Per la rubrica Conosciamoci questa settimana proponiamo l’intervista a Giancarlo Celli responsabile del gruppo di Preghiera della Divina Misericordia di Sora e collaboratore della Pastorale Digitale dove cura la rubrica sul Giubileo della Misericordia.
- Raccontaci di te.. come ti chiami, quanti anni hai, dove vivi?
Mi chiamo Giancarlo Celli, ho 39 anni e vivo a Sora.
- Qual è il tuo ruolo in diocesi?
Ho fondato e mi occupo di portare avanti il gruppo di preghiera della Divina Misericordia della Basilica di San Domenico Abate di Sora. Non amo, però, pensarlo come un ruolo “ufficiale” ma, piuttosto, come un piccolo servizio che cerco di svolgere con umiltà e discrezione, perché il culto della Divina Misericordia è gestito e guidato direttamente da Gesù stesso, come Lui ha detto a Santa Faustina Kowalska, quindi, l’unica cosa che io posso fare è non contrastare i Suoi segnali e le Sue indicazioni che, nonostante la mia inadeguatezza, Lui mi trasmette con tanta forza e chiarezza, così come fa nella vita di ognuno di noi.
Da qualche mese ho anche iniziato a collaborare con il team della Pastorale Digitale scrivendo articoli di approfondimento sulla Divina Misericordia in vista del Giubileo che vedrà protagonista proprio la Misericordia di Dio. Con questa iniziativa vorremmo cercare di accompagnare i lettori lungo un cammino di conoscenza ed approfondimento di questo grande Attributo di Dio, forse il più grande di tutti.
Potete trovare tutti gli articoli al seguente link:
https://www.diocesisora.it/pdigitale/categoria/giubileo-della-misericordia
- Da quanti anni rivesti questo incarico?
Questo gruppo è nato nel 2007, dopo un mio incontro con il parroco della Basilica di San Domenico, Don Felice Calò, di cui vi parlerò meglio nel video che seguirà. Ricordo ancora la nostra prima Adorazione Eucaristica con invocazione della Divina Misericordia che si svolse nella Cripta della Basilica, dove ci ritrovammo in non più di 10 persone. Da allora sempre più fedeli si sono uniti a noi, arrivando addirittura da paesi circostanti proprio per il consueto appuntamento mensile. Ora la Basilica è sempre piena. Dal nostro gruppo hanno, poi, preso vita altri gruppi sparsi in diverse città della provincia e questo ci ha fatto un immenso piacere perché il messaggio della Divina Misericordia è di fondamentale importanza per ognuno di noi e poterlo condividere in modo comunitario ci aiuta a sentire ancor di più la vicinanza e la presenza del Signore.
Ci tengo a sottolineare che non mi piace chiamarlo “gruppo si preghiera”, perché il termine gruppo dà l’idea di qualcosa di chiuso. Piuttosto noi siamo delle persone che desiderano pregare ed ogni tanto lo fanno tutte insieme, perché Gesù ha detto “Perché dove sono due o tre riuniti nel mio nome, io sono in mezzo a loro” (Mt 18,20).
- Come si svolge il vostro incontro mensile?
Ogni seconda domenica del mese, dopo la Messa pomeridiana delle ore 17, in orario invernale, o delle ore 18, in orario estivo, ci raccogliamo in preghiera davanti al Santissimo Sacramento. In un’atmosfera di grande devozione e di abbandono a Dio, leggiamo brani dal Diario di Santa Faustina Kowalska e riflessioni sulla Divina Misericordia, cantiamo lodi al Signore e recitiamo la Coroncina. In conclusione, il Sacerdote recita la Preghiera di consacrazione del mondo alla Divina Misericordia, scritta da Giovanni Paolo II che è stato un grande apostolo della Misericordia. Durante tutta la Messa e l’Adorazione ci sono sempre sacerdoti disponibili per le confessioni. Al termine vengono benedetti i quadretti di Gesù Misericordioso che sono, poi, distribuiti gratuitamente ai partecipanti, in modo che possano portare con sé o distribuire queste immagini sacre attraverso le quali lo stesso Gesù ha detto che elargirà un gran numero di doni a chiunque le esporrà in casa o accanto ai malati. Queste immagini sono realizzate artigianalmente una ad una da un caro amico che vuole restare anonimo ma che, giorno e notte, compie questo servizio al Signore senza chiedere nulla in cambio e che ha già realizzato migliaia di effigi. Approfitto di questa occasione per ringraziarlo da parte di tutti coloro che ne hanno una nelle proprie case.
- Raccontaci della tue esperienza di incontro con Dio
Per parlarvi della mia esperienza e dell’incontro con Dio preferisco mostrarvi un’intervista che rilasciai qualche anno fa a TV2000, dove mi chiamarono per testimoniare il mio incontro con la Divina Misericordia ed in cui descrivo anche com’è nato il nostro gruppo di preghiera.
- Quali riscontri hai avuto dopo questa testimonianza?
Dopo quell’intervista ho ricevuto molte telefonate e molte email da diverse regioni d’Italia. Molti sono stati colpiti dalle mie parole e questo mi ha riempito di gioia. Vuol dire che il Signore mi ha usato come strumento per trasmettere, ancora una volta, il Suo messaggio di speranza e di Misericordia.
Da allora si sono iscritte moltissime persone alla mailing list del mio sito e così ogni mese invio loro i testi delle Adorazioni Eucaristiche in modo che possano riproporli o modificarli nei loro incontri di preghiera.
E’ nata anche l’esigenza di creare un account facebook “Divina Misericordia Sora” ed il gruppo “Divina Misericordia” ed ora anche la pagina “Prepariamoci al Giubileo della Misericordia di Dio”. Ora sto completando anche il nuovo sito sulla Divina Misericordia che sarà pronto a breve.
- E’ stato facile per te testimoniare? Quali significati dai al fatto di essere stato chiamato a testimoniare?
Quando mi chiamarono per quella testimonianza mi interrogai profondamente sul significato e sul ruolo del testimone. Infatti spesso accade che quando vediamo in tv una persona che ci parla della sua esperienza di incontro con Dio, consideriamo tale persona privilegiata, un uomo che ha ricevuto l’illuminazione, un uomo che ormai ha chiaro il significato della propria vita: un santo, insomma.
Siccome io mi sentivo e mi sento tutto fuorché un santo, anzi, sono pesantemente consapevole di essere un peccatore, non mi sentivo all’altezza di portare una tale testimonianza. Invece, poi, il Signore mi ha fatto capire che Lui ci ama nonostante il nostro essere peccatori. Lui conosce le nostre miserie, i nostri limiti, le nostre debolezze, ed è sempre pronto a dimenticare i nostri errori appena noi riconosciamo le nostre incapacità e ci affidiamo a Lui. Dovremmo capire che a Dio non interessano i peccati che commettiamo: a Lui interessa solo che comprendiamo le nostre debolezze, ci voltiamo verso di Lui per ricevere quell’abbraccio incondizionato che tanto vuole donarci e per il quale è disposto ad aspettarci fino all’ultimo istante della nostra esistenza terrena.
Chi testimonia va inteso, quindi, come una persona come tutte che, in un certo momento ha aperto la porta in modo diverso al Signore, lasciandolo entrare nella sua vita e mettendosi al Suo servizio. Ci sono momenti in cui si riesce a seguire fedelmente la volontà del Signore, ed altri invece in cui la natura umana riprende il sopravvento. Ma tutto ciò è fondamentale, perché ci aiuta a comprendere che non saremo mai in grado di essere perfetti, altrimenti potremmo sentirci “arrivati”, potremmo sentirci invincibili, potremmo, quindi, sentirci come Dio. E qui cadremmo nell’errore e nel peccato più grande. Invece, ognuno di noi deve riaccorgersi continuamente di non poter essere nulla senza l’aiuto del Signore e di poter procedere lungo la strada della salvezza solo attraverso l’invocazione della Divina Misericordia.
- Quali credi che siano le difficoltà più grandi per i gruppi di preghiera e per i gruppi religiosi in particolare?
E’ importante imparare a non confrontarsi l’uno con l’altro, a non cercare di emergere, a non considerarsi o considerare l’altro come “l’illuminato”. Spesso nei gruppi di preghiera o nei gruppi parrocchiali ci si mette in competizione o più che altro si cerca di elevarsi rispetto agli altri gruppi, cadendo nell’autocelebrazione. Sono convinto che questo sia uno degli errori peggiori che si possano commettere e sono certo che questo allontana le altre persone ad unirsi nella preghiera.
Oggi come oggi tantissimi cristiani sentono il bisogno di ritrovare e di vivere appieno la propria spiritualità, ma spesso si sentono distanti dai gruppi religiosi tradizionali perché li sentono lontani. Infatti è pensiero comune che in questi gruppi ci siano soltanto i classici “bravi ragazzi” e che siano realtà “ovattate”, quasi incapaci di comprendere il prossimo con le sue vere problematiche e con i suoi errori. Si pensa che in queste realtà si faccia a gara ad aiutare gli altri non per vero senso di servizio, ma piuttosto per elevarsi sopra la massa, considerandosi migliori. Questo non corrisponde sempre a verità, ma è ciò che viene spesso percepito dall’esterno e per questo molte persone non si avvicinano. Bisogna, invece, iniziare a considerarsi tutti uguali, tutti in cammino, tutti peccatori. Se imparassimo a non elevarci, a non giudicare mai, ma a chinarci per ricevere la Misericordia di Dio, ci accorgeremmo di essere circondati da persone come noi, con lo stesso bisogno di invocare quella Misericordia e di ricevere da Gesù le grazie per meritare la salvezza. Impareremmo, quindi, a prenderci per mano, a sostenerci e ad aiutarci l’un l’altro. Il messaggio da trasmettere al di fuori deve essere che, visto che siamo peccatori (non è importante chi lo sia di più e chi di meno), tutti dobbiamo aprirci al prossimo per condividere questo nostro stato di miseria: solo così possiamo aiutarci l’un l’altro ad avvicinarci veramente al Signore.
- A fronte di ciò che hai detto, come intendi salutarci?
Vi ringrazio per avermi concesso questa intervista e vi invito a partecipare alla nostra Adorazione Eucaristica con invocazione della Divina Misericordia che si svolgerà domenica prossima, 14 giugno 2015, nella Basilica di San Domenico Abate, dopo la Messa delle ore 18.
Vi lascio con il consiglio di tenere esposta nelle vostre case e sui luoghi di lavoro l’immagine di Gesù Misericordioso e di recitare sempre la breve ma potentissima preghiera: “Gesù, confido in Te”.