Un evento ideato e organizzato dall’Associazione culturale-artistica Pentacromo a Cassino sul tema della giustizia
L’arte di giudicare, o meglio: Ars Judicandi. E’ stato intorno a questo tema, complesso e poliedrico, che si è svolto un interessante evento artistico-culturale venerdì 26 maggio nella Sala degli Abati della Curia a Cassino. Organizzato e voluto dall’Associazione “Pentacromo” e inserito nel Festival di teatro sociale CassinoOff, iniziato il 5 maggio fino all’11 giugno, l’evento è stato doppio: una mostra di opere di artisti di talento attivi sul territorio, ed un forum, entrambi sul tema della giustizia, nel diritto, nella religione, nell’arte, nella politica, nella medicina, nel giornalismo, nella storia, diversi modi di concepire la giustizia. Ventuno opere sul tema della giustizia erano esposte nel locale adiacente alla sala ed hanno immediatamente attratto i partecipanti appena arrivati. Di queste opere, con il nome dell’autore, il titolo ed una breve sintesi esplicativa, scorrevano le immagini in sala lungo tutto il tempo del dibattito.
Per il forum, svoltosi in sala al fine di riflettere sulle varie accezioni e declinazioni del termine giustizia, si è scelta la formula dell’intervista. Dopo i saluti di rito del Presidente dell’Associazione Pentacromo Emanuele Miranda, e del Rettore dell’Università di Cassino e del Lazio meridionale Giovanni Betta, la giornalista Elena Pittiglio, conduttrice della serata, poneva delle domande a rappresentanti di istituzioni e del mondo della cultura per osservare da diverse angolazioni il pianeta giustizia. Il primo intervistato è stato il Presidente dell’Ordine dei Medici di Frosinone Fabrizio Cristofari, che ha sottolineato che compito del medico è di fare diagnosi “in scienza e coscienza” ed ha illustrato alcuni aspetti particolari, riguardanti il patto di alleanza medico-paziente oggi messo in discussione, il risarcimento in caso di errori medici, ricordando che nel codice deontologico si ritrovano le giuste regole di buona pratica clinica e di rapporti con i pazienti. Il Presidente del Tribunale di Cassino, Massimo Capursi, ha parlato sul rapporto tra Diritto e giustizia, mentre il Sindaco di Cassino Carlo Maria D’Alessandro, nell’affrontare il tema dal punto di vista della politica, ha citato il Procuratore nazionale antimafia Roberti, recentemente venuto a Cassino, secondo cui non bisogna aver paura di esporsi, né di sbagliare: è importante impegnarsi e farlo sempre “in fede e coscienza” e con serenità di giudizio.
Per parlare di Giustizia divina, c’erano due esperti: il primo, Don Alessandro Recchia, esperto di Diritto canonico e delegato del Vescovo Mons. Gerardo Antonazzo, ha voluto confutare la tradizionale e distorta contrapposizione tra il “Dio giustiziere” dell’Antico Testamento e il “Dio Amore e Misericordia” del Nuovo Testamento. In realtà, ha spiegato, la giustizia, nell’A.T. è come l’uomo deve rapportarsi a Dio secondo equità e l’esempio tipico di “uomo giusto” è Abramo, che si fida di Dio ed esce dalla sua terra sicuro che Dio lo accompagnerà. Uomo giusto è chi si prende cura del debole. Tale modello trova compimento nel Nuovo Testamento in S. Giuseppe, uomo giusto per eccellenza. S. Paolo dice che la giustizia di Dio si manifesta attraverso la fede in Gesù. L’altro esperto, Don Luigi Maria Di Bussolo, delegato dell’Abate di Montecassino Dom Donato Ogliari, intervistato su Giustizia e Regola di S. Benedetto, ha chiarito che Regula in latino vuol dire non un insieme di norme, ma guida e protezione, come un passamano per chi scende o sale le scale, è la prospettiva per il cammino della vita. Quindi, più che le regole, che pur ci sono, è importante lo spirito che le anima, che è quello del Vangelo, l’amore, legge suprema. La misericordia prevale perché ingloba in sé e supera la giustizia.
Una rappresentante di Istituto del Liceo Artistico di Cassino, Lorena Scanu, ha posto l’accento sul ruolo fondamentale dell’artista nella società. Particolarmente incisivo l’intervento su giustizia e legalità di Luigi Maccaro, responsabile della Comunità Exodus di Cassino, secondo il quale è corretto che ci sia un sistema giudiziario che faccia rispettare le leggi, ma Exodus è nata non per giudicare chi ha sbagliato, bensì per riparare l’ingiustizia sociale che è all’origine dell’errore per cui la persona nata in un certo contesto si vede negata l’esperienza dell’infanzia, per rimediare alle mancanze della società, costruire nuovi progetti di vita e ridare opportunità a chi se le è viste negare dalla vita. Anche l’arte è importante in questo, il metodo Exodus si serve molto della Musica, per far rinascere le persone facendo emergere le cose migliori di una persona. Le istituzioni, ha detto ancora, dovrebbero avere più cura delle periferie degradate e portare lì concerti e manifestazioni artistiche, perché l’arte è la porta per andare verso gli altri, fare inclusione sociale. “Fa molto più un Coro o un teatro che una cura di metadone”, ha concluso.
Molti gli interventi e le questioni messe sul tappeto, impossibile rendicontare tutto. Su Giustizia e giornalismo ha parlato Fernando Riccardi, giornalista de L’Inchiesta: i principi deontologici sono inequivocabili, ma difficili da attuare, non abbiamo la ricetta per l’informazione corretta. Il cronista dell’Arte Rocco Zani, dopo aver ringraziato tutti gli artisti che hanno esposto loro opere, ha affermato che l’arte di giudicare l’arte è… di non giudicare, ma di osservare e ascoltare.
Secondo l’ing. Andrea Chietini, presidente della Fondazione U. Mastroianni, gli artisti contribuiscono a rendere belli i luoghi e quindi ad attirare turismo, e ha citato l’esempio del monumento alla Pace di Mastroianni a Cassino. Pasquale Beneduce, docente di Diritto medievale e moderno nell’Ateneo cassinate, ha osservato che arte e giustizia sono linguaggi che servono a “rappresentare”: in un processo si “ritaglia” il fatto; anche l’arte ritaglia un pezzo della realtà ed esclude il resto. A volte la letteratura, il cinema, la carta, rappresenta il processo (mostrando il dipinto di F. Netti “In Corte d’Assise”) e diviene la rappresentazione di una rappresentazione, una sorta di gioco degli specchi. Infine Gaetano De Angelis Curtis, Presidente del CDSC, indagando l’ambito Giustizia e Storia, ha fatto notare come la Storia è maggiormente esposta a manipolazioni, perciò deve trascorrere un lasso di tempo perché si possa emettere un giudizio storico. La Storia scritta sui libri, ha chiesto, corrisponde alla storia vera? Non sempre, anche perché la scrive il vincitore che ha preso il potere, perciò è importante che nel corso degli anni, per avere una visione completa, si vada a guardare le fonti, che debbono essere attendibili, verificabili e plurime, per poter verificare, approfondire, comparare.
Gli interventi sono stati intervallati da momenti musicali belli, raffinati e godibili, offerti da Fabio De Vivo alla chitarra e dalla voce di Simona Verrecchia. Al termine, Danilo Salvucci, dell’Associazione Pentacromo, ideatore e “anima” dell’evento, ha salutato e ringraziato cordialmente tutti i presenti.
Adriana Letta