economia di indotto ed offrendo concrete opportunità di lavoro ai giovani.

Gianni Fabrizio

 

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