Parole che aprono i tuoi occhi al mondo

Casa Circondariale: un Laboratorio di scrittura creativo getta semi per prevenire la violenza contro le donne

Con un evento-spettacolo si è concluso, sabato 30 gennaio, il progetto “Parole che aprono i tuoi occhi al mondo” portato avanti dall’Associazione culturale “Tutto un altro genere” con i detenuti nella Casa Circondariale di Cassino attraverso un laboratorio di scrittura creativa.

Si è trattato di un percorso lungo nove mesi con un obiettivo ben preciso: “gettare semi per prevenire la violenza contro le donne, quell’odioso fenomeno che tutti a parole contrastano ma che continua ad inquinare la nostra quotidianità e le nostre relazioni”. Così ha spiegato, introducendo l’evento, Manuela Perrone, giornalista del Sole24 Ore e presidente dell’Associazione.

Nel salone era stata allestita una scenografia, semplice ma efficace e fortemente simbolica: un fondale nero, al collo dei lettori-attori una sciarpa rossa, a terra segnato un percorso, che divideva la zona del palcoscenico da quella del pubblico, e che partiva da un paio di scarpette rosse da bambina e finiva ad un paio di stivaletti da donna macchiati di rosso e con la scritta, sempre rossa: Stop. Lungo il percorso erano disposte paia di scarpe abbinate una maschile nera con una femminile rossa Il tutto a significare le tante, troppe violenze sulle donne, sin da bambine, il bisogno di fermare tanta violenza e l’invito a uomini e donne a camminare finalmente insieme. Questo perché l’Associazione è partita da un’idea-base: “per combattere la violenza contro le donne è necessario e urgente coinvolgere gli uomini“, idea sposata anche dall’ONU nella recente campagna #HeForShe, lui per lei. Da ciò la scelta di “seminare concetti diversi” in un carcere maschile, dove il rapporto con il femminile è negato o limitato, per lanciare un forte messaggio: è possibile per gli uomini camminare affiancati alle donne con rispetto ed empatia.

Il laboratorio ha voluto incoraggiare a riflettere e a ripensare le relazioni, l’amore, il dialogo, le alternative alla violenza. Per arrivare a questo, per usare “parole che aprono i tuoi occhi al mondo” – mutuando una celebre frase del giornalista polacco Ryszard Kapuscinski che afferma che tali parole “sono spesso più facili da ricordare”, l’Associazione ha invitato vari esperti, giornalisti, scrittori, professori, sceneggiatori, per avvicinare alla letteratura, invitare alla riflessione, a scrivere per non dimenticare, ad uscire da stereotipi e pregiudizi, ad imparare che non esiste libertà senza responsabilità. Poi è stata la volta della testimonianza delle operatrici dell’Associazione Risorse Donna Elisa Viscogliosi e Nadia Gabriele, presenti in sala, che hanno fatto capire quante umiliazioni, vessazioni e violenze soffrono le donne maltrattate e quanti bambini vi assistono con conseguenze irreparabili.

A novembre fu organizzato un convegno e un reading in carcere, in occasione della Giornata contro la violenza sulle donne (v. link: https://www.diocesisora.it/pdigitale/per-dire-no-alla-violenza-sulle-donne.html). Ed ora l’evento finale, che ha visto i detenuti coinvolti nel progetto, leggere e interpretare quanto essi stessi hanno scritto, magari mettendosi nei panni delle donne, in un continuo esercizio di scambio di ruoli, e cercando di capire ed esprimere quello che esse provano accanto ad un uomo violento che magari amano e temono e di cui spesso subiscono le botte e le umiliazioni per non arrecare un male maggiore ai figli. Nella lettura sono stati aiutati da alcuni membri dell’Associazione, attori professionisti, Paola Iacobone (Direttore artistico), Vincenzo Schirru, e David Duszynski, bravissimi. In apertura è stato letto lo “storico” discorso di Emma Watson davanti all’Assemblea Generale dell’ONU, in occasione del lancio della campagna #HeForShe, che cerca di abbattere le differenze di genere e le violenze contro le donne, poi “Il narciso” di Giorgio Gaber. Ma gli altri tredici brani, che andavano dalla poesia alla prosa, dalla narrazione al sogno, tutti erano stati scritti dai detenuti e tutti con accompagnamento musicale di una chitarra suonata da un recluso.

Ed è stato stupefacente ed emozionante, per gli altri detenuti intervenuti allo spettacolo, per il personale della Casa, a cominciare dal Direttore dott.ssa Irma Civitareale, e per gli amici, tra cui la Caritas locale, che da decenni opera in questo carcere a favore dei detenuti e delle loro famiglie, ascoltare quanta profondità, quante parole sentite, indovinate ed efficaci sono state usate, quanta comprensione è stata raggiunta. Veramente le parole hanno aperto gli occhi ed il cuore al mondo!

Adriana Letta

Categorie: Cassino,Tutte Le Notizie

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