30 Luglio 2018 – Commento al Vangelo

Lunedì – 17ª settimana del Tempo Ordinario (Mt 13,31-35)

Parola del giorno: “Aprirò la mia bocca con parabole”

Dal Vangelo secondo Matteo
In quel tempo, Gesù espose alla folla un’altra parabola, dicendo: «Il regno dei cieli è simile a un granello di senape, che un uomo prese e seminò nel suo campo.
Esso è il più piccolo di tutti i semi ma, una volta cresciuto, è più grande delle altre piante dell’orto e diventa un albero, tanto che gli uccelli del cielo vengono a fare il nido fra i suoi rami».
Disse loro un’altra parabola: «Il regno dei cieli è simile al lievito, che una donna prese e mescolò in tre misure di farina, finché non fu tutta lievitata».
Tutte queste cose Gesù disse alle folle con parabole e non parlava ad esse se non con parabole, perché si compisse ciò che era stato detto per mezzo del profeta: «Aprirò la mia bocca con parabole, proclamerò cose nascoste fin dalla fondazione del mondo».

 

Le parole del profeta che attraverso le parabole
cerca di spiegare, come può, quello che Dio stesso
gli ordina di comunicare, Gesù le usa per giustificare
la sua scelta di non parlare alla folla
se non attraverso le parabole.
La cosa interessante e ci lascia un po’ a pensare
è il fatto che questa sua decisione
non è dettata dal fatto che attraverso le parabole
il suo discorso per la gente
diventa maggiormente comprensibile,
ma soltanto per far si’ che si attui
ciò che era stato detto dal profeta.
Anche se la ragione non ci sembra
di per sé interessante, dobbiamo tener conto
che Gesù ha coscienza di essere venuto
a completare la Legge e i profeti
e dunque, anche se questa scelta non ha senso
ai fini della comprensione del messaggio che trasmette,
è comunque in piena sintonia
con la missione che gli è stata affidata e che ha assunto
in piena umiltà e obbedienza.
E già per noi è molto.

 

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