Cresime nella Parrocchia di Santa Maria di Civita in Arpino
Diventare cristiani vuol dire assumere l’Amore di Cristo nella propria vita, come san Rocco
«Cosa significa davvero vivere da cresimati?»: è la domanda che il vescovo diocesano Gerardo Antonazzo ha rivolto ai fedeli e in particolare ai 15 adolescenti dell’unità pastorale di Arpino-Santopadre ai quali ha conferito il Sacramento della Confermazione nella celebrazione che ha presieduto la mattina del 16 Agosto nel santuario di Santa Maria di Civita, nella memoria liturgica di San Rocco.
Nell’omelia il vescovo ha offerto appunto una riflessione sulla necessità di non dare per scontata l’identità cristiana, anche dopo una buona preparazione catechistica o una eventuale educazione alla fede ricevuta in famiglia. «E’ ciò che Dio fa per noi che ci rende discepoli di Gesù», ha rimarcato monsignor Antonazzo, «e i Sacramenti sono proprio un’esperienza concreta di quanto il Signore ci dona. Nel caso della Cresima si tratta dell’effusione dello Spirito Santo che ci viene dato in pienezza, dopo il germe del Battesimo, per farci vivere in quel comandamento dell’amore verso Dio e verso il prossimo nel quale Cristo ha sintetizzato tutta la vita cristiana». Richiamandosi poi alla testimonianza di San Rocco di Montpellier, il Santo pellegrino e taumaturgo del Trecento festeggiato anche nella comunità cristiana di Arpino, il vescovo ha esortato tutti, cresimandi e adulti, «a far crescere l’amore nella propria vita, come antidoto a quell’egoismo con cui tutti abbiamo a che fare e che crea solo disastri».
Con il vescovo hanno concelebrato don Antonio Di Lorenzo, parroco di Santa Maria di Civita, padre Juan Lujan, parroco di San Michele e Sant’Andrea-San Vito, e padre Regis Francis, sacerdote dei Missionari Identes. La liturgia è stata animata dal coro interparrocchiale diretto da Maria Grazia Martino.
Augusto Cinelli
foto: Gianna Reale
