Cassino, primo evento dell’Anno celebrativo del 40° anniversario della consacrazione della chiesa
A dir poco emozionante il Presepe Vivente rappresentato nella Chiesa Madre: lo stesso progetto che, partito da Maurizio Facchini, e realizzato insieme alla moglie Simona e a molte altre persone entusiasmate all’idea, è stato rappresentato a Canneto nella Basilica Santuario della Vergine Bruna qualche giorno prima di Natale. Stavolta, per volere di Don Salvatore Papiro, Parroco della Chiesa Madre, ha costituito il primo evento dell’anno celebrativo del 40° anniversario della consacrazione della Chiesa Madre, ricostruita ex novo dopo la distruzione bellica.
Quante volte abbiamo sentito o letto il racconto della nascita di Gesù e abbiamo festeggiato il suo Natale! quelle parole ci suonano così note e familiari che quasi non le sentiamo. Ma se vediamo e udiamo persone in carne e ossa che parlano e agiscono come fossero davvero: Maria, Giuseppe, Elisabetta, i pastori, i Magi… e ne capiamo i sentimenti, le paure, i dubbi, le decisioni, la generosità di risposta, è come se all’improvviso sentissimo per la prima volta il racconto della nascita di Gesù. Restiamo colpiti al cuore, siamo portati a riflettere, a considerare in modo del tutto nuovo ciò che credevamo di conoscere e siamo conquistati e commossi dallo scoprire – o ri-scoprire – le verità della nostra fede. Forse avevamo trascurato di coltivarla per farla crescere e d’improvviso ci accorgiamo che la nostra fede è rimasta bambina, non l’abbiamo fatta veramente penetrare dentro di noi che nel frattempo siamo cresciuti e diventati adulti o magari anziani. Allora è stupendo ritrovare quello spirito bambino che torna a farci stupire di cose che dovevamo o credevamo di conoscere: per esempio, di fronte all’annuncio dell’angelo che cosa avrà provato Maria, che cosa Giuseppe! Mica sono personaggi di fantasia come figurine disincarnate, sono persone umane esattamente come noi. Chissà come sarà sembrato loro difficile il passo da compiere! Ed ecco, il Vangelo ci appare in una luce nuova, più vera e più umana, più profonda, tridimensionale direi, e più consapevolmente accolta.
Questo è capitato alle numerose persone, autorità e persone comuni, che sabato 7 gennaio hanno assistito, nella Chiesa Madre di Cassino, alla sacra rappresentazione del Presepe Vivente. Una rappresentazione bellissima, di grande ricchezza e profondità teologica e catechetica, con il titolo “Maria e Giuseppe: la grande storia d’amore“, accompagnata musicalmente dal Coro S. Pietro Apostolo di Cassino diretto dal M° Sonia Miele e da una rappresentanza di un Coro di Isola del Liri, sviluppata in una sequenza di scene: dai profeti che annunciano la venuta di Gesù il Messia, all’Annunciazione a Maria e a Giuseppe, che riescono ad accettare per fede il progetto di Dio su di loro superando dubbi e timori. Dunque un Sì non scontato non interessato non facile, ma consapevole, riflettuto, attento e generoso.
Segue la scena della visita di Maria alla cugina Elisabetta e del Magnificat, che già vede in Maria la Madre dell’umanità; irrompono poi in forze i soldati romani a portare e notificare al popolo l’editto di Cesare Augusto sull’obbligo di fare il censimento di tutta la terra: le loro armature e insegne e il passo marziale incutono timore negli spettatori, come dovette succedere allora alle persone semplici. Maria e Giuseppe, insieme, intraprendono il viaggio verso Betlemme e non trovano alloggio: il loro camminare lento e incerto nel buio fa comprendere bene quanto fosse davvero difficile per loro e quanta fede li sostenesse. L’arrivo alla stalla, la premura di Giuseppe verso Maria per farla riposare e riscaldare, ma al tempo stesso la sua preoccupazione, umanamente comprensibilissima. Poi il buio, seguito da una luce ed un vagito che portano alla scena più importante: la nascita di Gesù. Torna il sorriso sul volto dei due giovani sposi, insieme alla gioia, alla tenerezza, alla cura intorno a quel piccolo fagottino che intenerisce tutti i presenti. Un momento magico, che è riuscito a rendere la semplicità di una scena familiare comune e al tempo stesso il mistero che avvolge un evento straordinario. Fanno avvicinare il Vescovo Gerardo, che prende in braccio il Bambino, sorride, lo mostra così tenero e fragile ai presenti, gli avvicina il microfono alla bocca e lui… fa sentire la sua voce. Un momento dolcissimo di Vangelo.
Le scene seguenti mostrano l’arrivo alla grotta di persone del popolo, dei Magi con i loro doni, degli zampognari che suonano, infine di rappresentanti della parrocchia, ministranti, confraternite, fedeli… categorie diverse, persone e vestiti diversi, quasi a simboleggiare “tutti i popoli della terra” che adorano il Dio incarnato.
Un Presepe Vivente “vivo”, pieno di fede e di spiritualità che non si può definire semplicemente uno “spettacolo”, sarebbe riduttivo, anche se tecnicamente lo era, per gli attori, le loro tecniche recitative, le tecnologie di luci, amplificazione audio, registrazione e trasmissione in diretta streaming web tv (grazie alla Pastorale Digitale). Era davvero una “sacra rappresentazione”, spirituale, ispirata e ispiratrice. Realizzata con competenza ma soprattutto con entusiasmo e fede da parte dei molti che hanno in vario modo collaborato, ben oltre 50 persone, senza contare il coro. Tutto questo ha sottolineato il Vescovo Gerardo nel saluto finale di ringraziamento sia a chi aveva lavorato alla realizzazione del Presepe, sia a chi vi aveva assistito, sfidando, gli uni e gli altri, temperature molto rigide.
Un plauso e un grazie agli organizzatori e a tutti coloro che hanno collaborato a realizzare un’opera straordinaria.
Adriana Letta