Lunedì 30 ottobre si sono svolti a Cassino i festeggiamenti in onore di San Germano Vescovo, Patrono della Parrocchia Chiesa Madre e, insieme a S. Maria Assunta e S. Benedetto, della città.
Preceduta da un triduo di preghiera di preparazione, la festa ha visto l’arrivo del Vescovo Gerardo Antonazzo, che già il giorno prima, nella stessa Chiesa Madre, aveva presieduto ben due celebrazioni importanti, le Cresime al mattino, l’Ordinazione Diaconale di Marcello Di Camillo al pomeriggio. In chiesa tutto era stato ben preparato, il Coro parrocchiale diretto dal M° Lucido era pronto per animare la liturgia, e già da qualche giorno la statua, l’antica statua marmorea di S. Germano (una delle poche cose antiche rimaste a Cassino!), risalente al sec. XV, opera dello scultore fra Celso, monaco cassinese, era stata addobbata e illuminata a festa e, vicino ad essa, era stata esposta la Reliquia, composta di alcuni frammenti ossei, donata dalla Diocesi di Piacenza dove sono custodite importanti reliquie, mentre quelle che possedeva la città di Cassino, che nel Medioevo prese il nome di San Germano proprio perché la gente vi si recava per venerare le reliquie, erano andate perdute, distrutte (anche queste!) dalla guerra. All’inizio della celebrazione il Vescovo, oggi aiutato nel servizio all’altare proprio da Don Marcello di Camillo, il neo-diacono, ha incensato la statua e la Reliquia.
Poi nell’omelia ha illustrato la figura di questo Santo del V secolo, amico di S. Benedetto, che si era privato dei suoi beni per darli ai poveri e dedicarsi alla vita ascetica, ma poi, eletto vescovo di Capua, svolse una missione diplomatica particolarmente delicata, su mandato di papa Ormisda (nativo di Frosinone) recandosi a Costantinopoli per cercare di ricucire lo scisma tra la chiesa di oriente e quella di occidente, momento difficile per queste due anime del cristianesimo entrate in disaccordo. Il Vescovo di Capua, uomo saggio, capace di riconciliare, riuscì a riportare l’accordo. Fu dunque un operatore di pace e di unità, ha sottolineato il Vescovo, e per questo è importante imparare a conoscerlo meglio, perché il suo esempio è attuale, anche oggi nella nostra vita ci sono vari tipi di “scismi” non dichiarati ma di fatto. C’è uno scisma mentale, legato ai pregiudizi che allontanano, generando forme gravissime di divisione; uno scisma spirituale, una separazione tra fede dichiarata e vita, una fede “fai da te”, che non si nutre della Parola di Dio e dei Sacramenti; uno scisma morale, che separa la condotta di vita dall’impegno del bene perché prevale il male: io so il bene che vorrei compiere ma mi ritrovo a fare il male (lo dice anche S. Paolo); infine uno scisma ecclesiale, quando non si è più docili e obbedienti al magistero della Chiesa, pensando – da individualisti – di avere idee più giuste, e questo crea disagio, confusione, disorientamento, allontana dal cammino ecclesiale della comunione, e piuttosto che creare unità rischia di favorire l’opera del demonio, colui che divide e mette l’uno contro l’altro.
Dunque, questo aspetto della testimonianza di S. Germano pacificatore e riconciliatore è quello che il Vescovo ha posto all’attenzione dei fedeli, perché si facciano anch’essi, nella propria vita, operatori di pace e di riconciliazione.
Al termine della Celebrazione, si è formata la Processione che ha portato la Reliquia di San Germano attraverso le strade della parrocchia, tra canti e preghiere, accompagnata anche dalla Banda musicale Città di San Giorgio. Al ritorno, prima di rientrare in chiesa, fermi sul sagrato, i presenti hanno potuto ammirare i fuochi pirotecnici che hanno illuminato e colorato la piazza.
Adriana Letta