La chiesa del monastero di Santa Scolastica a Cassino, la sera del 19 novembre, si è riempita di persone, accorse nonostante il freddo e la pioggia scrosciante, per testimoniare la propria vicinanza spirituale alle monache del monastero di S. Maria della Rupe: era la Messa per il trigesimo della nascita al cielo della loro consorella Suor Isabella Boscolo, Suor Isa.
Una monaca benedettina che tutti ricordano sempre sorridente e accogliente e che, nonostante la malattia si fosse manifestata già da tempo, continuava a confermare con fiducia e serenità la sua scelta di vita monastica in cui la priorità assoluta va a Dio, sempre lieta nel suo servizio
di dedizione a Dio, fonte di ogni bene. E, scelta nella scelta, aveva con alcune coraggiose consorelle, lasciato Trieste per iniziare a Cassino, nel monastero posto sulla strada che porta a Montecassino, un percorso di vita claustrale un po’ rinnovato, sempre basato sulla Regola di san Benedetto, ma più aperto al mondo esterno per recepirne le ansie e le tempeste e aiutare le persone a ritrovare la bussola della vita, Dio, e quindi la pace e la gioia del cuore.
Questa piccola comunità benedettina femminile in poco tempo si è fatta conoscere, nonostante la riservatezza e la discrezione che la contraddistingue, ed ha conquistato il cuore di moltissime persone. La loro casa è una tappa irrinunciabile per tutti coloro che pellegrini sulla Via Benedicti salgono all’abbazia di Montecassino. La preghiera costante e lo studio, prescritti da San Benedetto, ed il lavoro – la produzione artigianale di ottimi dolci e biscotti di qualità fatti rigorosamente a mano – hanno scandito e scandiscono la vita delle monache della Rupe, come pure l’accoglienza (altra caratteristica benedettina) a chiunque si accosti al monastero in cerca di qualcosa che plachi il dolore, il vuoto esistenziale, l’insoddisfazione dell’anima. Monaci e monache, infatti, sono impegnati in tutta la loro vita, a quaerere Deum, cercare Dio e non per niente in ogni loro casa la parola che all’ingresso accoglie il visitatore è: PAX.
Ecco perché la morte prematura di Suor Isa ha addolorato tutti: pur cristianamente convinti che è “nata in cielo”, sentono il dolore bruciante del distacco. Ed ecco perché la chiesa era piena. A celebrare l’Eucarestia erano l’Abate di Montecassino D. Donato Ogliari, l’Abate Roberto di S. Paolo fuori le Mura in Roma, il monaco Don Luigi M. Di Bussolo, e per la Diocesi Don Remo Marandola, Don William Di Cicco e il diacono Don Luigi Evangelista. Il vescovo Gerardo Antonazzo non era potuto essere presente perché impegnato a tenere la lezione inaugurale alla Scuola Teologica. Erano intervenute anche le monache benedettine del monastero di S. Vincenzo al Volturno, che hanno animato i canti con le loro chitarre. Presenti, ovviamente, le monache di Santa Scolastica, che hanno ospitato la celebrazione facendo corona attorno alle consorelle della Rupe.
Commentando le letture del giorno, Padre Donato Ogliari ha chiarito il significato della parola tempo, che nell’Apocalisse (Ap 1,1-5a; 2,1-5a) non ha valore cronologico, bensì esistenziale, riguardo alle scelte e alle opere di cui riempire la vita. E le scelte di vita di Suor Isa sono state tutte orientate a Dio. Come il cieco di Gerico guarito per la sua fede da Gesù “vide” e “lo seguì” (questi i due verbi fondamentali dell’episodio evangelico odierno, Lc 18,35-43), così anche Suor Isa ha seguito Gesù. Che cosa avrà visto per seguirlo? Sicuramente la Parola, che ha seguito per tutta la vita, anche nei momenti più difficili e bui come la malattia e la Parola le ha dato le parole, come “Eterna è la sua misericordia” del Salmo 136, che ha ripetuto continuamente fino all’ultimo e che compaiono anche nel suo ricordino. Non dimentichiamo, ha concluso, che Suor Isa ora è qui che celebra con noi dal cielo. Anche se fisicamente ci manca, è qui, la dobbiamo sentire vicina e presente accanto a noi.
Al termine della celebrazione, prima della benedizione finale, la Superiora di S. Maria della Rupe, Suor Silvana, nel ringraziare i presenti ha detto in modo incisivo: “Siate certi, Suor Isa è vicina, vi pensa e vi vede tutti, uno per uno, è con noi” e in un attimo ha colpito di commozione i presenti, con queste poche parole, partite dal suo cuore e giunte dritte al cuore di ciascuno.
Se il bene di Suor Isa è stato sempre di essere vicina a Dio e di riporre in Lui la sua speranza, sì, questa certezza la abbiamo.
Adriana Letta