Giovedì 23 la Madonna di Fatima la lasciato la Parrocchia di S. Giovanni Battista e si è diretta ad Arce
Iniziata il 15 ottobre, la Peregrinatio della Madonna di Fatima nella Zona pastorale di Cassino, si è conclusa giovedì 23 novembre, dopo aver visitato le parrocchie con sosta in chiesa e visite nei rioni, nelle scuole, nelle case di cura…
Come abbiamo puntualmente riferito sul nostro sito diocesano, la prima parrocchia ad accoglierla è stata la Sacra Famiglia, poi a seguire S. Pietro Apostolo, San Bartolomeo Apostolo, S. Giovanni B. in S. Angelo in Theodice, S. Maria della Valle in S. Angelo in Th., la Chiesa Madre, S. Antonino M., l’Ospedale “S. Scolastica”, S. Antonio di Padova, S. Basilio in Caira e infine, l’ultima sosta la Vergine Maria l’ha fatta presso la Parrocchia di S. Giovanni Battista in Cassino. E’ proprio lì che la comunità aveva più bisogno di consolazione e conforto, dopo l’improvvisa e traumatica scomparsa dell’amato Parroco Don Antonio Colella. E così è stato dal 21 al 23 novembre ed è stato Don Benedetto Minchella, nominato dal Vescovo Amministratore parrocchiale in via provvisoria, a guidare l’accoglienza, la preghiera, le celebrazioni, la visita all’interno della parrocchia. Giovedì, giorno del saluto, alle 16 è iniziata la recita del S. Rosario in forma solenne, meditata e cantata, a cui hanno partecipato i familiari di Don Antonio e molti fedeli, da riempire la chiesa. Poi la S. Messa, presieduta da Don Benedetto e concelebrata da Don Lucio Marandola, parroco di S. Pietro Infine, animata dal Coro “S. Giovanni B.” diretto dal M° Fulvio Venditti, è stata celebrata in suffragio del carissimo Don Antonio.
Momenti intensi di ricordi e di affetti, di spiritualità e di preghiera proprio alla ricerca di luce e speranza, come solo Cristo, per intercessione di sua Madre, può dare. Nell’omelia Don Benedetto ha ricordato come nel Vangelo di Giovanni gli eventi importanti della vita di Gesù e degli Apostoli sono sempre narrati specificando l’ora in cui si sono verificati. Ci sono delle ore e dei momenti, ha fatto notare, che Dio nell’imperscrutabile disegno della sua volontà stabilisce per ciascuno di noi, un’ora che non conosciamo ma in cui siamo chiamati a dare testimonianza precisa e netta della nostra fede, se si è con Gesù o contro. Il brano evangelico letto parla di un’ora stabilita per la Vergine Maria, che quando scoccò la rese martire senza essere uccisa, e Regina dei martiri. Maria “stava” sotto la Croce, ferma nella fede nel momento più drammatico della sua esistenza e si sentì dire: Ecco il tuo figlio, la tua nuova vita, la comunità che ti accoglierà in casa sua. Per questo noi siamo suoi figli, perché Gesù sulla croce si è preoccupato non di se stesso ma di quella donna, a cui aveva sconvolto i progetti di vita ma alla quale voleva assicurare la continuazione nella serenità dei propri giorni all’indomani della sua morte e resurrezione. Ci viene detto che Giovanni la prese nella sua casa, cioè tra le persone a lui più care, come stretta in un abbraccio, per continuare il cammino della vita insieme facendosi forza.
Anche per Don Antonio – ha proseguito Don Benedetto – è scoccata quell’ora, inspiegabile, misteriosa, che rimane un mistero della volontà di Dio, ma ciò che lo rende dignitoso e soprattutto valoroso dinanzi al Signore è che quando è arrivata la sua ora, è stato trovato come il servo fedele, come colui che lavora per il Vangelo, che si fa testimone di Cristo in mezzo ai fratelli, che è l’immagine del Buon Pastore che continua a guidare il suo gregge per abbeverarlo alle fonti della Parola di Dio e dell’Eucaristia.
“Se rimane la nostalgia di Don Antonio e se il dolore per la sua scomparsa regna nel cuore di molti di noi, è lo stesso Don Antonio che ci invita a guardare avanti, ad alzare il nostro sguardo verso Cristo che è sì morto, ma è risorto e sulla cui resurrezione noi fondiamo la nostra vita.
Vogliamo ringraziare, ha esortato, la Vergine Maria per la sua presenza e per il suo esempio di fede cristiana che sotto la croce ha raggiunto le vette del martirio, ma soprattutto a Lei vogliamo raccomandare il carissimo Don Antonio, perché possa godere della luce e della pace del Paradiso insieme con la sua Madre Maria”.
Al termine della Messa, è stata nuovamente recitata la Preghiera per la Peregrinatio composta dal Vescovo Gerardo. L’ultimo saluto a nostra Signora di Fatima, quindi i portatori l’hanno sollevata e portata fuori, era imminente il congedo da Lei. Davanti al portone della chiesa, un leggero ritardo del furgone ha regalato qualche altro minuto per stare attorno alla Vergine Maria e rivolgerle ancora qualche preghiera e canto, ancora guidato da Don Benedetto. Nessuno è andato via, tutti sono rimasti fino all’ultimo quando, collocata e assicurata la amata statua sul furgone, questo si è messo in moto e tra applausi e commozione si è mosso alla volta di Arce, Zona pastorale di Aquino. In ognuno il cuore batteva più calmo e sereno, rifioriva pian piano la speranza.
Adriana Letta