Dal sito, collocato nel paese di Castrocielo (FR), i cui lavori di recupero sono affidati agli esperti dell’Università del Salento, stanno tornando alla luce preziosi reperti e antichi storici romani
Un’importante scoperta archeologica sta entusiasmando gli animi di tante persone, esperti del settore, come archeologi e studiosi di storia dell’antica Roma, o semplici interessati al recupero delle memorie del passato, nonché “profani” curiosi. Si tratta del rinvenimento dei reperti archeologici che, da più di un decennio stanno tornando alla luce presso gli scavi dell’area archeologica di Aquinum, oggi sul territorio di Castrocielo (Fr), antica città romana, situata lungo il percorso della Via Latina, un’antica strada consolare che, da Roma, correva verso Capua (in epoca romana Casilinum), ricongiungendosi proprio con la Strada consolare numero 6, ancora oggi nota con il nome di Casilina.
Nell’area archeologica di Aquinum, in occasione dell’open day, che si tiene ogni anno verso la fine di settembre e, che in questi giorni vede gli scavi aperti tra il 29 ed il 30 settembre, è la possibilità di accesso a tutti. I resti archeologici della Roma imperiale, sono databili al periodo del primo triumvirato, quello di Cesare, Pompeo e Crasso per intenderci, ovvero nel periodo che ruota intorno al 40 a.C., visto che Giulio Cesare venne ucciso nel 44 a.C. dal figlio adottivo Bruto. E proprio intorno alla figura dell’Imperatore morto alle Idi di marzo (15 marzo), sta crescendo l’interesse e l’entusiasmo dei ricercatori, gli archeologici dell’Università del Salento, coordinati dal prof. Giuseppe Ceraudo, che in questi giorni hanno scoperto e portato alla luce, tra i tanti reperti, proprio un busto dell’Imperatore Cesare.
Una manifattura di pregevole livello artistico, ammirabile ancora nel punto del suo rinvenimento, effettuato con una tecnica del tutto innovativa: l’uso dei droni, fatti alzare in volo, come ci spiega il Direttore dei lavori, per osservare dei dislivelli e delle anomalie sul terreno, segno di eventuali reperti sommersi da secoli sotto uno strato di pochi centimetri di terra.
Dall’osservazione di questo occhio elettronico e dalla successiva analisi dei dati geomorfologici, altri occhi esperti stanno progressivamente portando alla luce centinaia di reperti, tutti molto ben conservati, tanto da dare agli scavi la forma di una vera e propria città romana antica, situata nel mezzo della Valle del Liri, nella quale è possibile osservare mosaici, ancora integri nella loro realizzazione, domus di padroni e alloggi di schiavi. Per non parlare della presenza delle Terme, fatto raro in una città romana perché non tutti i nuclei abitativi urbanistici possedevano delle terme. Ricordiamo le terme di proprietà di Marco Terenzio Varrone (116 a.C.– 27 a.C.), questore e militare romano, vissuto anche a Cassino, nelle vicinanze di Aquinum.
Ringraziamo l’impegno profuso dall’Amministrazione comunale, guidata dal sindaco Filippo Materiale, è la ricchezza di reperti, tutti riferibili allo splendore della Roma imperiale.
Giovanni Mancini