Lo scorso mese di Agosto ha lasciato il segno nel tempo di estate eccezionale della nostra ACR diocesana. Proprio Agosto, infatti, è stato il mese dedicato ai campi estivi che, per la zona Cassino, si sono svolti nella casa S. Antonio a Montecassino dal 25 al 30. Protagonista dei campi in questione è stato Noè con la sua storia di ascolto e fiducia che è stata messa in discussione da vari scienziati. Si, perché ospiti in questi giorni di campo sono stati vari personaggi, tutti scienziati impegnati in vari campi che, incontrando Noè, hanno cercato di razionalizzarne la storia senza però riuscirci, anzi, aprendo la loro mente verso un nuovo modo di indagare le cose: la fede! Entrambi i campi (quello per i ragazzi dai 6 agli 11 anni tenutosi dal 25 al 27 agosto e quello per i ragazzi dai 12 ai 14 anni iniziato il 27 e terminato il 30) hanno avuto inizio con un bel momento di preghiera con i genitori durante il quale tutti hanno scritto il loro nome nell’ultima pagina di una Bibbia, a simboleggiare il ruolo attivo di ciascuno di noi nella storia della salvezza che non termina con l’ultima pagina del “racconto” biblico ma ha attraversato la storia dell’umanità fino a giungere a noi, oggi chiamati a scriverne nuove pagine con le nostre vite! E quale scienziato sarebbe stato più adatto da incontrare dopo un momento come questo se non una biografa? Arrivata convita che valesse la pena raccontare solo vite straordinarie come quella di Noè ha imparato, grazie a lui, che ogni vita è importante e degna di nota perché sono tutte legate come anelli di una catena: se ne mancasse anche solo uno la catena non potrebbe che spezzarsi. Ed insieme con lei anche i ragazzi hanno capito che la vita, con tutti i suoi momenti importanti per ognuno di loro, è un dono meraviglioso ed unico…non importa quali opere gigantesche possano realizzare o quali grandi eventi li vedano protagonisti, già solo perché sono figli, fratelli, nipoti, amici sono un pezzo fondamentale di una storia più che importante! Dopo la biografa un’antennista ha fatto irruzione nella giornata dei ragazzi; intento solo a riparare la sua antenna per captare segnali televisivi o radiofonici ha capito, grazie a Noè, che ci sono altri segnali da captare, molto meno invasivi ma di certo più importanti: persone, eventi, emozioni attraverso le quali il Signore ci parla! E riparando quell’antenna anche i ragazzi hanno imparato l’importanza del saper ascoltare e non solo di sentire: hanno così condiviso con gli altri ciascuno il proprio segreto per superare le interferenze, le distrazioni che c’impediscono non tanto di sentire ma di fare quel passo in più verso l’ascolto di quanto Dio vuole da noi! Il terzo scienziato incontrato è stato l’ingegnere, e non uno qualunque, un ingegnere navale che con i suoi progetti maestosi di navi da crociera voleva far sfigurare il progetto apparentemente più semplice dell’arca. Ma la costruzione dell’arca per Noè non è stato solo il tracciare dei segni sul foglio! L’arca è stata per Noè il modo di “sporcarsi le mani”, di partecipare attivamente al progetto salvifico del Padre. Così, tanto l’ingegnere quanto i ragazzi hanno imparato che far parte di quella storia di salvezza significa sentirsi chiamati in prima persona ad essere strumento di Dio che opera nel mondo per il bene comune. E’ stata poi la volta del meteorologo, allarmato per le previsioni del tempo che davano diluvio su tutta la terra! Come lui anche noi spesso vediamo le difficoltà della vita come un evento che non possiamo controllare e che non può che risolversi in una catastrofe…ma Noè, raccontando come il suo affidarsi a Dio gli abbia permesso di trovare in Lui la mano tesa che lo ha salvato dando una nuova opportunità a tutta l’umanità, è stato l’esempio di come Dio sappia aprire una via anche laddove sembra che sia impossibile! E proprio da queste riflessioni i ragazzi sono stati accompagnati in due momenti di preghiera molto belli: il primo, per i 6-11, in cui ognuno di loro ha condiviso le difficoltà affrontate nei vari momenti del campo, e per ogni difficoltà ha versato dell’acqua in una bottiglia che era collegata ad un’altra tramite un tubo ma dato che la seconda bottiglia era chiusa da un tappo l’acqua restava solo nella prima, ed il livello dell’acqua si è alzato considerevolmente come spesso accade a chiunque quando è in difficoltà e non condivide con gli altri quel peso enorme che quasi sembra farlo affogare. Ma quando è stato svitato il tappo della seconda bottiglia l’acqua si è distribuita equamente ed il livello nella prima è sceso moltissimo: i ragazzi hanno così capito che l’affidarsi a Dio e l’aprirsi all’altro ci permette di condividere ansie e paure e di sentire meno forte il peso delle difficoltà. Il secondo, dedicato ai 12-14, è stato invece una via lucis, suggestiva quanto coinvolgente, un percorso di preghiera accompagnato da alcuni personaggi che, davanti alla morte di Gesù’, hanno perso la rotta, si sono lasciati abbattere dalla tristezza. Personaggi che però hanno saputo puntare lo sguardo su Gesù’ Risorto, si sono rialzati e sono diventati grandi testimoni del Vangelo. Si, perché anche i discepoli hanno fatto l’esperienza della tempesta, come Pietro che si è lasciato prendere il cuore dalla paura di affondare, dalla paura di non farcela. Solamente fissando lo sguardo su Gesù’, Pietro capisce e riesce a rialzarsi per affrontare le onde.
Non poteva mancare un ornitologo a cercare di insinuare dubbi sulla storia del corvo e della colomba inviati da Noè in avanscoperta per capire se la terra fosse riemersa dalle acque: la pazienza del saper aspettare il momento giusto, la fiducia che anche laddove si scelga una strada sbagliata ci sarà sempre il tempo ed il modo di cambiare direzione e trovare quella giusta per la propria vita sono stati punti di forza di Noè, quelli che gli hanno permesso di non perdere la “bussola” verso la rotta che Dio gli aveva indicato! Non è stato facile per Noè come non lo è per nessuno di noi: a volte la via più semplice sembra essere anche quella giusta ma raramente è così, e se è facile fare un errore molto più difficile è riparare agli errori fatti…soprattutto se l’errore ci allontana da Dio. Ma nella sua immensa bontà Lui è sempre pronto a lasciarsi riavvicinare! Proprio per questo all’incontro con l’ornitologo è seguito per i ragazzi un momento di deserto, in cui hanno potuto riflettere su cosa gli allontana da Dio e perché ma soprattutto in che modo possono riavvicinarsi al Suo amore di Padre ed è stato importante per loro, proprio in quest’ottica, avere a disposizione la preziosa presenza di don Ercole, assistente diocesano di ACR, per la confessione o anche solo per farsi ascoltare o per ascoltare una sua parola. E poi l’incontro con il biologo che insieme con i ragazzi ha imparato da Noè che c’è un libro molto più interessante che parla della vita e di come nasce e si sviluppa, un libro che non è in vendita in nessuna libreria, nemmeno su Amazon: il libro del creato! Il creato: un dono che Dio ha fatto all’uomo e che l’uomo deve preservare, curare ed amare esattamente come la propria vita! Infine l’incontro con il fisico ed i suoi assistenti che hanno capito che l’arcobaleno non è solo un effetto ottico come volevano dimostrare con i loro esperimenti ma molto di più! Grazie al racconto di Noè hanno visto nell’arcobaleno e nei suoi splendidi colori un ponte che lega la terra al cielo, un segno dell’eterna alleanza tra Dio e l’uomo in un nuovo inizio dopo le difficoltà del diluvio, coi i dubbi, le paure, gli allontanamenti e le riconciliazioni. Ciascun campo si è concluso con una messa con le famiglie, durante la quale, grazie ad un’omelia dialogata tra don Ercole ed i ragazzi, anche i genitori hanno potuto prendere coscienza della bella e significativa esperienza vissuta dai loro figli ripercorrendone ogni momento attraverso i simboli della storia di Noè.
Momento che di certo è stato speciale per i ragazzi ma anche per tutta la nostra associazione è stato quello dedicato ai passaggi dei quattordicenni che l’anno prossimo continueranno il loro cammino nei giovanissimi: l’ultima serata del campo 12-14, durante un divertentissimo fluo party hanno fatto irruzione alcuni degli educatori giovanissimi che, schierati i “passanti” davanti a loro hanno dato il via ad una simpatica puntata di “ACG’sgot talent!” chiedendo a ciascuno di mostrare le peculiarità che ciascuno di loro avrebbe potuto portare e condividere nel nuovo settore…inutile dire che tra imbarazzi, risate, canti e balli più o meno a tempo tutti hanno saputo dare il loro meglio e mettersi in gioco! E la preghiera e l’affetto di tutta l’ACR va a loro ed al nuovo fantastico cammino che intraprenderanno a breve nelle loro parrocchie, sempre nella grande famiglia AC, solo un po’ più grandi!
Altro momento da ricordare di questi campi è stato il picnic con le famiglie tenutosi per pranzo il 27 a segnare la fine del campo 6-11 e l’inizio del campo 12-14, un momento di festa davvero molto bello in cui tutti i genitori hanno condiviso con ragazzi ed educatori, ma soprattutto tra loro, non solo pietanze ottime da loro preparate ma anche il tempo, la cosa più preziosa che ognuno di noi può donare all’altro! Ospiti graditissimi di questi bei momenti sono stati i nostri due presidenti, Antonio e Gianpaolo, che con la loro presenza hanno fatto sentire a tutti l’abbraccio dell’intera associazione, unita, pronta alla condivisione e con lo sguardo sempre attento!
Ed ora? Zaino in spalla e pronti a partire che adesso si va…verso un nuovo anno associativo!
– Marzia D’Agostino