Nono incontro del Corso Biblico a Santo Spirito

I partecipanti e gli amici del corso biblico si sono incontrati sabato 30 gennaio, presso la chiesa di Santo Spirito, per il nono appuntamento con l’esegesi del Vangelo di Luca, continuando l’analisi e la spiegazione dell’episodio delle tentazioni di Gesù.

Gesù, insieme nello Spirito Santo, si era inoltrato nel deserto, luogo della prova, del silenzio, della solitudine. Si noterà che, da questo punto di vista, le prove nel deserto prefigurano in una certa misura quelle che Gesù dovrà affrontare durante la Passione. Nel silenzio del deserto si creano le condizioni per la relazione con se stessi, e si crea l’occasione dell’incontro con Dio.

Superata la prima tentazione legata alla fame, al versetto 5, il diavolo – che è colui che divide, che separa – , conducendo Gesù in alto, gli mostra tutti i regni, il potere e la gloria della terra: se si prostrerà ad adorarlo, gli darà tutto quel potere. Il tentativo che il diavolo compie, portando in alto Gesù, è quasi quello di separare la natura umana da quella divina, affinché rifiuti di assolvere alla missione affidatagli dal Padre, quasi volendosi sostituire al Padre. Inoltre, la brama di potere e di gloria possono farci perdere di vista l’importanza fondamentale del rapporto con Dio.

Non a caso, è proprio nel tentativo di indurre l’uomo a sostituirsi a Dio che risiede l’abilità del demonio. È quello che ha fatto con Adamo ed Eva (“se mangiate del frutto di questo albero, diventerete come lui”), ed è quello che fa quotidianamente nelle nostre vite: cedendo alla tentazione, ci si sente onnipotenti e autorizzati a fare qualsiasi cosa nei confronti del prossimo e di Dio stesso.

Tuttavia, il diavolo mente sul fatto che a lui siano stati dati potere e gloria, che invece appartengono a Dio solo. Infatti, una delle strategie preferite dal diavolo è proprio quella di far credere vero ciò che vero non è: vuole prendere in giro Dio, credendo di potergli offrire quel potere e quella gloria, che in realtà già gli appartengono!

La risposta di Gesù, come nella prima tentazione, è in realtà una citazione delle Scritture: egli supera la tentazione attraverso la conoscenza e la pratica della Parola – non dimentichiamo che Gesù è appunto l’incarnazione del Verbo di Dio, e quindi egli citando la Parola, afferma la sua natura divina, intimamente legata a quella umana. In tal modo, ci dice l’evangelista Luca, è attraverso la conoscenza della Parola che si può avere un rapporto autentico e giusto con Dio, e superare le tentazioni.

Al versetto 9, leggiamo la terza tentazione. Il diavolo conduce Gesù a Gerusalemme – altra prefigurazione di ciò che dovrà accadere nel periodo pasquale – e lo pone sul pinnacolo del tempio. In questo è possibile leggere dei simboli: il tempio è il luogo di Dio; porre Gesù sul pinnacolo del tempio, vuol dire porlo più in alto del Padre; cedere a questa tentazione avrebbe presupposto che Gesù si riconosceva solo come uomo e non anche come Dio. Questa tentazione è in realtà una tentazione “interna” alla stessa Trinità: il diavolo vuole separare il Figlio dal Padre.

Ancora una volta, ricorrendo alla Parola, Gesù zittisce il diavolo, intimandogli di non tentare «il Signore, il tuo Dio».

Così, il diavolo si allontana da lui, «fino al tempo stabilito», legando in tal modo gli avvenimenti iniziali della missione di Gesù a quelli ultimi della sua Passione. In questa espressione – “fino al tempo stabilito” – Luca, come del resto gli altri evangelisti, è bravo a mettere a frutto le sue doti letterarie. Infatti, immaginiamo di leggere senza conoscere come si conclude la narrazione del vangelo: quell’espressione è utile a creare una sorta di suspense nel lettore, che sarà invogliato nella lettura, per scoprire cosa accade più avanti, quando si racconteranno gli eventi del “tempo stabilito”.

Superate le tentazioni, Gesù, sempre accompagnato dalla Spirito Santo, torna in Galilea, insegnando in tutta la regione. Si reca anche a Nazaret, sua città d’origine (quasi a sottolineare l’importanza delle proprie radici umane), dove comincia la sua missione con l’episodio della lettura del rotolo di Isaia. Ma i suoi conterranei, dopo un’iniziale benevolenza, lo rifiutano: come poteva il “figlio di Giuseppe”, proporre un modello di vita e di condotta che andava fuori dagli abituali schemi del comportamento di quelle persone?

Scegliere la strada di Dio, significa scegliere di andare “contro” gli schemi: perciò nessuno è profeta nella propria patria…

Il prossimo appuntamento del corso biblico è per sabato 13 febbraio, alle ore 18.30.

Vincenzo Ruggiero Perrino

Categorie: Sora,Tutte Le Notizie

Tags: ,