Dedicazione della chiesa e dell’altare

Cassino 21 dicembre, una solenne celebrazione apre al culto la Parrocchia della Sacra Famiglia

Per una Messa importante si giunge in anticipo, anche a causa dei posti contingentati, è già buio e nell’avvicinarsi alla nuova chiesa di Cassino dedicata alla Sacra Famiglia, posta in un quartiere popolare, casa tra le case ma speciale, è un’emozione. Già da fuori la si vede a distanza illuminata e attraente e man mano che ci si avvicina all’ingresso si nota un ambiente chiaro, accogliente e facilitato per chi ha difficoltà nel muoversi, si vedono persone che ordinatamente sono in fila per entrare e offrono la fronte alla misurazione della temperatura per poi farsi guidare dai volontari al posto assegnato. Il grande portone è chiuso, si entra dalla cappella feriale e si resta subito incantati dalla bellezza dell’interno, che ha un suo stile moderno, agile, pacato ed elegante, giocato sul contrasto bianco-nero, ammorbidito dalle tinte calde del legno: dà la sensazione di star bene come in casa, come in famiglia: non per niente è l’edificio sacro dedicato alla Famiglia per eccellenza, quella di Nazaret. C’è attesa, ognuno guarda e osserva, l’ambiente induce alla calma e alla pace, più si guarda, più si capisce che ogni dettaglio è stato curato con attenzione meticolosa e competenza. Si ammirano le opere d’arte moderna: la bellissima Statua della Sacra Famiglia e l’altorilievo in legno rappresentante Maria e Giovanni ai piedi della Croce, opere del Maestro Alfons Runggaldier; il Crocifisso sospeso e la formella del portone in acciaio, opera del Maestro Nino Ucchino. Si nota anche che la modernità del design non è “contro” la tradizione, anzi abbraccia qualcosa di antico che lega questa nuova costruzione alla storia anche dolorosa del territorio: l’ambone e il fonte battesimale sono realizzati con parti del marmo dell’antica Chiesa Madre di Cassino, distrutta dalla guerra e questa colonna e questo capitello sono gemelli di quelli che sono tuttora in Concattedrale a sostegno dell’altare e dell’ambone. La nuova chiesa, con tutto il complesso parrocchiale, è ben integrata nel tessuto urbano, quando si esce si vede di fronte Montecassino, punto di riferimento per chiunque. La vecchia Cassino vive dentro la nuova.

Alle 18.00 tutti sono pronti al loro posto e dall’esterno il Vescovo Gerardo Antonazzo, avendo ricevuto simbolicamente le chiavi dall’impresa costruttrice, apre il portone per entrare, insieme ai concelebranti e parte del popolo, al canto di “Chiesa di Dio popolo in festa”. Iniziano i suggestivi e affascinanti riti della Dedicazione della chiesa e dell’altare e quello spazio così ben architettato sta per diventare sacro. Il primo rito è l’aspersione con l’acqua benedetta, con cui il Presidente dell’assemblea asperge il popolo, le pareti, l’altare e l’ambone. Per le letture, il Vescovo consegna il Lezionario a coloro – tre donne – che proclameranno la Parola e lo portano all’ambone, per la prima di un’infinità di volte.  Un diacono legge il brano evangelico di Maria che visita Elisabetta e il Vescovo nell’omelia asserisce che costruire un nuovo complesso parrocchiale significa fare chiesa, un impegno responsabile e inderogabile per essere come Maria, serva della Parola, luce delle genti, volto materno di una chiesa samaritana. La Parrocchia è presidio del mistero di Dio nel territorio, luogo dell’apertura all’oltre e all’altro. Dire parrocchia, ancor più questa parrocchia della Sacra Famiglia, è dire famiglia, luogo di riferimento che accompagna tutti i momenti della vita, lieti o tristi, dove si è vicini ai poveri e agli emarginati, dove tutti cercano di far stare meglio le persone. L’anno dedicato da Papa Francesco a S. Giuseppe è dedicato alla bellezza di fare famiglia, ad evangelizzare la gioia di fare famiglia e riguarda tutte le età. Poniamo sotto la protezione di Giuseppe, Maria e Gesù questa parrocchia, famiglia di famiglie, e tutte le famiglie.

Dopo le litanie dei santi, implorati perché questo tempio sia riempito della grazia di Dio, il Vescovo  depone ai piedi dell’altare le reliquie di S. Diodato, S. Floriano e dei beati coniugi Beltrami Quattrocchi. Inizia il rito simbolico dell’unzione dell’altare: il Vescovo Gerardo versa il sacro Crisma sul piano dell’altare, lo spalma con la mano, poi unge anche le pareti del sacro edificio in corrispondenza delle croci, dodici come gli apostoli; posto un braciere sull’altare, vi mette l’incenso e una colonna di bianco fumo profumato per la prima volta sale in alto. All’incensazione dell’altare segue quella del Presidente e di tutta l’assemblea. I diaconi preparano la mensa eucaristica con la tovaglia, le candele, i fiori e si accendono tutte le luci in segno di festa e di gioia. La Messa, alla presenza del Sindaco Enzo Salera con una rappresentanza della sua amministrazione, prosegue fino ai riti conclusivi, trasmessa in streaming tv dall’équipe di Pastorale Digitale di Francesco Marra, sempre accompagnata dalla musica suonata all’organo da Alessia Zinetti, con la voce di Daniela Martone a guidare i canti e quella di Don Benedetto  Minchella in funzione di animatore liturgico. Al termine il Parroco della Sacra Famiglia, Don Salvatore Brunetti, prende la parola per ringraziare Mons. Fortunato Tamburrini, che ha seguito con immenso impegno, passione e competenza il progetto in tutti i suoi dettagli, e tutti coloro che hanno lavorato perché la chiesa della Sacra Famiglia divenisse realtà. La comunità parrocchiale, che si è formata cinque anni fa ed è cresciuta nella piccola chiesa temporanea, ora gode di un complesso parrocchiale bellissimo, che potrà favorire ancor più la crescita comunitaria, spirituale e caritativa. In tempi tanto difficili, questo è per tutti un grande segno di rinascita e di speranza.

Adriana Letta

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