Una cena di solidarietà pro Opere salesiane

Una cena di solidarietà. Non è una novità, certo, perché sono tanti anni che nella Parrocchia di S. Pietro Apostolo in Cassino si organizza una cena di solidarietà per raccogliere fondi con qualche finalità benefica. A volte si è usato il sistema “fai-da-te” per cui ognuno preparava a casa e portava nel salone parrocchiale un piatto da condividere con tutti. Altre volte si è scelto un ristorante (nel territorio della parrocchia!), dove recarsi per la cena con un prezzo abbordabile compresa l’aggiunta finalizzata alla beneficenza.

Quest’anno i Salesiani Cooperatori, nell’organizzare l’annuale appuntamento, hanno optato per il Forum Palace Hotel, specificando che stavolta non bussavano pensando “solamente” al tradizionale concorso tra le scuole “Oscar Don Bosco”, ma anche ad altro, tanto che sull’invito hanno scritto: Pro Opere salesiane. Certo, perché, ora che c’è un viceparroco fisso, Don Tomas Jerez, che si occupa specificamente dell’Oratorio, bisogna dare una mano, perché i bambini ed i ragazzi che lo frequentano sono numerosi anche d’inverno e per organizzare le attività educative e formative occorrono mezzi, e le strutture hanno bisogno di manutenzione, di acqua, riscaldamento, corrente elettrica…

In questi casi, come in una famiglia, ci si riunisce tutti e se ognuno fa qualcosa, ogni sforzo pare moltiplicarsi e rendere molto di più. E poiché, come dice il proverbio, il bisogno aguzza l’ingegno, aggiungiamo alla cena anche un momento simpatico di intrattenimento con una estrazione a premi, basta procurare un po’ di oggetti graziosi e magari natalizi, visto che siamo in atmosfera e il gioco è fatto. In effetti proprio di gioco si è trattato, perché ha fatto ridere e scherzare spensieratamente e allegramente i presenti! Don Tomas era incaricato di estrarre i numeri, Tonino Mastrocicco di darne lettura al microfono, Adriana Verrengia della consegna dei regali ai fortunati vincitori. Cioè tutti o quasi.  Mi correggo: tutti, proprio tutti, perché se anche alla fine qualcuno tornava a casa a mani vuote, ognuno però aveva il cuore colmo di gioia e di allegria (Don Bosco non era il Santo dell’allegria?), perché era “uscito” di casa e da se stesso, era stato con gli altri, quelli con cui aveva parlato e scherzato a cena e quelli, magari sconosciuti, a cui arriverà un contributo in più di gioia e di efficienza. E allora, il sapere di fare del bene a qualcuno e il passare una bella serata in spirito di amicizia e familiarità sono due prodigiose e infallibili medicine, calmanti e distensive, che fanno sì che uno si senta bene, contento e sereno. Anche più ottimista. E non è poco.

E allora grazie a chi ha organizzato, a chi ha animato magari raccontando barzellette (preventivamente “lavate”!…), a chi ha partecipato, a chi amministrerà la somma ottenuta. Semplicemente Grazie!

Adriana Letta

 

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