Il Vescovo Gerardo visita a Cassino la struttura della Cooperativa sociale “I Naviganti”
Un incontro amichevole, denso di interesse e di desiderio di conoscere più a fondo una realtà sociale del territorio e le persone che se ne prendono cura con tanto entusiasmo e tanta creatività. Un incontro di conoscenza e collaborazione, di simpatia e stima, un incontro “di famiglia” quello del Vescovo Mons. Gerardo Antonazzo con la comunità della Casa famiglia Peter Pan, gestita a Cassino dalla Cooperativa sociale “I Naviganti” Onlus. Ad accogliere l’ospite la Presidente, dott.ssa Simona Di Mambro ed il Vicepresidente Carmine Mernini, insieme a vari operatori. Presente anche la Caritas diocesana, nella persona di M. Rosaria Lauro e alcuni volontari, da sempre amici legati alla casa Peter Pan.
Questa è una comunità di tipo familiare che accoglie minori dai 2 anni ai 18 anni affidati ai servizi sociali dai Tribunali di competenza e il Vescovo ha voluto visitarla, per conoscerne il funzionamento, le attività, le situazioni e un po’ tutta l’organizzazione. Simona Di Mambro ha illustrato anche le varie attività della Cooperativa, dal ristorante “Civico Sociale” dove si può gustare il menù della legalità, a base di prodotti coltivati sui beni confiscati alla criminalità; al “Laboratorio del Rovescio”, attività artigianale di sartoria da poco trasferita in Umbria; ha spiegato come, per rispondere alle richieste di aiuto delle fasce deboli della comunità, la Cooperativa progetta e gestisce servizi socio-sanitari per minori, disabili, anziani e tossicodipendenti; si dà da fare per creare sinergie con operatori, enti, associazioni che operano con finalità di promozione e di inserimento sociale dei soggetti svantaggiati; per offrire occasioni di crescita personale e professionale a coloro che lavorano o intendono lavorare nel sociale…
Ha poi mostrato le due strutture, due appartamenti sullo stesso piano, della Casa Peter Pan, che ospitano uno le bambine più piccole, l’altro adolescenti più grandi, attualmente tredici, compresa l’ultima arrivata, di appena tre mesi! Il Vescovo Gerardo si è interessato all’andamento della casa, alle risorse e alle difficoltà e problematiche in genere, alle attività dei piccoli ospiti. Tutti insieme hanno trascorso del tempo insieme, raccontandosi la vita, scherzando. Si respirava davvero un’aria di famiglia, ma di una famiglia “bella”, dove gli adulti sono attenti e sorridenti, la quotidianità scorre nel rispetto di regole, i “figli” sono educati, sereni, gentili e anche loro sorridenti, pur conservando, come è ovvio, ognuno il proprio carattere e avendo alle spalle storie difficili. Una famiglia in cui tutti a gara coccolano il più piccolo con tenerezza impareggiabile. Una famiglia come le famiglie “normali” vorrebbero la propria e come la sognano, piena di allegria, di complicità, di collaborazione e autentica fraternità.
C’è stato anche un momento di riflessione, in cui il Vescovo, con delicatezza e rispetto non ha “imposto” la preghiera, ma semplicemente ha letto un breve brano di Raoul Follereau, in cui chiedeva il dono di amare tutti e tutta la terra, gli infelici e coloro che non amano nessuno, gli scettici, i distruttori e chiedeva di far scaturire “una sorgente nel deserto del loro cuore”. Chiedeva di poter “liberare coloro che sono solitari, liberare con un sorriso i loro cuori chiusi, amare, amare… Allora una grande primavera sconvolgerà la terra e tutto in noi rifiorirà”. Lette queste ultime parole, ha detto semplicemente (e quanti giovani occhi erano intenti ad ascoltare le sue parole!): vedete come è importante l’amore, fa fiorire il deserto! Questo può avvenire se tutti sapremo amare, consolare, benedire, tendere le braccia.
Naturalmente… la Caritas non era giunta a mani vuote: c’era un cesto pieno di pacchetti, personalizzati, con i nomi di tutti. Ed è stato bellissimo il momento della consegna ad ognuno del suo pacchetto, e l’aprirlo, il guardare, il misurare e indossare gli indumenti, cappellini, guanti…
E poi, dulcis in fundo, sul tavolo grande erano depositate provviste di ogni tipo, salato e dolce, che le volontarie della Caritas avevano preparato e portato per fare un po’ di festa insieme. Il momento conviviale, si sa, apre al sorriso, all’amicizia, alla positività, confermando e ravvivando ancor più l’atmosfera di armonia che si era stabilita fin dal primo momento. Merito del caso? Non crediamo. Pensiamo piuttosto che i responsabili e gli operatori lì lavorano bene, con passione e convinzione, oltre che con competenza. E quando c’è questo, anche a fronte di scarsità di risorse economiche, i risultati arrivano sempre. E sono straordinari.
Adriana Letta