Immissione canonica di Don Benedetto Minchella

Cassino: ufficializzata dal Vescovo la nomina di Amministratore parrocchiale nella Parrocchia di S. Giovanni Battista

Nuovo momento di consolazione e di infusione di speranza per la comunità parrocchiale di S. Giovanni Battista in Cassino domenica 3 dicembre: ancora una volta, spinto dalla sua premura pastorale verso una comunità fortemente provata, è venuto il Vescovo diocesano, Mons. Gerardo Antonazzo, che, in una solenne Celebrazione Eucaristica nella prima domenica di Avvento, ha reso ufficiale l’immissione canonica di Don Benedetto Minchella in qualità di Amministratore parrocchiale temporaneo della Parrocchia di S. Giovanni B., pur restando anche Parroco di S. Antonio di Padova. D’ora in poi, infatti, si prenderà cura di questa parrocchia come di un secondo figlio.

In una chiesa gremita di fedeli di S. Giovanni, ma anche di S. Antonio, venuti ad accompagnare il loro Parroco, ha fatto ingresso la processione dei celebranti e ministranti, con un emozionato e concentratissimo Don Benedetto, che a mani giunte strettamente, mostrava di sentire tutta la consapevolezza ed il peso della grande responsabilità che aveva accettato di assumere. All’inizio il diacono Don Marcello Di Camillo ha dato lettura del decreto di nomina scritto e firmato dal Vescovo Antonazzo, che poi ha consegnato all’interessato, seguito da un grande applauso generale.

Nell’omelia il Vescovo ha sottolineato come nel Vangelo del giorno per ben tre volte ricorre la raccomandazione del Signore: “Vegliate, perché non sapete il momento“. Vegliare è il verbo proprio dell’Avvento, l’urgenza a cui il Signore chiama tutti perché siano attenti, perspicaci, con la mente aperta a cogliere quello che non si sa, che non dipende da noi ma da Dio. Noi, nella dispersione continua della vita quotidiana, ha spiegato il celebrante, crediamo di poter dominare quello che sembra dipendere da noi: programmi, previsioni, progetti, iniziative. Questo ci porta alla tentazione di non fare mai i conti con il “non saputo”, cioè con l’impossibilità, riguardo alle questioni più importanti e decisive dell’esistenza, di essere noi a prevedere e a decidere. Credendo di “possedere” tutto il tempo che viviamo, siamo soggetti ad altre due tentazioni,  l’autosufficienza (credere di bastare a se stessi, cosa che isola) e l’autoreferenzialità (credere che tutto si riferisca a se stessi, cosa che fa ripiegare su se stessi e fa perdere l’orizzonte del “non sapere” e non saputo, la dimensione di quello che solo Dio sa). Dentro la concretezza delle nostre azioni quotidiane bisogna non perdere mai di vista l’iniziativa e l’opera di Dio. Ecco il cuore che veglia, guarda in alto e lontano per scorgere i segni della venuta di Dio. Il verbo Vegliate – ha proseguito il Vescovo Gerardo – riguarda tutti, ma c’è una persona, il portiere, custode della casa, che deve vegliare più degli altri. “Oggi sei tu, carissimo Don Benedetto, custode di questa comunità, che devi vegliare di più, per cogliere le ispirazioni di Dio che noi non conosciamo ma che lui dispone lasciando tracce perché noi possiamo col cuore riconoscere l’iniziativa di Dio. Tu, divenuto custode di questa Chiesa, come una sentinella, più degli altri devi essere vigile, accompagnare e custodire il cammino di fede, di carità e di speranza di coloro che oggi il Signore ti affida“.

Sono stati a questo punto chiamati gli Operatori pastorali della Parrocchia, che hanno rinnovato la loro professione di fede ed il loro impegno pastorale nella comunità parrocchiale, davanti al Vescovo e all’Amministratore Parrocchiale.

Al termine della celebrazione, il Vescovo Gerardo, Don Benedetto e il diacono Don Marcello si sono portati davanti alla statua della Madonna Immacolata per le preghiere ed i canti della Novena in preparazione alla solennità dell’8 dicembre, in un momento particolarmente sentito e partecipato. Prima della benedizione conclusiva, Don Benedetto, rivolto al Vescovo ha preso la parola per ringraziarlo. Ha detto che quando è stato convocato dal Vescovo, è andato con paura, non sapendo che cosa gli avrebbe detto, lo ha ringraziato della fiducia accordatagli e, siccome deve essere “il portiere di questa casa” ha voluto assicurare che non deluderà la stima espressagli e il fatto che abbia pensato a lui per questa responsabilità, perché la parrocchia di S. Giovanni è la più grande non solo di Cassino ma di tutta la Diocesi. Con commozione ha detto che il prossimo 6 dicembre si compiranno 19 anni dalla sua Ordinazione sacerdotale e che il Vangelo di quel giorno era lo stesso di oggi. Ha poi voluto assicurare tutti i parrocchiani che “non esisteranno figli di primo letto e di secondo letto ma tutti sono nel mio cuore, per tutti voglio pregare ma soprattutto voglio già ringraziare quanti, in questa comunità, mi hanno espresso il loro affetto, la loro preghiera, la loro vicinanza e la loro volontà di camminare insieme. Ho trovato una bella comunità, Eccellenza, soprattutto per il lavoro della direzione spirituale che Don Antonio ha compiuto in questi anni. Molti hanno bisogno di parlare, di qualcuno che li ascolti e li guidi a incontrare Cristo che è e che viene oggi e sempre. Per questo, Eccellenza, voglio ripetere oggi quello che ho scritto dietro l’immaginetta della mia ordinazione, citando S Paolo: Ti basta la mia grazia, la mia forza si manifesta nella tua debolezza. E allora oggi consegno tra le sue mani la mia debolezza al Signore perché possa riempirla di Sé e soprattutto perché io possa essere specchio della sua Misericordia. Grazie”.

Scrosciante l’applauso che è seguito ed il Vescovo, in risposta, ha confidato che anche lui aveva paura prima di parlargli, paura che dicesse di no!… Ed ha aggiunto: “La grazia di Dio, quel non saputo che Dio riserva per sé, poi ce lo offre come dono di grazia, per cui diciamo grazie a Lui che tutto dispone. Grazie a te, Don Benedetto, e grazie a questa bella comunità. Gregge e pastore devono camminare insieme, questa è la natura e la bellezza della Chiesa”. Il canto finale intonato con la maestria di sempre dal Coro “S. Giovanni Battista Città di Cassino” che ha animato tutta la liturgia, ha siglato la fine della celebrazione e l’inizio di un nuovo cammino voluto dal Signore, in un’atmosfera di letizia, colma di attesa e di speranza, proprio adatta al tempo dell’Avvento appena cominciato.

Adriana Letta

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