Una riflessione “pratica” sulle tematiche intrecciate di Chiesa, Famiglia e Giovani
Ci sarebbe molto da dire per ognuna di queste realtà: Chiesa, famiglia e giovani sono fortemente intrecciati; se vogliamo metterle insieme o per lo meno collegarle, di sicuro potrebbe uscire sicuramente una bella “teoria”, ma la pratica? Ed è su questo che forse facciamo tanti ragionamenti, talvolta seri ed equilibrati talvolta privi di fondamento e nostalgici.
Vi racconto una confessione che sicuramente detta una bella morale. Una domenica mattina un signore sulla cinquantina chiede di potersi confessare, dice che è un marito e un padre e che fa non poca fatica a trasmettere quella fede, che lui ha ricevuto, ai suoi figli. Una domenica a tavola mentre si consumava il pranzo, chiese ai figli se fossero andati a messa, e logicamente hanno cominciato a sbuffare e dire che ormai erano grandi, e che certe domande non hanno più senso e così via. Dopo una lunga discussione i due figli con calma hanno detto al padre: «Papà noi ti ringraziamo per quello che ci dai e per l’educazione ricevuta, ma non credere che non abbiamo più la fede perché anche quella ci avete trasmessa tu e la mamma, ma noi siamo ragazzi e la viviamo un po’ a modo nostro, con quella spensieratezza della nostra età; ma non devi pensare che la sera noi non ci facciamo un segno di croce, oppure che quando passiamo davanti una chiesetta non lo ripetiamo e che quando andiamo al lavoro e siamo soli in macchina non facciamo una preghiera. Quindi stai tranquillo che la fede c’è ma è solo che siamo giovani e la viviamo così, può darsi che crescendo la prenderemo in mano con più serietà, ma per ora stai sereno».
Questo signore disse al sacerdote: «Caro don, quando ho sentito quel discorso ho preso consapevolezza di aver seminato bene». Il sacerdote aggiunse: «Forse oggi la Chiesa sembra non coinvolgere troppo le giovani generazioni, ma ciò dipende da tanti fattori, la volontà stessa dei ragazzi, la loro famiglia, la comunità parrocchiale dove sono cresciuti, il parroco. La Chiesa è madre e maestra, se una madre cresce i figli solo con le coccole varranno su viziati e senza regole, ma se alle coccole aggiungiamo anche delle regole e degli insegnamenti il risultato sarà diverso. Quindi non si può semplicemente dire che la Chiesa è indietro, non fa nulla, perché non è così, anzi ce ne sono di sacerdoti che costantemente sono in mezzo ai ragazzi e fanno veramente grandi cose. Ma questo non basta, la famiglia, i genitori devono fare la loro parte, ovvero fare i genitori non gli amici dei loro figli, devono volere il vero bene dei figli e non solo ciò che chiedono».
Questo racconto è significativo e soprattutto di incoraggiamento per i genitori ad avere la consapevolezza di aver seminato bene nel cuore dei loro figli, e che se i frutti di ciò che hanno seminato per ora non si vedono, tranquilli li vedranno nei loro nipoti. E per quanto riguarda la Chiesa vorrei dire che essa non è un lunapark dove bisogna mettere un gioco bello per attrarre clienti, credo che essa già faccia quello che deve, ovvero annunciare lo stesso ed inequivocabile “messaggio evangelico”, ma con uno spirito nuovo, avendo il coraggio di osare, nel linguaggio, nella liturgia, negli eventi parrocchiali. Quindi non si tratta di dire che i giovani non sono quelli di prima, che la Chiesa era veramente un luogo di formazione, che la famiglia prima era importante e modo di realizzazione. Penso che ognuna di queste realtà siano quelle che sono ed è solo se collaborano con una bella e giusta intesa realizzeranno un mondo migliore senza pensare a chissà quali eventi di portata universale. Bastano i piccoli segni di ogni giorno, ma fatti con uno spirito diverso.
Don Emanuele Secondi