Vangelo del giorno: Gv 3,16-18
Parola del giorno: “perché chiunque crede in lui non vada perduto”
Nicodemo, il personaggio
che è andato ad incontrarlo nella notte, è interessante.
L’insegnamento di Gesù lo ha non solo incuriosito,
ma già – in qualche modo – affascinato.
E Gesù non perde l’occasione per calarsi insieme a lui
nel profondo del mistero della fede e della verità.
La sua difficoltà è credere a quello che non vede
o che alla sua mente appare impossibile, ma Gesù
porta il discorso sul campo dell’amore
che non soltanto può essere capito, ma – ne è sicuro –
viene prima e alla fede può far da battistrada.
L’amore, infatti, non pensa a conquistare, ma a donare
e, se l’amore è vero, per prima cosa
mira a dare la salvezza. Costi quel che costi.
Questo ha fatto Dio che ha mandato il Figlio
perché ogni uomo sia salvato; e per questa ragione
è giunto fino al punto di sacrificarlo
Credere, allora, non è un puro sforzo dell’intelligenza
che sta lì ad arrovellarsi con la pretesa di capire tutto;
credere è rispondere all’amore con l’amore.
E più l’amore assomiglierà al suo
più – si può dire che – la fede si fa grande.
Cosa sia più difficile, non tocca a noi stabilirlo,
ma è certo che se si ama veramente e si cerca
di comprendere l’amore portando il proprio
sempre più in alto, sulla scia di Gesù,
prima o poi si finirà per credere.
Dal Vangelo secondo Giovanni
In quel tempo, disse Gesù a Nicodèmo:
«Dio ha tanto amato il mondo da dare il Figlio,
In quel tempo, disse Gesù a Nicodèmo:
«Dio ha tanto amato il mondo da dare il Figlio,
unigenito, perché chiunque crede in lui non vada perduto,
ma abbia la vita eterna.
Dio, infatti, non ha mandato il Figlio nel mondo
Dio, infatti, non ha mandato il Figlio nel mondo
per condannare il mondo, ma perché il mondo
sia salvato per mezzo di lui.
Chi crede in lui non è condannato;
Chi crede in lui non è condannato;
ma chi non crede è già stato condannato,
perché non ha creduto nel nome dell’unigenito Figlio di Dio».