“Un’opera che resterà per sempre nella storia della città”. Così Ernesto Tersigni, Sindaco del Comune di Sora, ha definito il monumentale dipinto di Antonio Notari, nel corso della cerimonia di inaugurazione che si è svolta venerdì 31 luglio, alle ore 17.30. La tela, dall’imponente superficie di 12 mq, è stata collocata nell’istituzionale ed importante cornice della Sala Consiliare del Palazzo Comunale di Sora, alle spalle del tavolo di presidenza. Una posizione d’onore per il quadro che raffigura un fatto storico poco conosciuto: la furia devastatrice con la quale Federico II, nel 1229, distrusse Sora che si era ribellata al suo potere. Il quadro va ad arricchire ulteriormente la sede municipale dopo l’inaugurazione, nel settembre 2014, di un’altra opera: l’affresco realizzato dal Maestro Vico Calabrò.
“L’opera è simbolo di recupero civico per le nuove generazioni, cercando di ricucire il rapporto tra memoria e storia. Rappresenta il presente, cioè la gente che diventa popolo nella resistenza eroica ma inutile, ed il futuro che indica la strada nel segno della politica, unica realtà di trasformazione e di cambiamento” ha spiegato il Maestro Notari che ha realizzato e donato il quadro al Comune.
Tante le personalità presenti alla cerimonia inaugurale. Ospite d’onore il Vescovo della Diocesi di Sora Cassino Aquino e Pontecorvo Mons. Gerardo Antonazzo che ha espresso pieno compiacimento, complimentandosi con l’artista per il suo mirabile dipinto.
Il quadro, presentato alla platea nel corso della cerimonia dal critico d’arte Prof. Angelo Calabrese e dall’Architetto Diego Mammone, colpisce l’osservatore per la sua forza espressiva, riuscendo a trasmettere a chi guarda quell’atmosfera sospesa e carica di angosciante attesa che precedette l’assedio della città. Nella parte sinistra l’esercito, guidato da Federico II, è pronto in armi ad attraversare il Liri mentre a destra il popolo sorano si prepara tristemente a respingere l’attacco. “L’autore ha voluto raffigurare i tanti volti di ignoti eroi sorani che non sono riportati nei libri di storia” ha detto il Prof. Calabrese, perché la storia, si sa, sono sempre i vincitori a scriverla.
– Ilaria Paolisso
– Foto di Enrico Mancini