Un viaggio fino ai confini dell’Universo in due ore, fermandosi ai limiti temporali che arrivano a sessanta secondi d’orologio dalla grande esplosione: il Big Bang. In questo è consistito il pomeriggio del 7 agosto 2015 per alcuni membri della Redazione diocesana Pastorale digitale 2.0. Grazie all’impegno dell’Ing. Riccardo Petricca e alla guida, Ing. Roberto Perruzza (ricercatore presso l’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare), nel percorso all’interno dei Laboratori Nazionali del Gran Sasso, situati sotto 1400 m di roccia nel massiccio del Gran Sasso, ad Assergi (AQ), quello che sembrava un sogno, per tutti i partecipanti al pomeriggio scientifico, è divenuto realtà. Vedere di persona i laboratori dove si svolgono i più importanti esperimenti per ricerche di astrofisica nucleare, sulle componenti più penetranti dei raggi cosmici, sulla fisica del Neutrino e sulla Materia oscura (Dark Matter e WIMPs), di cui si intuisce l’esistenza ma della quale non si hanno ancora rivelazioni dirette, è stata l’esperienza più affascinante che ogni essere umano, che si soffermi a pensare all’origine dell’Universo, possa fare! Sentire parlare in televisione noti studiosi di Fisica nucleare, quali Antonino Zichichi o Carlo Rubbia, solo per citare due nomi di casa nostra, e poi vedere i macchinari da loro installati per gli esperimenti atti a catturare, ad esempio, i neutrini emessi dall’esplosione di una Supernova (è questo il fine dell’esperimento ideato da Zichichi) equivale a soffermarsi di notte, davanti al Cielo stellato, per guardare le galassie che lo popolano e pensare che l’infinito, in qualche modo si concentra lì, di fronte a te, in quel cilindro di metallo e di sostanze chimiche che lo riempiono e che stai osservando nei laboratori dell’INFN. Esperienza davvero unica che ti proietta avanti ed indietro nel tempo, alla velocità della luce, perché la mente, che segue le descrizioni dell’Ing. Perruzza, vola fino alle stelle in pochi istanti e si sofferma a contemplare l’Immensità del mondo fisico, spingendoti a riflettere anche sul mondo metafisico, fino a farti sentire una piccola parte di tutto il Cosmo, ma una parte determinante, perché con la mente segui la ricerca scientifica e perché ti accorgi che altri uomini, abili e ispirati nelle ricerche fisiche, hanno messo a punto dei metodi di ricerca che ti dicono chi sei, come sei fatto, nella composizione bio-chimica e fisica, non in quella metafisica ovviamente, e che ti dicono che alcune ricerche di fisica nucleare potrebbero essere determinanti nel progresso tecnologico e scientifico per la diagnosi e cura dei tumori… questo, e molto altro, che le parole non riescono a dire, è stato il pomeriggio che la Redazione diocesana Pastorale digitale 2.0 ha vissuto nelle viscere dell’Universo ad un centinaio di km da Sora, presso i laboratori dell’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare.
– Giovanni Mancini
– Foto di Giovanni Mancini, Francesco Marra e Benedetto di Pietro