Domenica 21 maggio sono state celebrate le prime comunioni nella Parrocchia dei Santi Giovanni Battista ed Evangelista di Casalvieri. I piccoli, accompagnati dalle loro famiglie, si sono ritrovati presso la casa delle suore pallottine, luogo denso di significato poiché proprio tra i locali dell’edificio si sono svolte le lezioni di catechismo durante i tre anni di preparazione. Guidati dai genitori e dalla catechista Martina Torti, gli otto bambini – Aleandro, Alessandro, Elisa, Francesco, Gianna, Leonardo, Silvio e Stefano – si sono incamminati verso la Chiesa madre portando ciascuno un giglio bianco che poi hanno deposto ai piedi del presbiterio.
La celebrazione ha offerto all’attenzione dei fedeli presenti diverse situazioni toccanti: i canti liturgici che hanno contribuito a far percepire la solennità del momento, la presentazione dei bambini, il momento in cui questi hanno ricevuto per la prima volta il Corpo e il Sangue di Cristo.
Durante l’omelia monsignor Alessandro Recchia ha parlato dell’amore che Gesù ha per noi – e che ci chiede di avere – spiegando il vangelo del giorno (Gv 14, 15 – 21). L’idea più diffusa dell’amore è utilitaristica: si tende ad amare delle cose o delle persone nella misura in cui queste corrispondono ai nostri bisogni e alle nostre attese. L’amore che ci propone Gesù, invece, comporta l’assunzione di un impegno – «Chi mi vuol seguire rinneghi se stesso, prenda la sua croce e mi segua» (Mc 8, 27 – 35) – che non viene meno con le difficoltà e non cerca tornaconti – «L’amore non dona che se stesso e nulla prende se non da se stesso. L’amore non possiede né vorrebbe essere posseduto. Poiché l’amore basta all’amore» (K. Gibran, Il Profeta) – e che arriva fino al dono della vita. Questo non significa, non necessariamente almeno, giungere all’estremo sacrificio. Un amore che dona la vita può essere quello di un papà o di una mamma che lavorano un’ora in più, anche quando sono stanchi, per non far mancare nulla alla famiglia. Può essere quello che c’è all’interno di una coppia, dove ci si ascolta e ci si fa carico delle difficoltà e dei problemi dell’altro. Può anche essere il nostro, tutte le volte che riusciamo a vedere nei volti, talvolta antipatici, delle persone che la vita ci fa incontrare il volto di Gesù.
Al termine della celebrazione ai bambini è stato consegnato un ricordino: una copia dei Vangeli, una pergamena e un rosario. A loro che per la prima volta hanno incontrato Gesù in questo modo nuovo va il nostro augurio affinché possano farsi, insieme con le loro famiglie, suoi testimoni.
Luigi Cicchini