Mercoledì – 3ª settimana di Avvento (Lc 7,19-23)
Parola del giorno: E beato è colui che non trova in me motivo di scandalo!
Dal Vangelo secondo Matteo
In quel tempo, Giovanni chiamati due dei suoi discepoli li mandò a dire al Signore: «Sei tu colui che deve venire o dobbiamo aspettare un altro?». Venuti da lui, quegli uomini dissero: «Giovanni il Battista ci ha mandati da te per domandarti: “Sei tu colui che deve venire o dobbiamo aspettare un altro?”». In quello stesso momento Gesù guarì molti da malattie, da infermità, da spiriti cattivi e donò la vista a molti ciechi. Poi diede loro questa risposta: «Andate e riferite a Giovanni ciò che avete visto e udito: i ciechi riacquistano la vista, gli zoppi camminano, i lebbrosi sono purificati, i sordi odono, i morti risuscitano, ai poveri è annunciata la buona notizia. E beato è colui che non trova in me motivo di scandalo!».
Questa beatitudine sulle labbra di Gesù appare fuori posto,
soprattutto nel finale. Proprio lui che ha minacciato
una severa punizione per chi scandalizza i piccoli
prospetta la possibilità di esser lui causa di scandalo?!
Com’è possibile?! I conti qui non tornano.
La risposta inviata con ciò che compie più che con le parole
potrà essere stata più che sufficiente per Giovanni
che vi riconosce ciò che era stato annunciato dai profeti
per la venuta del Messia; ma la conclusione?!
Quella è un’aggiunta sua! Di cosa si preoccupa Gesù?
Si preoccupa – e fa bene – del fatto che non tutti son disposti
ad accettare quello che egli fa, e soprattutto come lo fa,
perché dal Messia atteso si aspettano ben altro.
Vorrebbero un potente che si impone. I miracoli
stanno bene a tutti, ma non tutti riescono a capire
il suo stile di vita e soprattutto l’umiltà con cui
ha scelto di compire la sua missione.
Lo scandalo è previsto per chi si aspetta altro
ma non per i piccoli, i semplici, i poveri e gli ultimi
che lo accettano così come egli è.
E per questo son beati