All’Oasi Mariana Betania la “Festa dei passaggi”

L’“Oasi Mariana Betania” a 23 anni dalla sua erezione ad Associazione pubblica di fedeli ha celebrato la “Festa dei passaggi”

Solenne e partecipata come la stessa pandemia non avrebbe neppure potuto immaginare, la tradizionale “Festa dei passaggi” dell’Oasi Mariana Betania, tenutasi nella Chiesa di S. Simeone Profeta in Alvito.

Si sono mossi in tanti sabato 12 Giugno, quasi tutti i membri dell’Associazione, e in particolare gli ‘effettivi’  – ossia i membri della Comunità – che, per rinnovare l’impegno annuale dei “voti” alla presenza del Vescovo Diocesano, hanno atteso il momento da oltre due anni, visto che nel 2020, in piena pandemia, non è stato possibile tenere la celebrazione che da sempre viene detta “festa dei passaggi”.  Ed è così chiamata perché nella stessa occasione, quanti sono impegnati nel cammino formativo – in vista di farne parte come membri interni – “passano” all’anno successivo.

Naturalmente la festa non è stato possibile viverla come negli anni precedenti, ma già è stato molto – e si è visto dalla gioia sul volto dei presenti – potersi incontrare e ringraziare insieme il Signore per il dono che ha fatto non soltanto ai singoli ma all’intera comunità diocesana.

La pregnanza del momento, a livello ecclesiale, l’ha ben pennellata il Vescovo Gerardo in apertura dell’omelia: «Cari amici, con voi condivido la gioia della preghiera liturgica nel celebrare la Pasqua settimanale del Signore; oggi, ai riti della santa Eucaristia si affiancano i “riti dei passaggi” che segnano il ritmo del cammino personale alla scuola dell’Oasi Mariana Betania. Per ciascuno di voi è un momento di intensa luce interiore, un evento veritativo del cammino comunitario, ulteriore provocazione spirituale (discernimento) nell’interpretare ciò che il Signore chiede, sollecita, attende da ciascuno secondo il proprio progetto e stato di vita».

Preziosi i suggerimenti del Pastore diocesano che, nel corso dell’omelia, traendo spunto dal vangelo della domenica e radicando l’ascolto sulla esperienza di Maria di Nazareth – della quale la Chiesa proprio in quel giorno celebrava la memoria del Cuore immacolato – ha depositato nel cuore dei presenti con l’immagine del seme che chiama contemporaneamente alla fedeltà e alla ‘trasgressione’.

“Fedeli a se stessi come il seme, ma anche capaci di cambiare, di andare oltre, di diventare altro”: questo il programma affidato da Mons. Gerardo ai membri dell’Oasi nel momento annuale più importante del loro cammino; e che essi faranno oggetto di riflessione prendendolo come “punto luce” per la loro “ripartenza”.

Una concelebrazione con Vescovo, cinque sacerdoti e i due diaconi, membri dell’associazione, ben curata e animata dal Coro parrocchiale e alcuni membri dell’Oasi, che ha fatto ripartire tutti con rinnovato entusiasmo.

Don Alberto Mariani

 

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