26 Settembre 2019 – Commento al Vangelo

Giovedì – 25ª settimana del Tempo Ordinario (Lc 9,7-9)

Parola del giorno: “chi è dunque costui, del quale sento dire queste cose?”

Dal Vangelo secondo Luca
In quel tempo, il tetràrca Erode sentì parlare di tutti questi avvenimenti e non sapeva che cosa pensare, perché alcuni dicevano: «Giovanni è risorto dai morti», altri: «È apparso Elìa», e altri ancora: «È risorto uno degli antichi profeti». Ma Erode diceva: «Giovanni, l’ho fatto decapitare io; chi è dunque costui, del quale sento dire queste cose?». E cercava di vederlo.

 

Paura o spavalderia dietro a domanda che Erode,
più che a coloro che lo stanno ascoltando, fa a se stesso.
E fa bene ad interrogarsi su Gesù, che ai suoi occhi
è preceduto da un fama che conquista
e dai racconti di meraviglie che ha compiuto.
Esprime il desiderio di incontrarlo,
ma con un uomo come lui non c’è molto da illudersi:
non lo cerca per il bisogno di cambiare
e neppure per raccontagli quel che ha fatto di Giovanni,
come per farsi perdonare.
Erode è il re dell’incoerenza e del sopruso,
capofila di coloro che per un pugno di potere
sono pronti a vendere il cuore,
e per non perdere la faccia sono pronti ad uccidere.

 

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