La scomparsa di Mario Alberigo, ex Sindaco di Cassino, uomo integerrimo che ha speso la sua vita per gli altri
Cassino piange Mario Alberigo, suo ex Sindaco, uomo retto, di larghe vedute, colto, impegnato per tutta la sua lunga vita nel servire le istituzioni e in esse e per mezzo di esse, quei valori alti che guardano al bene di ogni persona, i valori cristiani. Era stato funzionario d’ambasciata a Berna, poi a Berlino. A Cassino era stato sindaco tra il 1966 e il 1967. Cassino piange e rimpiange uno dei suoi figli migliori, figura tra le più autorevoli e rappresentative della sua storia. Aveva 95 anni, eppure nella chiesa di S. Antonio in cui si celebrano i suoi funerali, si ha la sensazione che tutti se ne aspettassero ancora altri di anni, che nessuno ritenesse giunta l’ora per lui, perché non poterlo sentire e vedere né leggere più i suoi scritti sembrava cosa impossibile e irreale. E sono moltissimi i presenti, dal Sindaco in carica D’Alessandro con il Gonfalone a molti ex Sindaci della Città, ad amici, conoscenti, semplici cittadini.
Un gentiluomo competente, garbato e rispettoso, elegante nel suo modo di porsi con le persone, amico di Montecassino da sempre, aveva collaborato molto nel tempo della ricostruzione postbellica, con l’Abate Ildefonso Rea, suo grande amico, di cui ha scritto, raccontato e testimoniato molto. Dopo il lavoro diplomatico svolto all’estero, era ritornato a Cassino, città che ha sempre amato e della quale ha continuato sempre ad interessarsi, fino all’ultimo, intervenendo – magari dalle colonne di un giornale – con la sua saggezza, la sua visione alta, i suoi consigli per unire, far riflettere, alzare lo sguardo per costruire un futuro migliore.
Lo conoscevo personalmente e quante volte, al tempo della appartenenza alla Diocesi Abbazia Territoriale di Montecassino, ci onorava con la sua firma sul giornale diocesano “Presenza xna” con i suoi interventi sempre puntuali. Perché amava Cassino, la sua città, e amava la Chiesa e voleva che le cose andassero bene e tutto fosse fatto bene. Insomma, non si fermava a crogiolarsi nel ben fatto della sua vita, ma continuava sempre a guardare cosa succedeva e come si poteva agire al meglio.
Ecco perché Don Nello Crescenzi, che ha celebrato la liturgia esequiale, rifacendosi alle parole di S. Paolo, ha detto: “Una vita spesa per gli altri, una morte aperta alla vita degli altri: questa è l’esistenza del cristiano”. Nessuno vive per se stesso e nessuno muore per se stesso, ma il cristiano è colui che dà la sua vita per gli altri. E questo è stato Mario Alberigo, uomo delle istituzioni, conosciuto da tutti per le sue doti umane e professionali, Sindaco di Cassino, ruolo di cui andava fiero più di ogni altro, era la sua cifra distintiva, di chi sa di essersi speso per la sua comunità, riconosciuto come punto di sintesi nel segno dell’unità. A lui si addice perfettamente l’espressione del vangelo: chi semina largamente, largamente raccoglie. Tante le attestazioni di stima in questi giorni ma, ha continuato Don Nello, voglio riportarne una che mi ha colpito particolarmente, venuta da una persona semplice del popolo, che in dialetto mi ha detto: E dove li trovi, oggi, omini comm’a isse? Un’espressione che fa venire i brividi e che vale più di qualunque affermazione di apprezzamento.
Quello di Mario Alberigo non era solo un ruolo pubblico, perché anche in famiglia egli era altrettanto presente, attento e attivo. Lo stesso Don Nello ha ricordato di aver frequentato il Liceo in classe con due suoi nipoti e di essere diventato poi docente di un loro fratello più giovane, Giacomo, che ha invitato a “completare” l’omelia attraverso la sua testimonianza. Ed è stato un momento davvero bellissimo, ne è uscito un ritratto vivo dell’uomo, del cristiano, del cittadino, del nonno. E difatti Mario Alberigo aveva raccolto in tanti volumi i racconti della sua avventura durante e dopo la guerra, al tempo della ricostruzione, con una specialissima attenzione ai giovani e ai suoi nipoti, tanto era convinto che quelle esperienze del popolo di Cassino non vanno dimenticate ma vanno tramandate.
Perciò sono tanto numerose le persone che riconoscono tutto questo e molto altro in lui. Cassino si è riversata in chiesa commossa, grata e deferente, per rendere omaggio a Mario Alberigo, un Grande Cassinate a cui tutti dobbiamo molto.
Un gentiluomo sì, ma non “d’altri tempi”: sia perché ha continuato fino all’ultimo ad interessarsi all’oggi, sia perché abbiamo fiducia che tra i giovani altri gentiluomini come lui si affaccino all’orizzonte, sappiano spendere la vita per gli altri e svolgere il loro ruolo prezioso per la comunità umana.
Adriana Letta
Nelle foto da me scattate, alcune istantanee del funerale e tre foto di Mario Alberigo che partecipa il 10 settembre alla Messa di suffragio per le vittime del 1° bombardamento di Cassino: nel 2013 (con l’amico ed ex Sindaco Antonio Grazio Ferraro), nel 2014 e nel 2015 (poi le condizioni di salute non gli hanno più permesso di partecipare).