Festa dell’Immacolata a S. Restituta – Sora 2017
Nella splendida cornice della chiesa che porta il nome della patrona di Sora, anche quest’anno si è celebrata la solenne Messa per la festa dell’Immacolata Concezione. L’attenzione iniziale era rivolta all’immancabile manto di fiori che si espande ai piedi della Vergine. E’ proprio questo tappeto il simbolo della tradizionale devozione dei sorani per questa festa. Non a caso nella stessa chiesa si era svolta la novena di preparazione, che ha raccolto nei giorni precedenti le preghiere di tanti fedeli.
A degna conclusione, ecco la presenza del Vescovo Gerardo Antonazzo, a suggellare uno dei momenti più importanti dell’anno liturgico della Chiesa, preludio del Natale che si avvicina nel tempo dell’Avvento. Con la consueta e cordiale accoglienza del parroco don Bruno, la presenza della confraternita della stessa chiesa, accompagnati dalle voci del coro parrocchiale e con il sindaco di Sora Roberto De Donatis presente in prima fila, si è aperta la Celebrazione Eucaristica.
Nel mistero di una festa, incentrata su uno dei dogmi più straordinari della Chiesa, quello del concepimento di Maria, priva del peccato originale e riconfermato dalle parole della Signora apparsa a Lourdes “Io sono l’Immacolata Concezione”, il fulcro della celebrazione è ancora nell’omelia del Vescovo in cui la parola “mistero” è diventata la parola chiave del messaggio ai fedeli.
Mons. Antonazzo ha iniziato immaginando il dialogo tra Dio e l’arcangelo Gabriele, nel momento in cui il Creatore gli affida la missione dell’Annunciazione alla Vergine; missione dettagliata. A seguire poi il dialogo tra l’angelo e lei, Maria che, appena comprende la grandezza dell’evento, si presenta come “la serva del Signore”.
Così Dio comincia a parlare per bocca dell’angelo, così comincia a raccontare quel mistero di fronte al quale noi stessi dobbiamo interrogarci, per capire come ci poniamo di fronte ad esso: allo stesso modo di Maria, come cristiani, battezzati e credenti? Per diventare familiari con il mistero dobbiamo ricorrere a Maria, perché come accaduto in Lei, il mistero possa dimorare dentro di noi, destinatari del mistero, affinché possiamo custodirlo e trasfigurarlo nella nostra vita, attraverso la sacralità della liturgia con l’incarnazione nel Pane e nel Vino. Un’incarnazione che inizia con la raffigurazione del Presepe, omaggiato come da tradizione al termine della Messa, dopo la benedizione della statua della Madonna, ornata con il manto di fiori, per renderla “tota pulchra” ovvero “tutta bella”.
E’ il senso di questa grande festa in cui la bellezza di Maria si tramuta in grandezza per l’opera di Dio, quello stesso Dio che vuole raggiungerci “con Maria, casa per casa, persona per persona, nome per nome, volto per volto” per trasfigurare anche noi in grazia e bellezza e renderci immacolati.
Si ringrazia Mariateresa Mattiucci per le notizie sulla celebrazione.
Piercarlo Gugliotta
Foto: Stefano Colucci
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