Inizio della Settimana Santa: sereno per noi, di sangue e di terrore per i cristiani d’Egitto
Domenica 9 aprile, la Domenica delle Palme si è presentata nella sua veste più bella, “da cartolina”, con condizioni climatiche ottimali e in tutte le parrocchie si è celebrata con solennità e grande partecipazione di fedeli. Nella Parrocchia di S. Pietro Apostolo in Cassino, la tradizionale Benedizione delle Palme si è svolta come sempre nello spazio esterno dell’Oratorio. I fedeli si sono radunati con i rami di ulivo in mano e disposti in un grande cerchio hanno accolto il Celebrante, il parroco Don Fortunato Tamburrini, insieme al viceparroco Don Tomas Jerez e ai ministranti, cantando “Osanna al Figlio di David”. Dopo alcune preghiere e la lettura di un brano del Vangelo, Don Fortunato ha asperso con l’acqua santa le palme, tenute alte dai fedeli, per ricordare l’ingresso trionfale di Gesù in Gerusalemme prima di andare incontro alla morte, racconto presente in tutti e quattro i Vangeli, con la notazione, da parte di Matteo e Marco, che la gente sventolava rami di alberi, o fronde prese dai campi.
Poi processionalmente, illuminati da un caldo sole primaverile, ci si è recati in chiesa, dove ha preso inizio la S. Messa, animata dal Coro parrocchiale diretto dal M° Sonia Miele. Si è dato così inizio alla Settimana Santa, durante la quale si rievocano gli ultimi giorni della vita terrena di Cristo e vengono celebrate la sua Passione, Morte e Risurrezione. La liturgia del giorno prevedeva l’ascolto del racconto della Passione di Gesù, tratta dal vangelo di Matteo (26,14-27,66): ne hanno dato lettura tre diversi lettori, rappresentanti il cronista, i personaggi della vicenda che intervengono ogni tanto, e Gesù Cristo. La toccante narrazione, antica e sempre nuova, si è articolata in varie parti, dall’Ultima Cena con l’istituzione dell’Eucaristia all’Orto degli Ulivi dove Gesù cominciò a provare tristezza e angoscia, al suo arresto, al processo giudaico e all’episodio del tradimento di Pietro e del canto del gallo; ancora al processo romano, con la condanna, perché a Gesù la folla preferisce Barabba, alla salita al Calvario, e infine la Crocifissione, morte e sepoltura di Gesù.
Al termine della Messa, i numerosissimi fedeli si sono scambiati gli auguri e parte dei rami di ulivo benedetti, da conservare quali simbolo di pace.
Rispetto a tale atmosfera lieta e beneaugurante della mia parrocchia come di tutte le altre parrocchie della nostra Diocesi e d’Italia, tanto più duro è stato per me, ma credo per tutti, l’impatto della terribile notizia del duplice attentato kamikaze in Egitto contro le comunità cristiane che nelle chiese copte stavano celebrando – come noi, nelle stesse ore! – la funzione per la domenica delle Palme: prima l’esplosione durante la messa nella Chiesa di San Giorgio a Tanta, a nord del Cairo; poi l’attentato nella cattedrale di San Marco ad Alessandria. 46 i morti, più di 120 i feriti, senza contare le devastazioni, materiali e psicologiche. L’Isis ha rivendicato gli attacchi suicidi con una dichiarazione postata sui social media dall’agenzia legata all’autoproclamato Stato Islamico Amaq. Il presidente Al Sisi ha dichiarato lo stato di emergenza per 3 mesi. Fa male al cuore, in maniera indicibile. La nostra Settimana Santa e la nostra Pasqua non potranno assolutamente prescindere da questo, dobbiamo sentirci fraternamente vicini ai cristiani egiziani così provati e a tutti i cristiani perseguitati nel mondo e far giungere loro la nostra preghiera ed il nostro aiuto.
Adriana Letta