Credo

 

Dell’ultimo singolo di Giorgia, su cui vorrei soffermarmi ora, ho apprezzato non solo la musica decisamente trascinante e tutta da ballare ma anche il suo ottimo testo che lascia riflettere.
Il brano parla infatti della potenza e del coraggio di avere fede in ciò che si è e in ciò che si fa.
Per credere, in una religione, nell’amore, nell’amicizia, nelle relazioni con gli altri, è necessario compiere prima un cammino dentro sé stessi.

 

“Credo nelle lacrime

che sciolgono le maschere

Credo nella luce delle idee

che il vento non può spegnere”

 

Se riusciamo a sopravvivere a tutti i dolori e se sapremmo gestire bene anche le gioie che la vita riserva, allora penso che si arriverà a credere nell’anima, si potrà credere che ci sia un aldilà oltre a questo nostro affannarci sulla terra.

 

E io Credo che su questo tema bisognerebbe rifletterci un po’ meglio tutti quanti, non solo i più giovani, dal momento che viviamo in un mondo in cui va di moda il lamentarsi a vuoto fine a se stesso, a scapito dell’impegno. Viviamo un clima in cui serpeggia la disillusione a scapito non tanto dell’idealismo (che spesso è anche sterile), quanto del coraggio di provare a cambiare in prima persona con la propria vita quel mondo che sembra non piacerci più perché è diventato invivibile.

 

Non dimentichiamoci, invece, che il male, l’odio, le guerre, le barbarie umane hanno sempre caratterizzato la storia dell’uomo e, probabilmente, ancora lo faranno. Su tale “status quo” ci ha ammoniti tempo fa Gesù stesso (probabilmente perché anche a quei tempi le cose andavano così!). Gesù parlava delle erbacce che crescono in mezzo al grano, della zizzania, della gramigna, perché la vita è piena di erbacce: i mali sono tanti.
C’è chi perde la testa.
C’è chi si accomoda.
Alcuni vorrebbero eliminare i mali col ferro e col fuoco.
Altri incrociano le braccia e dicono: “Tanto non ci si riesce. È Dio che vuole così. Pazienza.”
Magari fosse tanto semplice e tanto comodo essere buoni cristiani! Il fatto che le cose vadano male non ci esula dal dovere di operare per il bene e non ci giustifica!
Ciò che Gesù chiede a ciascuno di noi è di essere “grano” e di non smettere di seminare il bene nonostante la gramigna, perché sta proprio in questo la nostra missione.

 

E ancora, Gesù ci dice anche che il Regno dei cieli è simile a un granello di senape, che un uomo prese e seminò nel suo campo. Esso è il più piccolo di tutti i semi ma, una volta cresciuto è più grande delle altre piante dell’orto e diventa un albero, tanto che gli uccelli del cielo vengono a fare il nido fra i suoi rami.

 

Dunque resta a noi la scelta di credere di far parte e poter collaborare con la nostra vita al progetto di Dio, che è Veramente il Progetto d’Amore che vince sulle tenebre.

Angela Taglialatela

 

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