Si è spenta a 96 anni Immacolata Bianchi

Rimasta inferma per 74 anni, vittima del primo bombardamento di Cassino il 10 settembre 1943

Il 9 dicembre u.s. è tornata alla Casa del Padre Immacolata Bianchi sorella di don Pietro Bianchi, monaco benedettino della Badia di Cava dei Tirreni, nato a Cassino e deceduto vari anni fa. Il giorno prima, solennità della Immacolata Concezione della B. Vergine Maria, la Sig.na Immacolata, che  lo scorso 29 novembre aveva compiuto 96 anni, era stata festeggiata nell’Istituto San Pio X dell’Opera femminile Don Guanella a San Pancrazio, Roma, dove dal 1946 viveva da invalida curata dalle suore Figlie di Santa Maria della Provvidenza. È sicuramente volata dritta in Paradiso. La sua storia va ricordata.

Immacolata era una vittima del primo bombardamento di Cassino il 10 settembre 1943, data in cui ebbe inizio il calvario di Cassino e Montecassino. Immacolata aveva 22 anni quel terribile 10 settembre e quella mattina si trovava nella casa privata dove lavorava. Rimasta parecchie ore sepolta sotto le macerie, fu salvata dalla tenacia di uno zio che, sentendo i suoi lamenti, scavò con le mani sotto le macerie fino a liberarla.

Nonostante le gravissime infermità che l’hanno costretta a vivere sempre nell’Istituto Don Guanella  (e per gran parte del tempo in carrozzella), Immacolata è divenuta un punto di riferimento per le stesse Suore dell’istituto, per il suo carattere disponibile e mansueto e per il suo incessante attaccamento alla preghiera. Passava la sua giornata pregando continuamente, affermando sempre che la sua vita, nonostante le continue sofferenze, era uno splendido dono che lei trascorreva sotto la protezione di  San Benedetto e del Beato Don Guanella.

Immacolata ricordava nitidamente personaggi, luoghi e tradizioni della Cassino di un tempo. In particolare ricordava quando, insieme alla sua famiglia, ogni anno si recava, scalza, sino all’abbazia per la processione della Pentecoste, la cosiddetta “Pasqua delle Rose”, e aspettava sempre, con impressionante lucidità, l’anniversario del 10 settembre.

In quel tragico 10 settembre, mentre la città era euforica per l’annunciato armistizio, ritenendo che ormai la guerra sul nostro territorio fosse finita, caddero sotto le bombe degli aerei anglo-americani oltre cento cassinati, il numero esatto non si è mai potuto appurare. La raccolta delle salme e dei feriti – spiega lo storico Emilio Pistilli – fu organizzata immediatamente dalle squadre del Comune, ma molti erano stati sepolti sotto le macerie, che non fu possibile rimuovere, ma furono spianate solo a guerra finita. Per questo motivo la conta delle vittime non si è mai potuta fare. Le salme raccolte furono collocate nei loculi vuoti del cimitero di S. Bartolomeo; altre furono ammucchiate nelle chiese di S. Rocco e di S. Anna, che, poi, furono letteralmente cancellate dai bombardamenti e dalla bonifica postbellica: la chiesa di S. Rocco affacciava sull’attuale via Marconi, di fronte al monumento alle vittime civili di guerra; quella di S. Anna sorgeva nell’area a monte di via Foro, attuale Vicolo S. Anna.

Delle oltre cento vittime di quella giornata, nella ricostruzione del Martirologio di Cassino fatta dal CDSC si son potuti ritrovare solo circa 70 nomi (perduti tutti i registri di Stato Civile, impossibile fare dei riscontri). Quei nomi ora figurano nell’elenco del Muro del Martirologio assieme a tutte le altre vittime cassinati.

Da anni ormai il CDSC (Centro Documentazione e Studi del Cassinate) ha riportato quella data alla memoria della città, per dovere storico e soprattutto per onorare i numerosi innocenti civili caduti in quella circostanza, facendo celebrare una Messa di suffragio, cui partecipano cittadini, sopravvissuti, familiari delle vittime. Nell’occasione viene data lettura dei nomi di tutte le 67 vittime accertate (mancano all’appello circa 40 vittime), per richiamarle singolarmente. Un elenco impressionante, con molti bambini e giovani.

Nel 2014, 71° anniversario, il Presidente del CDSC Gaetano De Angelis Curtis ricordò la figura e la storia di Immacolata Bianchi concludendo: «È giusto, allora, che in questo giorno di memoria la sua città la ricordi e che un pensiero affettuoso giunga a lei che da 71 anni porta impressa nel corpo e nell’anima la tragedia di Cassino».

Le rare foto che mostriamo risalgono al 2010.

Adriana Letta

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