Si è tenuta nel pomeriggio del 26 gennaio, sempre presso l’accogliente Sala Giovenale in Aquino, la seconda serata del IV Seminario Teologico-Pastorale, quel particolare cammino diocesano che gravita, quest’anno, intorno al tema del matrimonio, alla luce dell’Esortazione Apostolica “Amoris Laetitia”, in cui papa Francesco ha ben saputo riassumere tutte le letture «imbevute di Sacra Scrittura» dei padri sinodali, per utilizzare un’espressione della prof.ssa Rosanna Virgili, la biblista ospite di questa sera, che ha magistralmente condotto il discorso sulla bellezza dell’amore tra due sposi.
Mons. Gerardo Antonazzo, vescovo di Sora-Cassino-Aquino-Pontecorvo, ha fatto da apri pista a tutto l’incontro. A Paola l’incarico di evidenziare le parole chiave della prima serata per collegarle in un corpus unicum con quelle che di lì a poco avrebbe pronunciato la prof.ssa Virgili. A Marco gli onori della presentazione dell’ospite Rosanna Virgili: laureata in Lettere e Filosofia e licenziata in Scienze bibliche al Pontificio Istituto Biblico di Roma, è docente di Esegesi presso l’Istituto Teologico Marchigiano.
La prof.ssa ha estasiato gli astanti con il suo discorso squisitamente caratterizzato da quella umanità e da quella bellezza che si coglie, non solo in una biblista, cioè in un’esperta che dalle Sacre Scritture riesce a cogliere il particolare, ma anche e soprattutto da una mamma, il tutto coniugato da una dolcezza generale che ha meravigliato la Sala.
Partendo da un excursus sul concetto di soggetto e individuo, Rosanna ha sottolineato come nella Bibbia «la famiglia è il luogo dove le persone vivono. Era importante avere un marito per una moglie e viceversa e dei figli. Oggi ci troviamo nel condizionamento della finanza in cui non siamo cittadini ma consumatori; da ciò scaturisce un amore liquido (Bauman). Proprio per questo ci lasciamo aprire dalla parola di Dio, che ci dà le ragioni del matrimonio i cui cardini sono fedeltà e indissolubilità. A volte la parola può sembrare oscura; ciò che capita nel Libro di Osea, una vera storia di deflagrazione, una scatola nera di un matrimonio fallito.
All’inizio del libro il profeta Osea riceve da Dio l’ordine di sposare Gomer, una prostituta: questo matrimonio illustra l’infedeltà d’Israele verso Dio. La donna rappresenta la nazione d’Israele che praticava l’idolatria. Il popolo è esortato a pentirsi per ottenere il perdono di Dio e a non cercare più la protezione di un’alleanza militare. Come la moglie di Osea ha potuto riabilitarsi “verginizzazione”, così il popolo pentendosi otterrà la guarigione e Dio l’amerà senza mezze misure: Israele tornerà dunque a prosperare grazie alla benedizione divina. Da qui il titolo della seconda serata “Ti farò mia sposa per sempre”». Osea sperimenta vari modi per vendicarsi con la moglie; i loro figli avrebbero dovuti essere i ministri pubblici che avrebbero dovuto accusare la mamma. I modi della vendetta non sembrano attuabili per andare avanti; occorre infatti la mitezza che apra nei coniugi una primavera, frutto di amore e di rinascita. Questa fioritura ci è consentita dalla corrispondenza non solo d’anima ma anche di corpo, “d’amorosi sensi” come diceva il Foscolo dei Sepolcri. La vicenda di Osea si conclude con il ritorno della moglie da suo marito e l’inizio di una nuova stagione per la coppia: un giglio che fiorisce.
A conclusione di questa parte, forse non a caso, il canto mariano “Dell’aurora Tu sorgi più bella”.
Si è lasciato, poi, spazio alle domande degli astanti.
Il coro “Madonna delle Grazie – Roccavivi”, diretto da Marianna Polsinelli e con Giacomo Cellucci alla tastiera, ha legato con le note e con il canto le varie fasi dell’incontro.
Come sempre la WebTV diocesana, capeggiata da Francesco Marra, ha coperto l’evento offrendo a quanti non sono potuti intervenire di persona all’incontro la diretta streaming, che tra qualche ora sarà disponibile sul sito.
Andrea Marinelli
Foto: Mario Fraioli