Mons. Gerardo Antonazzo si ferma a parlare con i ragazzi che stanno seguendo il Corso di formazione per Animatori nei campi estivi
Da tempo molti ragazzi si stanno preparando, presso la Parrocchia di S. Pietro Apostolo in Cassino, a diventare “Animatori” in vista del Grest estivo 2018. Alcuni di loro, in verità, già hanno svolto il ruolo di animatori e proprio perché ne conservano un bellissimo ricordo, hanno deciso di frequentare nuovamente il corso di Formazione, per migliorare ancora, essere ancora più pronti. E non si tratta solo di ragazzi della Parrocchia di S. Pietro, e neppure solo della Zona Pastorale di Cassino: sono venuti da diverse altre parrocchie e Zone pastorali, per formarsi ed essere poi in grado di aiutare i bambini dei campi estivi nelle diverse realtà parrocchiali di appartenenza. Di tutto questo ha parlato Don Tomas Jerez, coordinatore e Formatore di questo corso, al Vescovo, Mons. Gerardo Antonazzo, che sabato 19 maggio si è recato ad incontrare questa bella realtà dei ragazzi-animatori.
Il Vescovo, accompagnato da Don Marcello Di Camillo, arrivando, ha trovato Don Tomas seduto sul gradino dell’altare che faceva l’appello, allora sorridendo ha aspettato che finisse per poter entrare e salutare familiarmente i ragazzi presenti. Dopo essersi informato sulle diverse provenienze parrocchiali, ha iniziato a parlare di quella che quest’anno sarà la parola-chiave del Grest: l’amicizia. Di essa, ha detto, sono state scritte pagine bellissime, dalla Bibbia, nel Libro dei Re, a Cicerone a S. Agostino e a molti altri scrittori, perché essa è connaturata all’essere umano, è un bisogno naturale ineludibile.
Poi è passato ad analizzare i vari gradi di amicizia, utilizzando le tre parole greche eros, philia, agape. La prima rappresenta il gradino più basso, perché a dominare è il segreto desiderio di possesso e sfruttamento, il cercare l’altro per il proprio vantaggio, è egoismo. La seconda, ha proseguito, è un gradino più alto del primo, indica un rapporto di scambio e aiuto reciproco che fa stare bene insieme. Ma senza dubbio, il gradino più alto di tutti è l’agape, che significa fare qualcosa per l’altro, essere felice della sua felicità, cercare il bene dell’altro e non il proprio; insomma, come dice Gesù, “dare la propria vita” per l’altro, che non significa necessariamente morire, ma ricercare il bene dell’altro. E’ un rapporto più esigente e più difficile ma infinitamente più bello e alto. Difficile perché – ha spiegato – combatte l’egoismo che è innato in tutti noi, fin dal concepimento, che è un istinto da educare e guidare.
Parole non facili, certamente, per dei preadolescenti, perciò il Vescovo ha voluto subito provocare un dialogo con loro, invitandoli, scherzosamente e abilmente, a porre domande. E come sempre avviene, le domande sono arrivate, molto più acute e profonde di quanto si possa immaginare. E Mons. Gerardo pronto a rispondere e a far riflettere, anche in modo inaspettato, come quando ha fatto notare che oggi si è più portati a dare il corpo che non la vita, è non è la stessa cosa! Dare la vita vuol dire fare gesti di grande amore, non altrettanto è dare il corpo.
Poi è stato Don Tomas a porre domande al Vescovo su come investire sui giovani, visto che quest’anno, essendo molto aumentate le domande per il Corso Animatori e non avendo posti sufficienti, hanno dovuto lasciare indietro, con dispiacere, qualcuno. Il Vescovo ha risposto con convinzione che si deve puntare sui giovani, non perché “speranza del futuro” come si dice spesso, ma come “opportunità dell’oggi”, che sono giovani; se aspettiamo il futuro, saranno ormai adulti. E’ convinto della bontà di tali corsi in vista delle attività estive, che non debbono però restare gli unici, ma possono riguardare, ad esempio, anche attività di volontariato con i poveri, i malati, gli anziani, attività che durano tutto l’anno e non solo qualche mese. Fare esperienze del genere arricchisce le persone e sicuramente le aiuta a crescere e, più avanti, a compiere in modo consapevole scelte di vita importanti come può essere il matrimonio o la consacrazione.
Al termine grandi applausi hanno espresso il ringraziamento al Vescovo per il suo parlare franco e diretto, fatto sulle esperienze che riguardano davvero la vita dei ragazzi. Un Padre Nostro recitato insieme e la benedizione hanno concluso questo intenso e importante momento di incontro e di formazione.
Adriana Letta