Appuntamento domenica 11 ottobre 2015 alle 15.30 in Via Colle Pizzuto ad Alvito
Festa grande per i 25 anni dell’Oasi Mariana di Betania fondata da don Alberto Mariani
Saranno presenti, nella Casa, mons. Gerardo Antonazzo e padre Luca Brandolini
Gianni Fabrizio
Saranno tanti i “coinquilini” dell’ “Oasi Mariana di Betania”, ad Alvito, che si ritroveranno domenica, 11 ottobre 2015, dalle 15.30, proprio a ricordo del “25°” anno di fondazione dell’inizio del proprio cammino. Un incontro voluto per un corale “grazie” al Signore insieme a quanti l’hanno conosciuta. L’appuntamento per tutti è in Via Colle Pizzuto, 26, in Alvito. Il programma prevede alle ore 15.30, l’inaugurazione della mostra, che resterà aperta per tutto il mese; alle 16.30, un momento di riflessione, di preghiera e di ringraziamento; alle 17.00, un viaggio nella memoria, con il vissuto della benemerita “Associazione pubblica di fedeli” con canti, racconti, interviste, esperienze e testimonianze; infine, alle 19.30, una pausa conviviale di amicizia. Sarà anche un’occasione per riflettere sugli scopi e le finalità dell’Oasi di Betania, fondata, con una felice e provvidenziale intuizione, da don Alberto Mariani, che da 25 anni ne cura il cammino di promozione cristiana,umana e sociale, nello spirito di una vera, accogliente e familiare “casa”. Molti gli ospiti che vi hanno aderito. Fra questi non mancheranno il vescovo, mons. Gerardo Antonazzo ed il vescovo emerito, padre Luca Brandolini. Lo stesso mons. Gerardo Antonazzo, in una riflessione sull’Oasi di Betania ebbe a dire:”Il filo conduttore dell’Oasi di Betania,di Alvito, lo si può trovare in una semplice parola: casa. È su questo termine che si basa la maggior parte dell’esistenza del cristiano. Casa intesa come Unità, come Armonia contro la dispersione, come luogo dove tenere insieme tutti gli elementi della nostra vita; Casa vista come metafora della genealogia o come forma di fraternità allargata; Casa vista come segno di condivisione, dove la nostra vita prende un aspetto personale ma non individuale, il singolo non può vivere il progetto di Dio senza l’altro; ed infine Casa vista come ampiezza, ossia come luogo sempre più grande di chi lo abita: in altre parole il progetto di Dio è sempre più grande di chi lo vive. Questo è ciò che l’Oasi rappresenta”. Ecco, l’invito per entrare in questa “casa speciale” è rivolto a chiunque: prego, accomodatevi.