La sera del Giovedì Santo molti i fedeli in preghiera davanti all’altare della Reposizione
La sera del Giovedì Santo, dopo la celebrazione della Messa “In Coena Domini” che dà inizio al solenne Triduo Pasquale, c’è il lungo momento di preghiera davanti all’altare della Reposizione. In ogni chiesa si espone in risalto con grande onore la pisside contenente le ostie consacrate proprio per continuare nelle ore notturne la memoria dell’Eucaristia istituita da Gesù nell’Ultima Cena e meditare e pregare in ringraziamento di questo grande dono.
Abbiamo fatto un giro per le chiese di Cassino, per cogliere “l’anima” di questa pratica. Proponiamo le fotografie che ritraggono l’altare della Reposizione delle varie parrocchie. La tradizione fa scattare quasi una gara a fare più bello il proprio altare adornandolo di fiori e drappi e molti fedeli visitano più chiese tanto che la città si anima, è piena di traffico soprattutto in prossimità delle chiese. Diventa quasi un tour turistico, in verità, anche festoso perché ci si scambiano gli auguri per la Pasqua, si entra nel clima della festa.
Certo, questo è un aspetto bello ma un po’ più superficiale, che una volta veniva chiamato “il giro dei sepolcri” e ancora talvolta questa errata definizione viene usata popolarmente, mentre si tratta del riconoscimento dell’importanza dell’Eucaristia che rende Gesù, vivo e vero, presente realmente nella nostra vita. Ma, oltre all’aspetto per così dire più chiassoso, abbiamo trovato in ogni chiesa gruppi parrocchiali impegnati in una Veglia di Preghiera comunitaria, ben preparata e condotta e animata da canti, davanti al SS.mo.
Non potendo dar conto di tutte le diverse declinazioni della preghiera eucaristica, citiamo la preghiera di Adorazione Eucaristica realizzata dalle parrocchie di S. Antonio di Padova e S. Giovanni Battista di Cassino. Titolo: “La Famiglia attorno alla tavola dell’Eucaristia“. Una Veglia di preghiera “per famiglie”, in linea col programma pastorale diocesano. Introdotta e intervallata da canti, la veglia si proponeva di stare davanti a Gesù “in questa notte in cui ha sperimentato la solitudine e l’abbandono” e offrirgli “una compagnia piena di fede in segno di gratitudine per il dono della Eucaristia”. Proponeva poi una serie di riflessioni, suffragate dalla lettura di passi della S. Scrittura, sempre partendo dal parallelo mensa domestica e mensa eucaristica, riguardo all’accoglienza e al perdono, all’ascolto della Parola, alla condivisione, alla missione, alla comunione e riconciliazione, con un pensiero alle tante famiglie ferite da discordie e divisioni. Come il pasto in famiglia dona non solo nutrimento del corpo, ma anche memorie familiari, dialogo, confronto sui problemi e bisogni comuni, spinta a riprendere i propri impegni, a stare insieme, accettarsi, collaborare, così nell’Eucaristia Dio viene incontro come un Padre e ci educa alla fraternità, all’unità, alla condivisione, all’annuncio che è possibile vivere secondo i valori dell’ascolto e del dialogo fraterno, dell’offerta di sé, e questo dona gioia grande.
Alla fine il celebrante ha invitato a stringere la mano ai figli, alla moglie, al marito, a levarle in alto, verso Dio, e tutti insieme a cantare il Padre Nostro, un momento bellissimo e alto, che davvero resterà come stampato nella memoria dei partecipanti.
Adriana Letta
Nelle foto, in ordine: Chiesa Madre; S. Pietro Apostolo; S. Bartolomeo Apostolo; S. Giovanni Battista; S. Antonio di Padova; S. Giovanni B. in S. Angelo in Theodice; Santa Scolastica (monastero Benedettine); Veglia di preghiera a S. Antonio.