Nasce Birra d’Abbazia,
la birra prodotta nella tenuta Albaneta della storica Abbazia di Montecassino
Nell’insediamento monastico di Montecassino, fondato da Benedetto da Norcia nel 529 d.C., rinasce la più antica birra d’abbazia prodotta in Europa, la stessa che già si beveva ai tempi di Sant’Ignazio di Loyola, il gesuita che soggiornò nell’antico monastero dell’Albaneta e dove scrisse le 14 regole del Discernimento. Con la Birra Montecassino, che sarà prodotta nel piccolo stabilimento artigianale intorno all’area del convento, con Orzo distico coltivato nella tenuta dell’Albaneta, si realizza il sogno del giovane imprenditore Daniele Miri, titolare della tenuta (concessa in affitto per 15 anni). L’orzo mietuto nei 300 ettari della tenuta, verrà trasformato in malto in un noto stabilimento a Pomezia, per poi tornare nel birrificio dell’ Albaneta dove sarà lavorato secondo le indicazioni della secolare ricetta benedettina: la Birra Montecassino non pastorizzata e rifermentata in bottiglia, avrà una gradazione alcolica del 6.5%.
Recupero agricolo dei terreni (abbandonati da 30 anni) e di luoghi di interesse storico; dove è anche partito un progetto speciale di ricerca e produzione di miele locale curato da Mieli Thun. Un’area di straordinaria ricchezza botanico-floreale che riserverà alle api un pascolo fecondo e incontaminato. Le abbazie hanno avuto un ruolo fondamentale anche nella storia dell’apicultura; Montecassino e i suoi terreni sono carichi di significati storici e le api sono messaggere indiscusse di fecondità. Ape fa rima con vita. L’alveare è un’icona assoluta dell’armonia tra gli esseri viventi, cuore pulsante di biodiversità. Le produzioni che verranno avviate all’Albaneta saranno tutte locali; la coltivazione di orzo, la produzione di birra, ma anche il miele e la valorizzazione del monastero sono solo la prima parte di un progetto più vasto; più il territorio risponderà, più cresceranno investimenti e occupazione. È necessario fare sistema per produrre un risultato utile alla collettività. Ed è proprio quello che hanno insegnato i Padri Benedettini.
Un progetto ad ad ampio respiro insomma; oltre al birrificio e ai campi coltivati a orzo, aprirà quindi un caseificio, una sala degustazione, un ovile, una scuderia.La riqualificazione ha come fine proprio quello di coinvolgere tutto il territorio e di offrire ai numerosi pellegrini che ogni anno passano nella famosa e tanto amata Abbazia, luoghi di pace e serenità anche attraverso una lettura ecologica di tutta questa bellezza che circonda la Terra Sancti Benedicti.
Grande opportunità per rilanciare tutto il territorio, custodirne l’identità e creare nuove opportunità di sviluppo.