Cerimonia di intitolazione: “Largo Vitaliano Lilla, missionario passionista”

E’ il largario sottostante il Convento di Sora

Cerimonia di intitolazione: “Largo Vitaliano Lilla, missionario passionista”

Gianni Fabrizio

Il 25 ottobre 2015, dalle ore 10.30, l’Amministrazione comunale, su proposta della Commissione Toponomastica, intitolerà a Padre Vitaliano Lilla, uno tra i figli più illustri di Sora, il largario sottostante il Convento dei Passionisti di Santa Maria degli Angeli.

Con questa cerimonia valorizzeremo una delle figure più insigni della Congregazione dei Passionisti: Padre Vitaliano Lilla. Questo nostro concittadino è considerato tra i più grandi evangelizzatori dell’America Latina e dobbiamo esserne fieri. Sono orgoglioso che dal 25 ottobre un largario della nostra città porterà il suo nome e ringrazio la Commissione Toponomastica, presieduta dal Consigliere Elvio Meglio, per l’ottimo lavoro svolto. La cerimonia, alla quale invito tutti i sorani, ha un valore particolare perchè quest’anno cadono i 150 anni dell’arrivo dei Passionisti in Messico. Per questo anniversario, nel mese di maggio, a Toluca (Stato del Messico) si è tenuta una solenne cerimonia nella quale è stata ricordata proprio la figura di Padre Vitaliano, celebrandone i suoi  grandi meriti” ha dichiarato il sindaco, dott. Ernesto Tersigni.

Questo il programma della cerimonia di intitolazione:

Ore 10.30 – Celebrazione della Santa Messa nel Convento di Santa Maria degli Angeli;

Ore 11.00 – Cerimonia di intitolazione del largario con scopertura della targa commemorativa;

Ore 11.15 –  Interventi delle Autorità.

Padre Vitaliano Lilla (Angelo Maria), nato a Sora, al vico San Bartolomeo il 5 giugno 1840, è stato per sessanta anni missionario in Messico, Stati Uniti e Cuba, dal 1852 al 1912. Così un volume spagnolo tratteggia la sua figura: “tra i Passionisti italiani che irrigarono con il sudore della fronte la terra messicana il principale fra tutti fu il padre Vitaliano, quanto dovette patire in quelle inospitali regioni, allora ancora selvagge, quante escursioni missionarie per monti e per boschi talvolta anche alle prese con le belve non è cosa facile da spiegare. Tuttavia a poco a poco riuscì a farsi amare anche dai“Pelli Rosse”, che presero a chiamarlo il “Santo padre d’Italia”. Uomo di profonda cultura, ricoprì gli incarichi di superiore, vicario e maestro dei novizi. Parlava correntemente lo spagnolo, il francese e l’inglese. Per i suoi meriti sul finire dell’ottocento gli fu conferita la cittadinanza statunitense. È autore di cinque volumi a stampa in lingua spagnola, tra i quali i principali sono: il testo di mistica Espejo Historico (Mexico, 1896), e l’Extracto precioso de Misticas flores (Mexico, 1904), volume nel quale seppe coniugare magistralmente la cultura teologica con la poetica emozionale. Tornato in Italia nel 1913, morì sul Monte Argentario il 27 dicembre del 1921. Nel mese di giugno, per i tipi dell’editore “San Gabriele”, è stata pubblicata in Italia la sua biografia integrale”.

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