Accoglienza per donne e bambini afghani

Per dare loro rifugio, presto saranno pronti tre monolocali confiscati alla criminalità

Il Comune di Cassino si mobilita per dare un concreto aiuto alla popolazione afghana e in particolare a donne e bambini, le prime vittime della repressione in atto. Sta lavorando al progetto di accoglienza dell’Assessora alle Pari Opportunità del Comune Mariaconcetta Tamburrini per accogliere in tre monolocali individuati tra i beni confiscati alla criminalità organizzata, mamme e bambini afghani rifugiati in Italia. Come ha detto il Vescovo Antonazzo nella sua lettera alle comunità della Diocesi, “i drammi dell’umanità sempre ci riguardano, e ci interpellano come cittadini e come credenti“.

Così l’Assessora Tamburrini spiega: «Ci sono situazioni ed eventi che impongono con urgenza inaudita di fare tutto il possibile per dare risposte immediate e concrete alle nefandezze che esse stesse riescono a provocare: in questi giorni una di queste situazioni è davanti agli occhi di tutti e interroga senza pietà le nostre coscienze, mettendo tutti noi quasi spalle al muro mentre ci domandiamo cosa possiamo fare.

E’ l’Afghanistan e la sua lenta agonia: un popolo che fino a qualche giorno fa pensava di essere riuscito davvero a conquistare un livello accettabile di diritti e tolleranza e che ora sta vivendo un nuovo clima di violenza e di repressione.

E’ l’Afghanistan e quella forte e violenta discriminazione di genere che costringe donne e bambini a fuggire per non rischiare di essere completamente calpestati nelle loro dignità o, peggio ancora, uccisi vigliaccamente.

E’ a loro che oggi dobbiamo con urgenza dare risposte: è a loro che come Amministrazione comunale e, in particolare, come Assessorato alle Pari Opportunità, ci stiamo impegnando per dare risposte concrete.

A ridosso dell’inizio di questa grave crisi internazionale ci siamo subito attivati per reperire locali da mettere a disposizione dei profughi provenienti dall’Afghanistan. La particolare conformazione dei tre locali individuati ha fatto sì che il nostro progetto di accoglienza si concentrasse su donne e bambini, dando rifugio, quindi, a chi in modo particolare sta subendo la violenza e la repressione di un regime che ha fatto della discriminazione di genere il suo vessillo più alto.

In questi giorni sono stati predisposti i lavori di adeguamento dei locali che saranno completamente disponibili entro tre settimane e potranno accogliere fino a 15 persone. Tre monolocali individuati all’interno dell’elenco dei beni confiscati, cosa che rinforza ancora di più il senso di giustizia e di servizio che questo progetto accoglienza vuole incarnare. Contestualmente stiamo predisponendo tutta la rete di riferimento necessaria ad intercettare le varie esigenze ed urgenze, anche attraverso la stretta collaborazione con gli organi competenti, perché per le donne, i bambini e le bambine che ospiteremo non sia solo un’accoglienza “logistica”, ma l’inizio di una nuova vita.

In questo senso la collaborazione con l’Associazione “Risorse Donne”, che già opera in sinergia con l’Assessorato alle Pari Opportunità, rappresenta un valido e qualificato sostegno ad un progetto che oltre ad un rifugio sicuro, vuole realizzare un percorso di riconquista della libertà e dei diritti di donne che sono state calpestate nella loro dignità garantendo anche la realizzazione di un reale percorso di integrazione.

Dare risposte in situazioni come quella che sta vivendo il popolo afghano è compito di ciascuno di noi: per un’amministrazione che ha messo al centro di ogni scelta “la persona”, è dovere inderogabile ed urgente».

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