In Gesù Cristo il nuovo umanesimo: ANNUNCIARE

Convegno Ecclesiale Nazionale

Firenze 2015

“In Gesù Cristo il nuovo umanesimo” 

sintesi diocesana delle relazioni

delle otto zone pastorali

Annunciare

Nelle Comunità cristiane, in questo momento di disagi sociali, di crisi, non solo economica ma anche spirituale, diventa urgente riflettere sui modi e sui tempi di annunciare il Vangelo. C’è bisogno di ridare espressione visibile alle parole che annunciamo, dando senso alla fede. Chi vive e testimonia la fede in prima persona deve sapersi donare agli altri attraverso un vita autentica per entrare in empatia con quanti incontra sulla sua strada. Un’esperienza significativa nelle Parrocchie è quella dei centri di ascolto della Parola, soprattutto quando i laici insieme con il sacerdote si impegnano  ad animarli. L’annuncio richiede relazioni umane autentiche e dirette per accompagnare ad un incontro personale con il Signore. Il fine è di risvegliare le domande insopprimibili del cuore sul senso dell’esistenza, e indicare la via che porta a Colui che è la risposta, la Misericordia divina fatta carne, il Signore Gesù.

Da questo impellente bisogno di una evangelizzazione sempre rinnovata, scaturisce l’esigenza di reinventare il linguaggio cristiano. E’ solo questo il principio che anima il  progetto diocesano della “Pastorale Digitale”. Significa mettere le proprie competenze di comunicatori a servizio di un fine comune: raggiungere non solo chi è lontano fisicamente e geograficamente ma, soprattutto, chi è lontano di cuore. La comunicazione digitale può aiutarci ad “uscire” dall’isolamento. In tale prospettiva il mezzo virtuale diventa un costante riferimento, incarnando lo strumento più attuale per “uscire” allo scoperto e dare testimonianza, con immagini, articoli, rubriche di ciò che Dio fa quotidianamente nella vita di ognuno.

Accrescendo il desiderio della condivisione (come già avviene con i social network) e l’incremento dell’informazione, si sviluppa quel senso di “prossimità”. La “Pastorale Digitale” è segno moderno e concreto della necessità di “uscire” dai metodi tradizionali di trasmissione della fede, cercando di ampliare gli orizzonti grazie a una comunicazione costruita su misura per ogni soggetto che si vuole raggiungere. Canali e modalità comunicative trovano nella rete il loro punto di partenza per raggiungere efficacemente il cuore delle persone, trasmettendo e diffondendo la parola di Dio. E’ la sfida avvincente di incontrare Cristo e fare la stessa cosa che fa lui: incontrare gli altri. L’ambiente digitale rappresenta “un dono di Dio”, è il mezzo che ci aiuta a raggiungere l’umanità, fatta di uomini e donne che cercano salvezza e speranza. Nell’ambiente digitale, il Vangelo può varcare le soglie del tempio e “uscire” incontro a tutti. Comunicare oggi non significa più semplicemente trasmettere un messaggio, ma “condividerlo”, renderlo parte di ciascuno di noi. La rete ci consente di condividere il messaggio del Vangelo, all’insegna di un dono rivolto al prossimo che è sempre più vicino. La vicinanza, infatti, viene stabilita proprio dalla mediazione tecnologica: il prossimo è chi è “connesso” con me.

Nella sua esortazione apostolica Evangelii Gaudium, Papa Francesco parla della “sfida di scoprire e trasmettere la mistica di vivere insieme, di mescolarci, di incontrarci, di prenderci in braccio, di appoggiarci, di partecipare a questa marea un po’ caotica che può trasformarsi in una vera esperienza di fraternità, in una carovana solidale, in un santo pellegrinaggio”. Lo spazio digitale diviene, così, il luogo in cui questa “carovana solidale” può incontrarsi e mescolarsi, può vivere insieme nella prossimità e nella bellezza della parola di Dio.

Si deve annunciare il Regno di Dio allo scopo di far capire l’importanza di guardare il suo volto nelle persone che amiamo e che ci amano, nei sorrisi anche degli sconosciuti, nei bambini che giocano, nella natura come il dono di Dio, per aver chiaro che siamo tutti, “chiamati alla vita e alla speranza”. Annunciare per evitare che il mondo prenda sempre più la deriva della paura, dell’indifferenza, dell’egoismo. La predicazione del Vangelo non è la trasmissione di un codice di dottrine, ma di una persona, Gesù Cristo, Salvatore di ogni uomo. La missione dell’annuncio va poi vissuta con una gioia che genera contagio, come  accadeva per i primi cristiani che erano in grado di affrontare ogni prova, trasmettendo la loro felicità, provocata dall’incontro con Cristo, come il tesoro più prezioso da poter offrire.

Annunciare è far capire, in questo cammino di rinnovamento, ai più lontani in maniera pragmatica che Gesù non limita la nostra libertà ma anzi la rende piena, chiedendo a ciascuno di amarsi.

È urgente un rinnovato impegno di tutti e di ciascuno all’interno della comunità cristiana. Finché scarichiamo sugli altri ogni colpa, non facciamo altro che aumentare l’incomunicabilità. Siamo consapevoli che per annunciare il Vangelo dobbiamo avere il coraggio di abbandonare le mentalità invecchiate, le consuetudini senza più senso, il chiuso delle nostre riunioni, rompere gli schemi, superare i ruoli codificati per essere liberi e camminare nella solidarietà con tutti. È urgente dire sì alla sfida di una spiritualità missionaria, sì alle relazioni nuove generate da Gesù Cristo, sì al vivere insieme, al partecipare. Abbiamo riconosciuto, in sintesi, grazie al discernimento comunitario che siamo caduti nelle tentazioni degli operatori pastorali descritte nell’Evangelii Gaudium nn. 76-109, ma al tempo stesso abbiamo capito che non possiamo lasciarci rubare la gioia dell’annuncio; consapevoli della nostra fragilità e pochezza ma sicuri che il Signore non ci abbandona, vogliamo ripartire dalla conversione. Desideriamo lasciarci evangelizzare per diventare poi con coraggio e audacia, con fede e perseveranza evangelizzatori credibili.

http://www.firenze2015.it/misericordiosi-come-il-padre-per-un-nuovo-umanesimo/

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