L’intervento del Vescovo di Sora-Cassino-Aquino-Pontecorvo e le sue preoccupazioni sulle vicende produttive ed occupazionali dello stabilimento FCA di Piedimonte San Germano.
Sulla questione della “ecotassa” prevista dalla manovra finanziaria 2019 registriamo l’intervento del Vescovo di Sora – Cassino – Aquino – Pontecorvo, che manifesta le sue preoccupazioni al riguardo, con particolare riferimento ai possibili riflessi negativi sulle vicende produttive ed occupazionali dello stabilimento FCA di Piedimonte San Germano e sul correlato indotto.
Il vescovo Gerardo Antonazzo, così come fatto anche negli anni passati quando decisioni aziendali o provvedimenti legislativi minacciavano di peggiorare le condizioni sociali del territorio, leva la sua voce per pronunciarsi, da un canto, positivamente sull’“ecobonus” che mira ad incentivare il “nuovo” (l’elettrico), che tuttavia è prodotto di nicchia, anche per via del fatto che l’Italia è poco dotata di ciò che serve a livello infrastrutturale (le colonnine per la ricarica) per far viaggiare con propulsione elettrica. Ma d’altro canto ritiene inopportuno introdurre un ulteriore balzello sull’attuale” (diesel e benzina), considerato che si tratta di prodotti ancora necessari e di utilizzo di massa, che per ciò stesso non sono nemmeno definibili “vecchio”.
Mons. Antonazzo sottolinea come la tutela dell’ambiente costituisce una priorità a livello mondiale, che ha a suo fondamento la necessità di attivazione di nuovi processi culturali che conducano alla piena consapevolezza di una necessaria ecologia ambientale, mai disgiunta da una rinnovata ecologia umana, così come sapientemente prospettato da Papa Francesco nell’enciclica Laudato Si’. In termini di tutela dell’ambiente, l’introduzione dell’ecotassa rischia di perseguire effetti contrari a quelli auspicati dai promotori, rallentando il processo di rinnovamento dell’attuale parco-auto. Gli ultimi modelli attualmente prodotti dall’industria dell’auto, euro 6 ed euro 6 bis, sono nettamente meno inquinanti dei modelli euro 0,1,2,3,4 che ancora massicciamente percorrono le strade e per rinnovare i quali, proprio in ragione di ciò, quantomeno non dovrebbero essere incrementati i costi di sostituzione. Inoltre, tale provvedimento potrebbe non incoraggiare lo slancio occorrente alla attuale situazione economico-produttiva, provocando anzi negative ripercussioni sui livelli occupazionali, e conseguentemente sociali, dei territori che ospitano gli insediamenti industriali FCA, ed in particolare di quello ciociaro. Da questo punto di vista preoccupa il persistente silenzio dell’Azienda in ordine alla conferma del piano di investimenti sul territorio nazionale (5 miliardi di euro entro il 2021) che hanno fatto presagire l’obiettivo della piena occupazione negli stabilimenti, preannunciato solo poco più di un mese fa, esattamente il 29 novembre scorso.
Il Vescovo ricorda che per tanti il lavoro è stato ed è il lavoro della fabbrica, e che l’economia della fabbrica è stata un frutto diretto dell’umanesimo civile che ha generato una grande officina cooperativa da cui è rinata un’Italia nuova e più moderna, fondata sul lavoro e ogni giorno rifondata dai lavoratori, compreso quel lavoratore che viene definito imprenditore. Richiamando il concetto di responsabilità quale elemento fondante del senso morale, e quindi della Dottrina sociale della Chiesa, auspica pertanto che così come preannunciato circa la “tassa sulla bontà”, anche sull’ecotassa sia possibile un ripensamento da parte del Governo e del Parlamento.
Preoccupa il futuro della FCA di Piedimonte
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