All’ospedale Santa Scolastica e al San Raffaele di Cassino
Chinarsi sulla fragilità umana a condividerne il peso, farsi vicino con l’ascolto, con la parola, il sorriso e l’incoraggiamento ma soprattutto con l’indicare un orizzonte più alto e consolante a chi è sofferente e a chi lo assiste per professione o per familiarità, è davvero un atto cristiano al 100%, un’opera di Misericordia necessaria, più che mai ora, concluso l’Anno Santo straordinario della Misericordia ed entrati nel periodo di Avvento nell’attesa di Gesù che viene. E’ quanto ha fatto il Vescovo diocesano Gerardo Antonazzo stamani, 7 dicembre, vigilia dell’Immacolata, recandosi nell’ospedale Santa Scolastica di Cassino e poi al S. Raffaele.
Al Santa Scolastica il Vescovo, accompagnato dal cappellano e responsabile della Pastorale della salute Don Mario Colella, è stato accolto dal Direttore sanitario dott. Fabi che con grande disponibilità e affabilità lo ha accompagnato nella visita ai malati. Il reparto scelto quest’anno è stato quello di Geriatria e lì Mons. Gerardo ha salutato i medici e gli infermieri che vi lavorano, dialogando con loro sui temi più importanti che riguardano le professioni sanitarie, problematiche, prospettive, temi etici, professionali, organizzativi. Percorrendo i vari corridoi, era commovente constatare come è forte la fede semplice e genuina di tante persone, aiutata da molti infermieri che in vista del Natale hanno approntato alberi di Natale, presepi e festoni a rallegrare l’ambiente; un albero di Natale era addobbato tutto con cuori rossi lavorati all’uncinetto da una infermiera, che ne ha regalato uno anche al Vescovo. Qua e là davanti ai vari altarini della Madonna e di Padre Pio si si intuivano le preghiere, gli sguardi afflitti in cerca di speranza, le molte corone del rosario poste come collane alla Vergine Maria, quasi degli ex voto.
Il Vescovo Gerardo è entrato in tutte le stanze, ha salutato uno per uno i ricoverati, trattenendosi a parlare con loro, informandosi della loro salute, della loro famiglia e incoraggiandoli con parole affettuose, col sorriso, con una carezza o una mano sulla spalla, riuscendo così a portare davvero un raggio di luce e di speranza. In qualche caso particolarmente delicato si è soffermato un po’ di più, con amore paterno di Pastore. Come ricordo e augurio natalizio ha lasciato ad ognuno la preghiera di Papa Francesco alla Santa Famiglia.
Al termine di questo percorso, si è recato nella cappella dell’ospedale, dove si è radunato un bel gruppo di medici e operatori sanitari, ai quali ha rivolto, con gli auguri natalizi, il suo saluto di ringraziamento per il lavoro che svolgono, sempre a contatto con persone rese fragili dalla sofferenza e bisognose di comprensione umana prima ancora che di cure mediche. Anzi, proprio il saperle ascoltare e il saper parlare loro con le dovute maniere, rispettose sempre della dignità umana, costituisce, ha detto, la prima terapia. In questo modo medici e infermieri possono rappresentare la vicinanza di Dio. La recita della preghiera del Papa e la benedizione ha concluso questo breve ma intenso momento di spiritualità.
Nella seconda parte della mattinata Mons. Antonazzo si è recato al S. Raffaele, dove è stato accolto con calore dal dott. Di Cioccio e dagli altri responsabili della struttura, oltre che dal cappellano Don Fabrizio. Nella palestra della riabilitazione, i malati, schierati sui due lati, hanno atteso dal Vescovo una parola. E lui non si è fatto certo aspettare, li ha salutati con attenzione amorevole e ha parlato loro garantendo la propria vicinanza non solo in quel momento ma continuamente, e ricordando che non sono soli, Dio che è Padre non li lascia, conosce i loro patimenti ed è loro vicino. Ha ancora ricordato che il tempo di Avvento è tempo di attesa della venuta del Signore e che il Natale vuol dire proprio l’amore di Dio che si fa carne per noi. A tutti ha dato la benedizione e lasciato come ricordino la Preghiera di Papa Francesco.
Poi è passato nell’Hospice, il reparto più delicato di tutti, che si prende cura di pazienti nella fase progressiva della malattia attraverso le cure palliative. Il responsabile dott. Del Monte, ha guidato la visita illustrando le caratteristiche del centro, che dispone di 15 posti letto per l’assistenza residenziale e fornisce a 60 pazienti l’assistenza domiciliare. Medici, infermieri, volontari Caritas, tutti erano presenti e partecipi, in un’atmosfera di tipo familiare, nel massimo rispetto della persona. Il Vescovo è passato per le stanze dei malati, anche se non con tutti era possibile parlare, ma ha incontrato anche i familiari e tra questi P. Alessandro, un francescano del santuario di Loreto venuto a trovare la mamma ricoverata. Momenti forti e toccanti. Le volontarie Caritas hanno chiesto al Vescovo di benedire le piccole strenne natalizie che avevano preparato con pensiero gentile per distribuirle. Una mattinata intensa, dunque, quella del vescovo Gerardo, che era iniziata alle 5 con la Celebrazione per l’Immacolata a S. Elia ed era poi trascorsa in quelle “periferie esistenziali”, come le chiama Papa Francesco, che fanno vero e fraterno l’amore cristiano.
Adriana Letta