II Domenica d’avvento, Anno A
Giovanni il Battista è il grande protagonista dell’Avvento. Il Signore non lascia mai solo il suo popolo davanti agli eventi più importanti ma offre a tutti la possibilità di riconciliarsi ed incontrarlo nel suo aspetto clemente e misericordioso. La predicazione di Giovanni poteva sembrare dura, senza mezzi termini, senza concessioni alla debolezza umana; in realtà era piena di verità e di desiderio di bene per le anime che lo incontravano. Certo, egli non conosceva il compromesso. Come tutte le anime conquistate da Dio si trovava in piena sintonia con il pensiero più alto che risuonava nel suo cuore e di cui egli era solo un semplice esecutore, per cui l’apparente durezza nascondeva in realtà lo zelo per la salvezza delle anime che è parte integrante del cuore misericordioso di Dio.
Quanti predicatori del passato, quanti santi, come San Giovanni da Capestrano, San Bernardino da Siena, San Lorenzo da Brindisi, hanno usato la durezza del tono ma hanno conquistato migliaia di anime liberandole per sempre dal peccato! Nei nostri tempi anche San Pio da Pietrelcina (+1968), il Santo del Gargano, ha rimproverato e non poco i suoi contemporanei, con la maestria e la purezza di cuore propria solo dei santi ed ha conquistato anche lui innumerevoli anime alla grazia.
Che dire oggi dei nostri discorsi melliflui ed edulcorati fondati sul dialogo, sull’accoglienza e sull’accompagnamento spirituale? Non sono solo il più delle volte falsi specchi per le allodole che servono ad evitare di rimproverare l’errore, e di condurre alla via della grazia per questioni di “quieto vivere”? Non è il compromesso con il mondo che fa i santi, ma la vittoria totale su di esso.
Sembra che rimproverare i vizi oggi sia dannoso e che esaltare le virtù sia presuntuoso e trionfalistico. Ma qual è la via del bene che vogliamo intraprendere davanti al peccato? Quella della conversione! Ci risponde San Giovanni Battista: Convertitevi, perché il regno dei cieli è vicino! Il motivo della conversione è solo questo: Il Signore è vicino!
Cosa significa però che il Signore è vicino? Forse che la fine del mondo sia imminente? Certamente no anche se il periodo di Avvento richiama anche questi contenuti definitivi della venuta del Signore, come abbiamo visto nelle letture della liturgia di domenica scorsa. Il Signore è vicino però anche perché ci ha fatto, ci sostiene, ci vuole. La sua vicinanza è perenne e quindi il desiderio di convertirsi a Lui dovrebbe essere perenne: Pregate senza stancarvi per non entrare in tentazione (Lc 22, 46).
La tentazione di oggi, globalista ed immanentista, è di scordarsi del tutto di Dio, del nostro Creatore e Signore universale. Fare tutto senza Dio sembra un segno di emancipazione, di crescita culturale, di vita adulta. In realtà è il più grave danno, la più grande condanna che l’uomo possa subire su di sé. Essere senza Dio è la famosa pena del danno, la più grave tra quelle infernali.
San Giovanni Battista ci ricorda la dimensione umana e personale di Dio. Dio è vero uomo, si presenta e si comunica in Cristo: colui che viene dopo di me è più forte di me e io non sono degno di portargli i sandali. Dunque Dio è un uomo. Viene dopo Giovanni Battista. Egli non è degno neppure di portargli i sandali. Ma è un uomo come lui e come un servo si sente di portargli i sandali, anche se non ne è degno per la Sua altissima dignità. Cosa farà quest’uomo: Vi battezzerà in Spirito Santo e fuoco. Tiene in mano la pala e pulirà la sua aia e raccoglierà il suo frumento nel granaio, ma brucerà la paglia con un fuoco inestinguibile.
Anzitutto viene a salvarci: ci battezzerà in Spirito Santo e fuoco. Perché il fuoco? Forse il dono dello Spirito Santo che si riversa integralmente nei cuori dei fedeli per il dono del Battesimo e degli altri sacramenti… forse il fuoco della sofferenza e del dolore, perché i discepoli del Dio-uomo subiscono la stessa sorte di castigo e condanna, in quanto come il loro maestro vogliono portare il peso dei peccati dell’umanità a favore del corpo mistico che è la Chiesa. Forse è anche il fuoco della purificazione interiore che spesso nella Bibbia è come un fuoco: tuttavia egli si salverà, però come attraverso il fuoco (1Cor 3, 15). Il fuoco che pervade le anime del purgatorio è questo fuoco divoratore che consuma le ultime scorie del peccato. E’ il fuoco dell’amore che emana luminosi e ampi raggi dell’amore primo di Dio.
Infine il Dio-uomo opererà il giudizio: la separazione della pula dal grano … pulirà la sua aia e raccoglierà il suo frumento nel granaio, ma brucerà la paglia con un fuoco inestinguibile. La misericordia non esclude il giudizio, anzi lo compie del tutto e alla perfezione. Chi accoglie la misericordia diventerà grano buono, ma chi non l’accoglie resterà quello che è: combustibile per il fuoco inestinguibile. Il pensiero del giudizio faceva tremare i santi … e noi? Che non si spenga la fiamma dell’amore di Dio e di Cristo nel nostro cuore per camminare bene, accompagnati da Maria santissima e da tutti i santi, incontro al giudizio definitivo.
di P. Luca M. Genovese
Fonte: Settimanale di P.Pio