Don Marcello Di Camillo ordinato sacerdote a S. Pietro Infine
Festa grande per tutta la comunità parrocchiale di San Pietro Infine, domenica 8 aprile, quando S.E. mons. Gerardo Antonazzo ha elevato al secondo grado dell’Ordine Sacro, don Marcello Di Camillo nella Chiesa di S. Nicola di Bari in S. Pietro Infine. In quel luogo ha iniziato il cammino vocazionale, supportato dal parroco don Lucio Marandola, e illuminato dalla Protettrice Maria SS.ma dell’Acqua, proprio nella felice ricorrenza della Divina Misericordia.
La solenne funzione liturgica, cui erano presenti oltre a sessanta sacerdoti anche i sindaci di San Pietro Infine e San Vittore del Lazio, ha avuto particolari momenti di commozione. Il corteo dei ministranti e dei celebranti è partito dall’ex asilo “Maria SS.ma dell’Acqua”, per giungere nella Chiesa di S. Nicola, dove è stato accolto dal coro “S. Giovanni Battista” di Cassino, mentre intonava il canto “Lauda Sion Salvatorem”.
Emozionante è stato il momento in cui Don Marcello, su invito del Vescovo, ha espresso la sua decisione di voler divenire per sempre Ministro di Dio nella Chiesa, promettendo obbedienza a mons. Antonazzo e ai suoi successori. Dopo la prostrazione a terra e le invocazioni ai Santi, ha fatto seguito il rito dell’imposizione delle mani da parte del Vescovo sul capo dell’Ordinando, inginocchiato davanti a lui. Tale gesto è stato ripetuto da tutti i sacerdoti presenti.
Subito dopo la preghiera di ordinazione, l’unzione delle mani con il Sacro Crisma per entrare a far parte del servizio della Parola, dell’Eucaristia, della Carità.
Un altro momento importante è stato quello della vestizione da parte del parroco don Lucio Marandola e di don William Di Cicco e, a seguire, l’abbraccio affettuoso del Vescovo con il bacio di pace esteso anche agli altri sacerdoti. L’applauso sentito dei fedeli è stato un’esplosione di gioia e di condivisione!
Il Vescovo nell’omelia ha commentato il brano del Vangelo facendo riferimento all’atteggiamento di Tommaso, che prende le distanze dagli altri apostoli nel cenacolo. Il cenacolo, ha ribadito, è realmente comunità di discepoli, perché convocati dal Signore Risorto. Si è entrati nella Chiesa come nel cenacolo, che è il luogo centrale della vita della Chiesa stessa. In esso non si passa di sfuggita, ma si rimane: il cenacolo è per ogni presbitero grembo e dimora stabile del proprio sacerdozio. Rivolto a don Marcello ha detto: “Ricevendo l’ordinazione Sacerdotale, il Signore ti consacra per sempre al servizio di questo Sacramento dell’amore a Dio e ai fratelli“; con invito a fare memoria di tutto, a prendere la propria croce, perseverando in Lui. Nel cenacolo si nasce presbiteri e si cresce insieme per essere formati. Abitare il cenacolo vuol dire essere destinatari della misericordia del Risorto e da peccatori perdonati, essere chiamati a donare il perdono. Ha poi ricordato a don Marcello la devozione e l’affidamento alla Vergine dell’Acqua e alla Vergine bruna di Canneto.
Commosso il ringraziamento di don Marcello rivolto a Dio e a tutti, dalla famiglia, al Vescovo, ai parenti, alle comunità in cui ha prestato servizio pastorale, al Seminario, ai compagni, agli amici, alla pastorale digitale, alle autorità civili.
Dopo la benedizione finale ed il canto “Ecce Sacerdos Magnus“, l’assemblea si è trasferita in Piazza Risorgimento per un momento di convivialità.
Antonietta Perrone