La Badessa emerita M. Scolastica è tornata alla Casa del Padre

Nonostante il caldo, la piccola chiesa del monastero benedettino di Santa Scolastica in Cassino, giovedì 27 agosto, straripava di folla, intervenuta per le esequie della Abadessa emerita Madre Scolastica Mastrocola, tornata alla Casa del Padre. A presiedere la Celebrazione Eucaristica l’Abate di Montecassino D. Donato Ogliari, con alcuni monaci e alcuni sacerdoti diocesani. Nel settore claustrale, che ospitava anche le suore diocesane, erano la attuale Abadessa, Madre Placida, e le consorelle, nei cui occhi si leggeva il dolore ma al tempo stesso una serenità e una pace davvero superiori. E poi i parenti, intervenuti numerosi, molti fedeli di Cassino e di S. Ambrogio (di cui M. Scolastica era originaria), città rappresentate dai due sindaci.
Fiori bianchi ovunque, che molti avevano voluto portare per significare l’affetto, la gratitudine, l’ammirazione per una donna che ha donato tutta se stessa a Dio con una totalità, una mitezza, una semplicità e trasparenza di cuore straordinarie, ma anche con una sapienza illuminante, che era per tutti, sempre, un punto di riferimento in ogni circostanza.
Il Celebrante ha subito avvertito che questa celebrazione non era improntata solo al dolore per il distacco, ma ancor più alla Fede, alla Speranza e alla Carità, virtù che M. Scolastica ha sempre praticato con impegno. Ecco perché le parole del libro di Giobbe della prima lettura, sono esattamente l’immagine di quello che M. Scolastica sta vivendo: davanti al Signore che ella ha cercato per tutta la vita, è in contemplazione del suo Volto. Meno di un mese fa nella stessa chiesa, in occasione del 50° di vita religiosa della Abadessa e di Sr. Elisabetta, ha continuato l’Abate, si era riflettuto sul senso della vita monastica che è tutta dedita alla ricerca di Dio, come dice S. Benedetto: lei ogni giorno della sua vita ha cercato il volto dello sposo: ora, siamone certi, è felice, perché può contemplarlo in pienezza e questo già lenisce il nostro dolore, anzi siamo felici insieme con lei. Ma, ha aggiunto, la vita eterna non ha né inizio né fine, dunque già ci siamo immersi dentro, possiamo raggiungerla già nella vita di quaggiù mediante l’esercizio quotidiano dell’amore, perché “chi ama è nella vita eterna, chi non ama rimane nella morte”. Questo il senso profondo della vita. Dobbiamo sforzarci, qui sulla terra, ha detto con forza Ogliari, di vivere nell’amore, di volerci bene, far prevalere i sentimenti positivi, di sollecitudine, solidarietà, condivisione, compassione. E’ ciò che ha fatto in tanti anni di vita monastica M. Scolastica, che ha “sbriciolato” questo comandamento giorno dopo giorno, lei così mite, dolce, affabile, donna di mediazione, che aveva capito che l’amore unisce. Presenza dolce e rassicurante.
Durante la sua lunga malattia fino a questi ultimi giorni, ha mostrato una rassegnazione, non passiva ma serena, perché sapeva che stava per andare incontro al Signore. Don Giuseppe, dopo l’unzione degli infermi, le aveva chiesto: Sei pronta? e lei aveva detto di sì. La serenità nell’andare incontro al Signore non si improvvisa, è un esercizio che dura tutta la vita. L’Incontro va preparato tenendo la lampada pronta, con l’olio, cioè la carità, che dà senso, luce, calore ai nostri passi e ci prepara e introduce al grande Incontro, di cui Scolastica ora gode in pieno. Non dimentichiamo che nella comunione dei Santi continuiamo ad essere uniti con lei e con tutti coloro che sono in Dio.
Al termine della celebrazione, un giovane nipote ha letto un toccante e sentito saluto alla “cara zia”, definita indimenticabile “faro, guida, àncora, confidente, dispensatrice di preghiere e consigli”, sempre sollecita verso tutti, che “si è spenta in punta di piedi” come è vissuta. “Ci mancherai, ha ripetuto, fino alla fine ci hai benedetto, ci hai voluto bene e ci hai raccomandato di condurre la nostra vita con Cristo, ora ti lasciamo godere alla presenza di Dio” e non ti dimenticheremo mai.
Madre Scolastica dunque ci ha lasciati, ma la sua figura ed il suo insegnamento restano. Vogliamo ricordarla in due momenti particolari: quando, il 24 maggio 2009, venne a Cassino e Montecassino Papa Benedetto XVI, invitata a raccontare l’esperienza e a commentare l’evento, rispose con una semplicità grandiosa: “Noi monache benedettine del monastero di Santa Scolastica di Cassino, come tutte le altre consorelle venute da fuori, siamo rimaste contentissime della visita del Santo Padre. Le nostre parole sono troppo povere e semplici per esprimere la gioia grandissima e l’emozione indescrivibile che abbiamo provato, insieme al sentimento profondo di riconoscenza per il dono che ci è stato fatto…”. Stessa modestia e umiltà quando fu lei a presentare, secondo il rito, la nuova Madre Badessa, M. Placida, il 23 febbraio dello scorso anno, attestando che era stata validamente eletta. Il suo era davvero, sempre, un atteggiamento di autentica umiltà cristiana, esemplare per accoglienza degli altri e per il senso di pace che sapeva a tutti comunicare. Grazie, Madre Scolastica, che il tuo esempio venga portato avanti dalla tua amata Comunità monastica, presenza silenziosa e orante preziosa per tutti. Prega per noi.

Adriana Letta

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