Il senso del Natale per gli studenti dell’Itis Reggio

Martedì 22 dicembre presso l’Istituto Tecnico Industriale Raffaele Reggio di Isola del Liri, si è svolta la Celebrazione Eucaristica in preparazione al Santo Natale a cui hanno partecipato alunni, professori ed entità esterne all’Istituto. La celebrazione è stata presieduta da don Ercole Di Zazzo, docente di Religione.

All’inizio della Santa Messa, si è fatto riferimento ad un avvenimento recente che ha coinvolto il professore di religione Angelo Molle, il quale non ha potuto prendere parte alla celebrazione per motivi di salute, di conseguenza i partecipanti tutti hanno recitato una preghiera per il buon esito dell’intervento a cui doveva essere sottoposto.
Successivamente ha avuto inizio il rito liturgico, con il canto d’ingresso accompagnato sonoramente da alcuni alunni musicisti con i loro strumenti musicali.

Al momento dell’offertorio, si è parlato anche di un’iniziativa promossa dalla direzione scolastica che vede come protagonisti gli alunni, i quali hanno offerto dei beni primari con la finalità di aiutare gli studenti più bisognosi dell’Istituto.

Al termine della celebrazione, il preside Fabio Magliocchetti ha espresso il suo pensiero riguardo la fede e l’imminente festività natalizia. Inoltre, ha colto tale occasione per sottolineare l’importanza degli studi, parte fondamentale nella vita di tutti noi, e strumento necessario nell’affrontare la quotidianità.

Al termine della celebrazione il Preside ha rilasciato alcune significative dichiarazioni. Ecco l’intervista integrale:

Per lei qual è il significato del Natale e quali sono i valori che esso dovrebbe dare ai giovani e a tutte le persone che magari non tutti i giorni rispecchiano gli ideali della fede?

«Il Natale è una festa che richiama la tradizione, l’infanzia, momenti particolari della vita di tutti noi e spesso pur cercando di viverla il più vicino possibile, si fa fatica a ritrovare questi principi. Il Natale è diventato soprattutto una corsa al consumo, spesso faccio questa riflessione: al di là della corsa all’acquisto, della corsa della festa in sé, nel creare l’evento forse poi rimane ben poco di quello che è, o dovrebbe essere lo spirito Natalizio. Indipendentemente dalla partecipazione religiosa, dalla più o meno adesione alla fede. È il momento di interrogarsi, è il momento della pausa, della riflessione. Come ho cercato di dire a scuola in un piccolo messaggio d’augurio, deve essere una riflessione personale e sociale, il ruolo della persona per quanto riguarda se stessi, e soprattutto il suo rapporto con gli altri, nel modo in cui questa persona è inserita. Spesso crediamo di essere unici, invece non lo siamo, o meglio, lo siamo per tante questioni.»

Dopo quello che ha detto, secondo lei qual è dunque il vero principio del Natale?

«Il principio del Natale credo sia l’uguaglianza, il fatto di essere tutti figli di un Padre indipendentemente dall’adesione più o meno forte ai principi teologici, però certamente bisogna riconoscere che non siamo degli esseri senza scopo, senza finalità, nella vita quotidiana non c’è il momento della considerazione su quest’aspetto, sono giorni in cui invece bisognerebbe pensarci.»

Secondo me uno dei concetti chiave del Natale, nonostante l’orientamento religioso, è l’amore. Come ben sa in occasione di queste festività si fanno grandi cene, si pensa molto ai regali e ai preparativi e non si pensa a cosa il Natale dovrebbe realmente trasmetterci. Come possiamo ben vedere il Natale può rivelarsi una bella festa per molti mentre per altri potrebbe rivelarsi un momento in cui si sta ancora peggio, ad esempio le persone sole, mi riferisco magari agli anziani o ai senza tetto che in quei giorni tra i riflessi delle luci natalizie si sentono ancora più “oscurati”  invece di mettere in risalto la loro luce interiore. Visto che il Natale significa amore, soprattutto verso il prossimo spesso penso: se magari in questi giorni, nei nostri cenoni, invitassimo una persona che è sola per farla stare meglio? Lei come vede questo mio pensiero?

«Sono d’accordo con il tuo pensiero! Si possono anche trovare forme articolate per aderire a quanto dicevi e cioè ci sono strutture specializzate che hanno maggiore facilità  nell’aiutare queste persone, e si possono aiutare dando contributi e questo è un aspetto, l’altro aspetto è che tante volte non è neanche “ l’estraneo” che è solo, ma ci sono persone che sono vicinissime a noi, anche all’interno della nostra famiglia o cerchia di amici.»

Visto che oggi siamo in ambito scolastico, secondo lei, un buon rapporto di fede può contribuire a  migliorare lo stile di vita dei ragazzi? E quali sono i concetti che si sono persi e i principi che andrebbero valorizzati tra i ragazzi?

«Sicuramente, deve esserci il rispetto dell’altro, e questo è fondamentale. Se si è partecipi di una fede unitaria significa che si riconosce nell’altro l’immagine di se stessi, questo invece non è, spesso c’è concorrenza, competizione, sopraffazione e la voglia di primeggiare. Io credo che una vita ispirata ai principi cristiani possa sicuramente migliorare il clima relazionale nella scuola.»

Cogliamo l’occasione per augurare a voi lettori un buon Natale, ricco di felicità ed emozioni!

 

Francesco Evangelisti e Gioele Tamburrini

 

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