L’appuntamento più importante dell’anno universitario, in cui si traccia un bilancio del lavoro svolto dall’Ateneo e si delineano prospettive per il futuro, ascoltando la voce di tutte le categorie coinvolte, è senza dubbio la cerimonia di Inaugurazione dell’Anno accademico, che a Cassino si è svolta martedì 31 gennaio nell’Aula magna del Campus Folcara. Per l’Università di Cassino e del Lazio meridionale è la 38ª volta e come sempre, ha seguito le regole dell’ufficialità consolidata. Erano presenti molte autorità, quelle accademiche, quelle religiose, il Vescovo diocesano mons. Gerardo Antonazzo e l’Abate di Montecassino D. Donato Ogliari, autorità militari e civili, a cominciare dal Prefetto di Frosinone Emilia Zarrilli e rappresentanti di istituzioni regionali, provinciali e comunali, presenti molti docenti, studenti, dipendenti dell’Ateneo, imprenditori e cittadini. A curare la parte musicale è stato il Coro dell’Università, diretto dal Maestro Fulvio Venditti, accompagnato al pianoforte dalla prof.ssa Susanna Pasticci.
Il primo intervento è stato del Magnifico Rettore, Giovanni Betta, che ha tenuto la sua prolusione, atta ad analizzare e valutare il lavoro svolto nell’anno trascorso e a indicare le linee progettuali dell’Ateneo, che sempre più mira a radicarsi nel territorio per contribuire alla sua crescita non solo culturale ma anche socio-economica. In rappresentanza degli studenti, è intervenuto Fortunato Redi, per il personale tecnico-amministrativo Salvatore Corbo, infine a dar voce ai laureati dell’Ateneo cassinate, per l’ALACLAM, Bernardo Protano.
La lezione inaugurale, che dallo scorso anno viene di nuovo affidata, secondo un’antica tradizione, a un docente interno, è stata tenuta dalla prof.ssa Maura Imbimbo, Professore Associato confermato per il settore scientifico disciplinare “Tecnica delle Costruzioni” presso la Facoltà di Ingegneria, che ha parlato sul tema, quanto mai attuale e scottante: “Terremoti e costruzioni: cosa può o non può fare la scienza“. I fatti recenti e disastrosi accaduti in Italia centrale hanno indotto l’Università, che comprende un Dipartimento di Ingegneria civile, a scegliere la trattazione di un tema quanto mai sentito e impellente, perché le costruzioni sono da rendere sicure se fatte nei secoli scorsi, o da costruire ex novo secondo i migliori criteri antisismici e le migliori tecniche. D’altronde è pur vero che eventi come quelli che hanno devastato negli ultimi mesi grandi territori, debbono esser presi sul serio come insegnamento e stimolo a capire meglio e a costruire meglio, per evitare che si ripetano altri disastri.
La parte riguardante le costruzioni è stata poi completata dall’intervento di Mario Tozzi, geologo e noto divulgatore scientifico in tv (attualmente con il programma “Fuori luogo”), che al suo intervento ha dato un titolo provocatorio: “Gli eventi catastrofici non esistono“, spiegando, anche attraverso molti esempi, che tutte le zone della dorsale appenninica sono sismiche e appartengono alla stessa regione geologica, che l’Italia è un territorio geologicamente giovane e perciò subisce queste scosse strutturali di assestamento, che sono gli errori degli uomini a creare danni, non la natura con i terremoti. Sapendo dunque che il territorio è fragile, occorre agire per prevenire; ormai è chiaro che dobbiamo avere a che fare con i terremoti, perciò occorre dare la priorità alla costruzione e alla manutenzione antisismica di tutti gli edifici pubblici e privati, impiegando in questo modo i soldi, nella prevenzione prima che nel soccorso.
L’intervento conclusivo è stato del Ministro della Salute Beatrice Lorenzin, che agganciandosi al tema della prevenzione, ha parlato delle malattie che provengono dalla globalizzazione, affermando che queste non arrivano necessariamente dai barconi dei migranti, ma anche da viaggiatori di prima classe. Per questo è di fondamentale importanza la prevenzione attraverso le vaccinazioni. La gente non deve dar retta a programmi satirici più che al Ministero, che è la fonte ufficiale ed è in possesso dei dati e delle conoscenze necessarie per valutare le situazioni e dare giusti consigli e prescrizioni. Inoltre il ministro ha mostrato apprezzamento per la ricerca e per quanto fa l’Università che con la sua presenza sul territorio può davvero contribuire al miglioramento generale.
Ora dunque, l’anno accademico 2016-2017 è ufficialmente aperto, con l’auspicio che possa essere per tutti fonte di progresso, non solo per i giovani che vi compiono gli studi e per il personale docente e non docente, ma che proprio possa divenire volano di sviluppo per tutto il territorio.
Adriana Letta
Foto di Alberto Ceccon e Alessandro De Rosa