Assemblea Pastorale
La paternità di Dio e la fratellanza tra gli uomini
Nonostante le restrizioni dovute al Covid, il cammino della Chiesa non si ferma. Così la parrocchia San Lorenzo martire ad Isola del Liri si è dedicata, nel pomeriggio di domenica 11 ottobre, all’Assemblea parrocchiale, come ha finora fatto ad ogni inizio anno pastorale.
Il tema Fratelli tutti, figli di un unico padre, sulla stessa barca era chiaramente suggerito dall’’ultima Enciclica di papa Francesco e da quelle parole ricorrenti “siamo tutti sulla stessa barca” e “nessuno si salva da solo”. L’immagine della barca, infatti, è stato ripreso dal parroco, don Alfredo Di Stefano, per la preghiera con cui è stato aperto l’incontro e che accompagnerà ogni attività pastorale nel nuovo anno.
Nel confronto a più voci che è seguito, il primo a prendere la parola è stato don Antonio Di Lorenzo, vicario zonale e parroco di S. Maria di Civita in Arpino, che ha presentato la paternità, amorevole e misericordiosa, di Dio scorrendo le pagine del Vangelo di Matteo, rivolto ad una comunità anch’essa impaurita. Non un Dio lontano e disinteressato alle cose della terra, ma che irrompe potente nelle vicende degli uomini. Da questo modello di paternità scaturisce un concetto di figliolanza e di fraternità che non può seguire le logiche del mondo. Una comunità che esclude i suoi figli, si priva di risorse preziose.
Il passaggio del microfono alla coppia di sposi Annarita Baldassarra ed Enrico Coccoli è avvenuto in perfetta continuità. Il racconto delle loro esperienze in seno alla comunità civile ed ecclesiale di Salerno, città dove vivono da 7 anni, ha illustrato con poche ma impregnanti note che la fraternità non è una parola teorica o vuota ma, arricchita da sentimenti d’amore, si incarna in volti e situazioni di vita spesso dolorose. E allora far nascere un coro di ragazzi laddove sembrava impresa assurda, realizzare una Banca degli abiti che diventa anche luogo di relazioni, cucinare e servire alla mensa dei poveri per 120 pasti giornalieri più 90 da asporto per quei “nuovi poveri” che vivono il loro dramma nel silenzio e nella vergogna tanto da creare per loro un ingresso separato, collaborare in una Casa famiglia per ragazze madri sperimentando la gioia di una paternità e maternità non di sangue ma d’amore; sono i fatti che l’evangelista Matteo – e Gesù stesso – preferisce di gran lunga alle parole.
Luciana Costantini
foto: Rosalba Rosati