Festeggiamenti in onore di San Pietro

Cassino, la comunità parrocchiale di S. Pietro Apostolo festeggia il suo Patrono

Può una parrocchia, nei primi giorni caldi dell’estate, rinunciare alla sua festa patronale, da sempre imperdibile appuntamento annuale di comunità? Certo che no, neppure in un periodo delicato come l’attuale fase 2 del post Covid – 19. Basta conciliare le aspettative e le esigenze di una festa di popolo con le norme di sicurezza da rispettare. Non è impossibile, anzi, la Parrocchia di S. Pietro Apostolo in Cassino è riuscita alla grande. Si è iniziato con il Triduo di preparazione il giorno 26, contando sulla rinnovata volontà di collaborazione dei parrocchiani e sulla disponibilità dei diaconi della zona (Andrea Pantone, Francesco Paolo Vennitti, Luca Consales, Maurizio Marchione, Luigi Evangelista) a cui sono state affidate le omelie dei tre giorni. Sabato sera una nota di particolare freschezza e di speranza è venuta dall’iniziativa di presentare alla comunità parrocchiale i bambini prossimi alla Prima Comunione, che da agosto sarà celebrata per piccoli gruppi in varie date concordate con i genitori. Emozionati, sedevano con le mascherine nei posti distanziati a loro riservati e quando il Parroco, Don Nello Crescenzi, li ha chiamati per nome, hanno risposto il loro Eccomi e, aiutati dalle catechiste, hanno espresso la loro volontà di ricevere Gesù Eucarestia. In ricordo di questo impegno pubblico, hanno ricevuto dal Parroco una piccola croce.

A dare rilevanza alla circostanza, è stato il Vescovo Gerardo Antonazzo, venuto a presiedere la Messa vigiliare domenica 28, trasmessa in diretta facebook, alla presenza del Sindaco Enzo Salera e di una rappresentanza dell’Amministrazione comunale. Ad animare la liturgia è stata la Corale S. Pietro, o almeno una sua rappresentanza date le circostanze, fondata e diretta dal M° Sonia Miele, che quest’anno festeggia 25 anni di attività. Ad accogliere all’arrivo il Vescovo ed il Sindaco, schierata sulla scalinata, la Banda musicale Don Bosco Città di Cassino, anch’essa necessariamente a ranghi ridotti e a turni alterni per poter rispettare le distanze di sicurezza, ma preparata, attiva e gioiosa.

Nell’omelia il Vescovo, ispirandosi alla figura di San Pietro e di San Paolo, ha invitato a fare memoria della propria vocazione. Le loro chiamate, pur molto diverse, li accomunano perché sono state l’incontro indimenticabile e affascinante con il Signore Gesù che li spinge a lasciare “subito” tutto per seguirlo. Per questo, ha aggiunto, Papa Francesco dice sempre che i cristiani non debbono fare proselitismo, ma contagiare “per attrazione” chi li avvicina. Noi, ha sottolineato, siamo cristiani non per caso, né per merito, ma per grazia e misericordia, perché Dio ci conosce con tutte le nostre debolezze e fragilità; non siamo cristiani da soli, perché o siamo cristiani insieme o non lo siamo. Infine, come ci insegnano Pietro e Paolo, non siamo cristiani per noi stessi, ma per gli altri, e lo dobbiamo  fare con un nuovo stile di vita.

Al termine della celebrazione, dopo la benedizione con la sacra e preziosa Reliquia, generosamente messa a disposizione dall’Abate Ogliari di Montecassino, sono stati fatti gli auguri alla Corale e a Francesco, ministrante storico, nel giorno del suo compleanno.

Lunedì 29, giorno della festa, Don William Di Cicco, Rettore del Seminario diocesano, ha celebrato la Messa delle 11,00 e si è trattenuto anche per concelebrare la Messa vespertina, presieduta da Don Nello, trasmessa in diretta streaming e animata dal Coro parrocchiale S. Giovanni Bosco. A seguire, la statua di S. Pietro è stata trasportata fuori della chiesa, dove ha ricevuto l’omaggio festoso della Banda Don Bosco, e poi montata su un mezzo che l’ha portata in peregrinatio attraverso le strade della parrocchia. Cosa notevole fatta opportunamente considerare da Don Nello: quest’anno, con questa processione sui generis dovuta alla pandemia, la statua del Patrono ha potuto visitare strade e contrade dove non era mai arrivata. Nelle soste previste, i residenti si erano dati da fare per addobbare le loro case ed i percorsi con lumini accesi, drappi, nastri e palloncini bianco-gialli. Era ormai buio quando la statua ha fatto ritorno in chiesa, accolta da festosi scherzi pirotecnici.

Una peregrinatio suggestiva, una festa diversa dal consueto, senza vistosi e chiassosi mercatini e spettacoli civili, una festa religiosa, che ha aiutato meglio la comunità a stringersi per organizzare e far sì che tutto riuscisse bene e a capire meglio quanto è grande il suo Patrono, il primo Papa che ha guidato la Chiesa, il “Principe degli Apostoli”, lui, Pietro, il pescatore, con la sua umanità genuina e prorompente, il suo carattere impulsivo, le sue debolezze, lui scelto da Cristo come roccia su cui edificare la Chiesa. Con lui c’è speranza per tutti.

Per questo tutti si sono dati da fare, ognuno per la sua parte, organizzandosi alla perfezione anche nell’osservanza delle norme di sicurezza, garantendo l’igiene delle mani di chi entrava e l’immediata igienizzazione dei banchi alla fine di ogni celebrazione.  Tutto con semplicità e concretezza, tutto col sorriso.

Adriana Letta

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