Parenting: ‘Il mestiere di essere genitori’

Interventi atti a promuovere la salute mentale dei soggetti nell’ambito familiare e le abilità di “parenting”, ovvero il mestiere di essere genitori, saranno i temi affrontati nel seminario che si svolgerà in giorno di sabato 7 marzo ore 15.30 presso la parrocchia di Santa Restituta (Sora). Promotore dell’iniziativa tematica -come momento di riflessione personale e collettiva e occasione di confronto per chiunque vorrà partecipare- sarà don Giovanni De Ciantis il quale offrirà alcuni interessanti contributi in tema di genitorialità, con approfondimenti riguardo gli aspetti più cruciali della comunicazione genitori-figli, lo stile e le funzioni educative. Tali dimensioni vanno quindi assolutamente curate nell’ambito della relazione al fine di favorire nel soggetto in fieri un’adeguata crescita sul piano fisico, emotivo, intellettivo e sociale, nonché di promuovere il complessivo stato di buona salute della famiglia stessa. Che lo si chiami “parenting” oppure “mestiere” di fatto il ruolo del genitore è forse uno dei più delicati da interpretare; sono la storia individuale e familiare, l’educazione ricevuta e le diverse esperienze a determinare le differenze nelle competenze genitoriali. L’approccio dei genitori, dunque, è estremamente diverso: diversi sono gli atteggiamenti, le credenze e le abitudini di base; diversa la qualità e la quantità di tempo trascorso con i figli, il modo d’interagire e di dialogare; diversa la capacità di rispondere ai bisogni fisici e psicologici del figlio. Inoltre uno stesso atteggiamento educativo da parte del genitore può produrre effetti anche molto diversi su figli dotati di temperamenti diversi. Anche se ogni individuo ha un approccio suo caratteristico, i genitori possono essere classificati come appartenenti ad uno di questi quattro stili educativi: l’autoritario, il permissivo, l’autorevole, il lassista. Poiché ogni genitore ha un suo proprio stile educativo, l’insorgenza di problemi è più frequente nelle famiglie in cui si incontrano genitori con stili opposti quali sono l’autoritario e il permissivo/lassista. Il genitore perfetto probabilmente non esiste, ma sicuramente esistono genitori più attenti e rispondenti ai bisogni dei propri figli. Per un genitore è di fondamentale importanza riuscire a favorire nel figlio non solo una crescita adeguata sul piano fisico -assicurandogli il nutrimento più adeguato, tutelando la sua salute, fornendogli la giusta protezione- ma anche una giusta maturazione sul piano emotivo -stimolando in lui lo sviluppo di una buona autostima, dandogli fiducia, mostrandogli attenzione, essendo disponibile a risolvere insieme a lui le eventuali difficoltà, aiutandolo a descrivere e gestire le proprie emozioni; intellettivo -supportandolo negli apprendimenti scolastici, insegnandogli nuove abilità, stimolando in lui creatività, senso critico, autonomia; e sociale- favorendo in lui lo sviluppo di un senso morale, aiutandolo a costruirsi un sistema di valori, principi e regole socialmente accettabili, stimolando in lui la comprensione e l’aiuto degli altri. Madre e padre, come punti di riferimento, rappresentano per i figli un modello a cui ispirarsi, sia pure inconsapevolmente. Non è infrequente, infatti, verificare come ragazzi i quali durante l’adolescenza hanno apertamente contestato il modo di fare del proprio genitore, da adulti manifestino né più né meno lo stesso atteggiamento educativo nei confronti dei propri figli. Essere genitori, vuol dire assumersi l’onere e la responsabilità della crescita dei figli lungo un percorso che non permette rassicuranti certezze. Si diventa genitori quando nasce un figlio, ma lo status generativo in senso psichico lo si conquista probabilmente lungo tutto l’arco dell’evoluzione dei figli. Del resto, come tutti gli atti creativi, il mestiere di genitore, invita alla ricerca di soluzioni sempre nuove. E probabilmente, in questo delicato compito, è il far passare l’indifferenziato del sentire emotivo al differenziato della consapevolezza che può aiutare il processo di cambiamento.

Infine e per chiudere lascerei una riflessione sulla bellissima frase di Jon Kabat-Zinn, scrittore e biologo statunitense : “Farò ogni sforzo per vedere chi sono veramente i miei figli e per ricordarmi di accettarli per come sono ad ogni età, invece che lasciarmi accecare dalle mie aspettative e paure. Così posso aiutarli a crescere e a realizzare il loro potenziale di esseri unici”.

– Angela Taglialatela

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